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STORIA DEL PALIO: IL 17 APRILE PALIESCO

News inserita il 16-04-2022

Cronache ed aneddoti di due carriere primaverili

Nel giorno in cui festeggeremo la Pasqua, il 17 aprile, sono stati corsi ben due Palii straordinari per celebrare importanti ricorrenze cittadine.

Anche nel 1791, il 17 aprile cadeva in periodo pasquale, per la precisione era la domenica delle palme, e fu fatto correre un Palio per il passaggio in città del Granduca Ferdinando III, accompagnato dalla consorte Maria Luisa e dai sovrani di Sicilia. Il Palio fu organizzato nel giro di poche ore, dato che la venuta del Granduca fu comunicata solo il giorno 13 e così, una volta indetto il Palio, il14 aprile furono estratte le contrade ed il 15 si tenne l’assegnazione dei cavalli. Visto lo stretto tempo a disposizione, la Comunità Civica offrì a ciascuna contrada 10 scudi per allestire la migliore sfilata possibile. Furono però solo cinque le contrade che riuscirono, in così poco tempo, a costruire un carro allegorico: l’Oca rappresentò Venere portata dalle oche, la Pantera Bacco trionfante, il Nicchio l’incontro di Ulisse con le sirene, il Montone il sacrificio dei tebani a Giove sottoforma di ariete e la Chiocciola che presentò un carro a forma di chiocciola. Bruco, Leocorno, Tartuca, Istrice e Torre, le altre partecipanti, allestirono invece una comparsa di soli figuranti a piedi. Per ciò che riguarda la carriera, le poche notizie che abbiamo ci parlano di un dominio del Montone con il fantino Nacche, insidiato solo nel finale dal Cornetano, fantino del Nicchio.

Nel 1904, il 17 aprile, si apriva nei locali di Palazzo Pubblico, la mostra dell’antica arte senese, definita dai critici la più importante esposizione sino ad allora allestita in Italia, nonché uno dei maggiori appuntamenti culturali dei primi anni del nuovo secolo. Per celebrare ancor più degnamente l’evento, Siena non si lasciò scappare l’occasione di organizzare uno straordinario, da corrersi proprio nel giorno dell’overture della mostra, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, del ministro della pubblica istruzione Orlando e di altre personalità. Il Palio è ricordato per un episodio di strategia paliesca, già visto in passato, che mandò all’aria tutti i partiti già in essere tra le contrade, ribaltando così l’esito di un Palio apparentemente apparecchiato per l’Oca, favorita dalla sorte con Ida, montata da Spanziano. Un mangino della Chiocciola, poco contento di vedere Fontebranda nuovamente prima al bandierino, mise in giro la voce relativa ad un presunto premio in danaro offerto dal re al fantino vittorioso. Picino, che montava Primetta nel Leocorno, abboccò all’amo e vinse la carriera con estrema facilità, tra lo stupore generale. E chissà la faccia che fece il fantino laziale quando, una volta scoperto l’inganno, si trovò ad incassare dal Leocorno una somma decisamente inferiore a quella che avrebbe intascato vendendosi all’Oca.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 
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