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LA ROBUR RIPARTE, MA IL NUOVO NOME NON PIACE: POGGI E MACHETTI LO RIFIUTANO

News inserita il 28-08-2020

Passato e futuro: riflessioni di due noti tifosi bianconeri

Riparte dalla serie D la nuova avventura del calcio a Siena. Il gruppo armeno, scelto per la nuova società, con un progetto serio, chiaro e trasparente, dovrà riportare entusiasmo a tutto l'ambiente bianconero. La parola, sul passato e sul futuro calcistico, a due noti tifosi bianconeri: Pietro Poggi e Leo Machetti.

Purtroppo, il calcio a Siena deve ripartire di nuovo da categorie inferiori. Che gestione è stata quella della Durio? Poteva essere evitato tutto questo?

Poggi: "La gestione della Durio è stata pressappochista, dissennata, sperperando quasi tutto quello che ha investito, affidandosi a gente incompetente per una dimenzione calcistica di livello. Una gestione familiare impostata sulle decisioni del figlio, che si è rivelato stravagante e non all'altezza. Purtroppo, come spesso è accaduto a Siena, non abbiamo potuto controllare l'operato durante la gestione della Robur. Questo anche per le persone vicine che facevano da calmieri alla situazione che si stava delineando, dando l'illusione all'esterno di una società perfetta. I debiti che sono stati accumulati dimostrano che la società non stava rispettando l'ordinario e quindi ha dovuto chiudere i battenti. Vorrei ricordare che la Robur non è stata iscritta volontariamente alla serie C. Per il momento non si può parlare di fallimento. Ritengo che tutto questo poteva essere evitato. Una società calcistica deve essere trasparente nella gestione ordinaria: stipendi, fornitori e tasse; al primo campanello di allarme devono intervenire le istituzioni e la tifoseria affinchè si capisca cosa sta succedendo, altrimenti questi fallimenti o chiusure anticipate verranno ripetute ciclicamente. E' inutile che ci venga detto di non polemizzare prima, e poi dopo che ormai è tardi".

Machetti: "Direi una gestione catastrofica, condiderando poi come è andata a finire, nella maniera più ingloriosa possibile. Di sicuro poteva essere evitata se la proprietà avesse agito diversamente da come ha fatto in questi 5 anni, sia sotto il punto di vista sportivo che su quello amministrativo. I più illuminati avevano ormai da tempo capito che la situazione era precipitata. Purtroppo devo dire che spesso la polvere si butta sotto il tappeto per non vederla e questi sono i risultati. Stendo un velo pietotissimo sugli ultimi 20 giorni di vita della Robur e sulle decisioni che la proprietà ha preso, assolutamente senza senso logico che poi hanno determinato una corsa contro il tempo. La mancanza di comunicazione successiva ha reso tutto molto più nebuloso e pensare che ci avevano abituato a conferenze stampa pirotecniche, oggi solo un ricordo".

Il sindaco doveva scegliere tra 7 cordate che avevano dimostrato l'interesse di acquistare il Siena. È stato sposato il progetto del gruppo armeno. I tifosi sembrano essere contenti. Anche se saranno i fatti a dimostrarlo, è stata la scelta giusta?

Poggi: "Per quanto riguarda la scelta del gruppo armeno, mi rimetto alla decisione del sindaco De Mossi, che mi auguro avrà sicuramente valutato le prospettive, i progetti, la solidità economica e la serietà degli acquirenti. In passato purtroppo non sono state fatte le scelte migliori, affidando le società a chi aveva possibilità limitate nel tempo".

Machetti: "Se la scelta è stata giusta o no non lo possiamo dire adesso, avremo tempo per valutarlo, il calcio è a volte una brutta bestia. Ho sempre pensato che il coinvolgimento che l’amministrazione ha avuto per provare a salvare la Robur per me è sempre stata garanzia. L’Amministrazione si gioca tanto ma chi se la gioca di più è la città. L’ingresso del gruppo armeno, se tutto verrà confermato, potrebbe portare giovamento non solo in ambito sportivo. Mi pare che abbiano accettato l’assai corposo decalogo del Sindaco, con un progetto che abbraccia tutta Siena, non ho dubbi sulla solidità dell’operazione, sta anche a loro capire in che realtà si caleranno".

