SIENA NOTIZIE NEWS

STORIA DEL PALIO: FANTINI EROI O ASSASSINI? (QUARTA PARTE)

News inserita il 03-08-2020

Gistri Mugnaio e Gigi Bestia, dalla Piazza del Campo alle patrie galere.

Come abbiamo visto nei nostri precedenti scritti, i fantini del Palio dei secoli passati, oltre a correre in Piazza, per sbarcare il lunario svolgevano altre attività, non sempre caratterizzate da elementi di liceità. Antonio Morandi detto Gistri Mugnaio, ha corso solo tre carriere, tutte di luglio tra il 1793 ed il 1795, per Drago Montone ed Aquila, ma il suo mestiere ufficiale, come d’altronde indica il soprannome, era quello del mugnaio presso un mulino ubicato fuori Porta Pispini. Per la verità, il Morandi, a questo lavoro, ne aggiungeva un altro, forse più redditizio, ma maggiormente rischioso: quello dell’usuraio. Ed infatti non sempre tale attività portò al fantino – mugnaio dei benefici. Sul finire del 1812 infatti, quando il Morandi aveva abbandonato da tempo l’avventura sul tufo, sei ignoti, incappucciati ed armati fino ai denti, penetrarono nella sua abitazione, lo percossero, lo legarono e saccheggiarono la casa, portando via un ingente bottino fatto di monete, gioielli e vestiti pregiati, frutto della sua attività usuraria. Terminata la razzia, il componenti del commando protagonista di quella che possiamo ben definire una spedizione punitiva nei confronti dell’odiato strozzino, non abbandonarono il luogo del delitto ma vi si trattennero per oltre due ore, consumando una lauta cena e lasciando gli abitanti della casa legati e rinchiusi in una stanza, prendendosi beffa di loro. Antonio Morandi, prima di intraprendere la strada dell’usura, era già noto nei bollettini giudiziari: nel 1800, egli si macchiò di omicidio; vittima fu operaio che stava aggiustando i canali del mulino dei Due Ponti, che morì affogato a causa di una leggerezza del Morandi il quale, contravvenendo agli ordini del suo capo, azionò l’acqua quando il povero operaio ancora non aveva ultimato il proprio lavoro. Processato, Morandi non fu condannato, in quanto il giudice ritenne che “il suo operato era al più riferibile ad una pena lievissima”.

Altro fantino accusato di omicidio fu Luigi Anastasi detto Gigi Bestia. Nel 1799, Anastasi fu ritenuto responsabile per l’uccisione di un uomo di religione ebraica, ma la sua detenzione dovette essere di breve durata, in quanto pochi mesi dopo la condanna, egli era già in libertà, tanto da correre il Palio del 2 luglio 1800. La sua carriera in Piazza fu lunga ma poco soddisfacente; tuttavia Anastasi è detentore di un record, difficile da battere ma sicuramente poco invidiabile, quello cioè del fantino con il maggior numero di presenze sul tufo (42), senza aver mai colto la vittoria, sfiorata, per altro, in alcune occasioni, come, ad esempio, nel luglio 1783 quando il suo barbero si impuntò a pochi metri dal bandierino, lasciando via libera a Biggeri che, grazie a questo fortunoso successo, diede il via ad una lunga e fulgida carriera sul tufo fatta di 10 successi su 34 partecipazioni.

Davide Donnini

Foto www.ilpalio.org

 

 
Articolo stampato dal giornale on line: oksiena.it
© OKSIENA.IT - Testata giornalistica online registrata presso il Tribunale di Siena il 26/05/2010 - Num. Reg.Stampa = 6 - P.IVA 01286400526
URL articolo: https://www.oksiena.it/news/storia-del-palio-fantini-eroi-o-assassini-quarta-parte-030820110017.html