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BLOCK NOTES: UN'ALBA COLORATA DI ARANCIONE

News inserita il 27-11-2020

Clima di incertezza dopo le chiusure dovute alla “caduta” della nostra amata Toscana in una zona tutta rossa

E anche novembre volge al termine in un clima di incertezza che non lascia tanti spiragli alla speranza di tornare a breve a riveder, non dico le stelle di dantesca memoria, ma almeno un'alba colorata di arancione, dopo le chiusure dovute alla “caduta” della nostra amata Toscana in una zona tutta rossa che credevamo, evidentemente a torto, di pertinenza e competenza di altre Regioni.
E invece colorata di rosso è la Toscana e dati alla mano, stando anche a quanto fanno trapelare Speranza e Sileri, rossa resterà almeno fino al 3 dicembre, se non oltre.
Ci consoliamo nel constatare che a Siena e in tutta l'ASL Sud Est (Arezzo, Siena e Grosseto) i numeri del Covid cominciano a fare meno paura. A Siena nella giornata di mercoledì 25 non si sono registrati decessi, e anche se i ricoverati sfiorano ancora le 100 unità, ci conforta l'abbattimento dei contagi che si contano sulle dita delle mani.
Noi, insieme alla Maremma e al Casentino avremmo una situazione, restando alla tavolozza dei colori che tanto piace a Conte, gialla appena tendente all'arancio, ma le richieste di Giani, tese a diversificare le tre città del Sud Est sembrano cadute nel vuoto e dobbiamo accettare questo rosso che forse non avremmo mai meritato.
Parlando di rosso – ma qui si parla di perdite di bilancio e della scissione di 7 miliardi e mezzo di crediti deteriorati dal Monte ad Amco - l'attenzione cade ovviamente sul MPS e sul futuro della Banca più antica del mondo. Proprio la scissione, peraltro benedetta visto che permette al Monte di vedersi alleggerito di una massa enorme di partite a contenzioso tanto da scendere al più che onorevole 4% circa nel rapporto fra crediti e sofferenze, comporta però una riduzione del patrimonio della Banca di 1 miliardo e 130 milioni. Insomma un nuovo indebolimento che si aggiunge alle perdite di esercizio e che costringerà la Presidente Grieco e l'AD Bastianini a mettere in campo un nuovo aumento di capitale nell'ordine di almeno 2/2,5 miliardi.
E qui torna in ballo il Tesoro. Azionista della Banca per una quota pesante del 68%. Il Monte, nel risiko bancario in atto che vede ora il francese Credit Agricole su Creval, il vecchio Credito Valdostano, mentre ci sono abboccamenti fra BancoBpm, la Popolare Milano, con Unipol per la fusione con Bper, la Popolare Emilia e Romagna, sembrerebbe destinato a fondersi con Unicredit, ma tutto è ancora in alto mare. I CinqueStelle, seppur come al solito spaccati al loro interno, vorrebbero invece che il Monte restasse, come di fatto è al momento, una Banca Pubblica, mentre il PD è orientato per la dismissione della partecipazione e la vendita di MPS.
Tutto si complica e c'è anche chi, come il Segretario Nazionale della Fabi, Sileoni, vedrebbe con favore, come una parte dei Pentastellati, un matrimonio fra Monte dei Paschi, Popolare di Bari e Carige, la Cassa di Risparmio di Genova. Insomma tre realtà in altalena se non a rischio default.
Solo gli avvenimenti futuri ci dipingeranno le sorti del Monte, ma qui ci vorrebbe una palla di vetro che io non ho.

Roberto Morrocchi

 

 
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