IL nome "ACN SIENA 1904" non piace ai tifosi. Cosa ti senti dire alla nuova proprietà?

Poggi: "Personalmente devo fare un appunto sulla scelta del nome della squadra. Non sono assolutamente d'accordo nell'inserire all'interno della denominazione acn Siena 1904 il nome Noah. Faccio un esempio: il gruppo Elliott che ha acquistato il Milan non ha scritto nel nome AC Elliott Milan. Credo che dovrà essere rispettata la tradizione della città per riconoscere il senso di appartenenza e rispettare i tifosi che già hanno pagato molto dopo il secondo fallimento in 6 anni. Mi auguro che venga tolto. Inoltre preferirei la scelta della maglia a scacchi in modo permanente, che ci distingue da tutte le altre che hanno quella a strisce, per onorare la nostra prima casacca legata alla società podistica e di ciclismo da cui poi è nato il calcio a Siena. Non sono cose scontate ma un segnale forte che la nuova proprietà darebbe ai tifosi".

Machetti: "Alla nuova proprietà mi sento di dire RESPECT come il motto della Champions… Rispetto per quello che trovi. Perché se avessero comprato il Liverpool non credo gli avrebbero consentito di cambiare o aggiungere qualcosa di loro iniziativa a quello che è il club e la sua storia. E’ vero contano i soldi, ma la squadra è dei tifosi in ogni parte del mondo. Suning che avrebbe dovuto fare allora??? Sul casus belli oltre a criticare la scelta è più il modo in cui è maturato il tutto. Mancando la punteggiatura non si determinano parole, quindi le lettere sono solo un acronimo che potrebbe significare tutto e niente, però dalle parole del loro avvocato un significato quella N evidentemente ce l’aveva ed andava a togliere un’altra lettera, la R, come molti tifosi avevano pensato. ACR SIENA 1904, qui dentro c’è tutta la nostra storia raccolta e non si parla di 6 anni di storia dalla scorsa caduta ma di 116 anni. Anche nei cambiamenti tutto è legato, che si chiami Robur Società Studio e Divertimento, che si chiami A.C.Siena, che ci si chiami Robur Siena. Tutto è condensato in quella scritta ACR SIENA 1904, questi siamo noi, siamo il Siena non siamo società diverse con colori diversi".

Cosa ci puoi dire sulla scelta di Grammatica come direttore sportivo?

Poggi: "La scelta del direttore sportivo Grammatica è positiva: ha un buon curriculum, tutti ne parlano bene ed è già un buon inizio".

Machetti: "Ho seguito un po' quello che ha fatto in carriera e grazie ad amici che lo conoscono, tutti me ne parlano bene, sia come competenza che come persona. Credo che sia chiamato ad un gran lavoro, perché in poco tempo c’è da ricreare tutto. Spero che abbia già messo le tende a Siena e se non ce l’ha che si scelga un collaboratore che lo possa accompagnare nelle tante cose da fare. Nel calcio sono anni che c’è, credo che avrà fra le sue conoscenze, persone di cui si fida e che possano dargli una grande mano a livello organizzativo e tecnico, sia per la prima squadra che per il settore giovanile, anche quello da rifondare. Lui in questo momento deve accentrare tutto il lavoro su di se, raccogliendo tutti i rivoli che la trattativa da poco finita ha determinato. A lui le scelte tecniche ed organizzative, a lui un grande in bocca al lupo. Questa piazza è importante ed abbiamo bisogno di gente professionale e all’altezza, senza maneggioni e ne amici degli amici, insomma gente di calcio non un improvvisato. Fondamentale la forza delle scelte, per lui un bel banco di prova che sono sicuro supererà a pieni voti".

Leonardo Carapelli

 

 
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