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BLOCK NOTES: DELLA STORIA DEL MONTE L'ALTA FINANZA NE HA LE SCATOLE PIENE

News inserita il 01-10-2021

Mps-Unicredit: siamo alle porte con i sassi

Meglio tardi che mai. Il Consiglio Comunale con la significativa presenza del nostro Arcivescovo-Cardinale Lojudice, oltre al Presidente della Provincia e due deputati eletti sul nostro territorio, all'unanimità – finalmente, dico io - ha dato mandato al Sindaco De Mossi di trattare direttamente con il Presidente del Consiglio Draghi e tutti i dicasteri competenti, il Mef di Daniele Franco, lo Sviluppo Economico di Giorgetti e del Lavoro con Orlando sulla scorta di un documento nel quale si dichiara che deve essere valorizzato lo “stemma” della Banca più antica del mondo, mantenendo a Siena la naturale sede della Direzione Generale, salvaguardando i diritti dei dipendenti e i loro posti di lavoro, oltre alla difesa del complesso indotto delle attività bancarie, prevedendo la permanenza diretta dello Stato nella Banca che accompagni l'evoluzione del Monte dei Paschi di Siena. Mossa sacrosanta ma che, diciamocelo, viene fatta quando la trattativa fra Unicredit e il Tesoro pare davvero alle battute finali e in attesa “solo” dell'esito della tornata elettorale che dovrà assegnare lo scranno abbandonato da Padoan, che nel frattempo si è assicurato la poltrona dorata di Presidente dell'Istituto milanese. Insomma “siamo alle porte con i sassi” e ci sono indizi pesanti, vedi la svendita e lo smantellamento di due Filiali storiche del Monte come quella di Santa Margherita a fianco della Scala nella capitale lombarda e quella prestigiosa in via del Corso a Roma. Eventi che non lasciano il campo ad ottimistiche considerazioni.
E poi, diciamolo con franchezza, c'è chi vede con favore l'annullamento del Monte in Unicredit. Chi, direte Voi? Tutto il mondo dell'alta finanza italiana e forse europea che della nostra storia ne ha piene le scatole. Basta leggere quanto ha scritto il più scafato dei notisti delle pagina della Finanza del Corriere della Sera, Stefano Righi, per capire come i giochi siano oramai in dirittura di arrivo.
Da una parte il Tesoro, che non dimentichiamolo è titolare del 64% delle azioni MPS, rappresentato da Alessandro Rivera, il suo direttore generale, dall'altra Giacomo Marino, braccio operativo di Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit potrebbero aver già fissato i paletti della lunga trattativa, che vede Unicredit sfacciatamente favorita – in fondo fanno i loro interessi – a confronto con il pesciolino montepaschino che si sbatte nella sua boccia di vetro senza poter trovare mai la via del mare aperto.
Righi non crede ad alternative all'abbraccio Unicredit-Monte, visto che il mercato non offre concrete possibilità, meno che mai una collaborazione fra Carige, Popolare di Bari ed MPS che appare al momento “come un film dell'orrore”...Righi dixit.
Personalmente resto convinto che il Monte, dopo aver rivisto gli organici con scivoli pensionistici, buonuscite, e interventi del fondo di categoria, potrebbe restare in piedi, da solo, mantenendo la sua proficua presenza in Toscana, ed in altre regioni del Centro Italia, senza farsi scippare quella quota di 130-150 filiali che sembrano far gola a Bper Banca o al Mediocredito Centrale.
Certo il Governo non potrebbe e non dovrebbe abbandonare improvvisamente la Banca chiedendo all'Europa di rivedere i tempi a suo tempo sottoscritti dal Tesoro per attuare il cosiddetto salvataggio di Stato.
Intanto si vota...e poi si chiude la trattativa. Ma come? Fregandosene degli appelli interessati di tutti i candidati al seggio di Padoan e di una intera comunità, Cardinale compreso?
Sì, è proprio il caso di chiudere con il più classico “chi vivrà, vedrà”.

Roberto Morrocchi

 

 
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