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STORIA DEL PALIO: 16 AGOSTO 1885

News inserita il 22-02-2021

La vittoria di Leggerino e la grande fuga di Bachicche.

Una delle carriere su cui la storiografia paliesca è particolarmente ricca è quella del 16 agosto 1885, vinta dall’Oca con Leggerino su Prete, caratterizzata da un dopo corsa assai animato, che vide direttamente coinvolto il fantino Mario Bernini detto Bachicche (nella foto in alto) , autore durante la carriera di uno dei più grossi tradimenti mai visti in Piazza. Bachicche, vincitore del Palio di luglio per la Chiocciola, usufruendo del non indifferente aiuto ricevuto da Leggerino che correva nel Montone, fu confermato anche per la carriera di agosto in San Marco, dove arrivò il forte cavallo Lupetto. Le prove furono tutte dominate con irrisoria facilità dall’accoppiata Bachicche - Lupetto, tant’è che in città, tutti erano ormai sicuri del cappotto, ed anche i chiocciolini, per non farsi trovare impreparati, iniziarono a predisporre i festeggiamenti, ordinando decine di damigiane di vino, preparando bandiere e braccialetti e mettendo i cappotti fuori dagli armadi. Ma i progetti di Bachicche erano ben diversi: scoraggiato dall’irrisoria cifra a vincere offerta dalla Chiocciola, evidentemente rimasta con pochi danari dopo la recente vittoria, ed attratto dal cospicuo gruzzolo promessogli dall’Oca, la sera del Palio, il Bernini si fece trovare impreparato alla mossa, mentre Leggerino scattò secondo dai canapi, superò in breve la Lupa e venne a vincere il Palio senza alcun problema. Il tentativo di rimonta, per la verità appena abbozzato, di Bachicche, si infranse sotto il nerbo di Masino, fantino della Lupa, più interessato a parare l’avversario che a riconquistare la prima posizione. Allo scoppio del mortaretto, gli animi dei chiocciolini si scaldarono notevolmente nei confronti del traditore. Bachicche, rincorso da un gran numero di persone con intenti poco amichevoli, fu così costretto a fuggire, in groppa a Lupetto onde evitare il “passaggio da Busseto”. Il tentativo di fuga da San Martino fallì, visto che lì stazionava un nutrito gruppo di torraioli, evidentemente poco soddisfatti della vittoria della rivale; al Casato, nonostante la presenza dell’intera comparsa della Chiocciola, Bachicche riuscì a passare indenne, spronando il proprio barbero verso San Marco dove, nel mentre, erano già giunti gli echi del grande tradimento e l’accoglienza che egli ricevette non fu delle migliori, trovandosi di fronte tante persone armate di oggetti contundenti, vogliose di sfogare contro il responsabile della mancata vittoria, la rabbia e la delusione accumulata in quei minuti. Bachicche, riuscì comunque a dileguarsi ed i tentativi dei contradaioli di rincorrerlo per le strade fuori Porta San Marco furono vani. La corsa dei fuggiaschi si interruppe solo in zona sicura, alle Taverne d’Arbia, dove Bachicche trovò rifugio presso amici fidati. Per i chiocciolini, la rabbia per la vittoria sfumata non fu facile da digerire, anzi si trasformò ben presto in beffa doppia, dato che nel 1886 quel cappotto, tanto agognato dalla Chiocciola, fu realizzato dalla rivale Tartuca, grazie a Leggerino ed a Pietrino.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 
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