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STORIA DEL PALIO: BUBBOLINO

News inserita il 06-04-2022

Dino Pieraccini, protagonista nella sfortuna.

Può un fantino essere ricordato come protagonista del Palio pur non avendolo mai vinto? Se guardiamo la breve carriera di Dino Pieraccini detto Bubbolino possiamo senz’altro rispondere positivamente. Bubbolino ha infatti corso solo 9 volte sul tufo, senza mai concludere a nerbo alzato, montando però spesso cavalli favoriti, a testimonianza delle grandi capacità riconosciute al fantino mancianese. Il debutto di Bubbolino, nell’agosto 1936 per il Montone, sulla mediocre Melisenda, non fu da ricordare; la seconda carriera, nel luglio 1937 per la Torre su Masina, poteva essere invece quella buona. La contrada di Salicotto aveva ben lavorato per conquistare la tanto agognata vittoria, ma una inaspettata fuga di notizie sconvolse tutti gli accordi già in essere tra le varie consorelle. Tripolino, fantino della Lupa, fu convinto dalla sua dirigenza a tirare a vincere, cosa che effettivamente avvenne, mentre la generosa carriera dell’incolpevole Bubbolino, aiutato invano in corsa dallo Sgonfio e da Pietrino, si concluse malamente dopo due giri. Ancora di meno durò il Palio del Pieraccini nel successivo agosto, nella Selva su Aquilino, messo fuori dai giochi da una caduta al primo San Martino. Amaro per Bubbolino fu anche il 1938; nell’unico Palio corso, quello di agosto, nella Pantera su Folco, il nostro fantino fu beffato dal malconcio Sansano che, a grossa sorpresa, portò il cencio in San Marco. Nel luglio '39, Bubbolino trovò quasi per caso la monta nel Montone, proprio su Sansano. Partito dalla Pantera, Pieraccini approdò nei Servi dopo l’infortunio del cavallo di Stalloreggi, ma con il giubbetto rosa corse solo il Palio, per altro non figurando mai tra i primi, senza aver disputato nemmeno una prova, viste le pessime condizioni di Sansano, non proprio un modello in quanto ad integrità fisica. Ad agosto Bubbolino fu invece vittima degli intrighi esterni posti in essere per fare vincere a tutti i costi la Torre, in quello ricordato da tutti come il “Palio del Mendia “. Scelto dalla Civetta per montare Folco, Pieraccini, uno dei pochi fantini non molto propensi a piegarsi ai voleri di Salicotto, e per questo ritenuto “pericoloso”, si trovò incredibilmente squalificato a poche ore dalla carriera per una improbabile bestemmia proferita tra i canapi ed udita solo dal mossiere. La guerra non arrestò la ricerca della gloria in Piazza per Bubbolino che, nel luglio 1947, si ripresentò correndo per la Torre sul vecchio Folco, divenuto ormai, per ovvie ragioni di età, un semplice comprimario. Il deludente Palio di luglio '48 nell’Onda su Piero fu seguito da un’altra cocente delusione, quella del luglio'49 nel Montone sulla debuttante Popa. Patito non benissimo, Bubbolino riuscì a rimontare fino a ritrovarsi in seconda posizione, dietro a Lirio e Bazza nella Chiocciola che mantennero la testa, favoriti dalla caduta del Pieraccini al secondo Casato. Fu questa l’ultima vera opportunità di Bubbolino di vincere un Palio in quanto, quella del luglio 1950, ancora una volta nel Montone, su Dorina, fu l’ultima apparizione sul tufo per Dino Pieraccini.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 

 

 
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