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STORIA DEL PALIO: 2 LUGLIO 1981

News inserita il 06-05-2020

La rimonta di Rimini nel cinquantesimo anniversario della sua nascita.

Cinquanta anni fa nasceva uno dei più forti cavalli dell’ultimo secolo, Rimini, 3 Palii vinti ed una carriera interrotta anzitempo per un infortunio tanto banale quanto ancora oggi avvolto nel mistero. Per ricordare il grande barbero abbiamo deciso di raccontare la sua ultima vittoria, quella del 2 luglio 1981 (che fu anche l’ultimo Palio da lui effettivamente disputato), conquistata per l’Aquila con Bastiano e giunta al termine di una rimonta entrata decisamente nella leggenda.

Quel Palio è ricordato, oltre che per il capolavoro dell’accoppiata aquilina, per la ristrutturazione del corteo storico, con il rinnovo dei costumi, l’introduzione di nuove figure e l’aumento del numero dei figuranti.

Detto dell’Aquila, che per la terza volta si vide assegnare Rimini, ad esultare, la mattina del 29, furono anche la Chiocciola con Panezio, che ricompose con Aceto l’accoppiata vittoriosa 6 anni prima per il rione di San Marco ed il Leocorno con Uana de Lechereo, di ritorno in Pantaneto a soli 11 mesi dallo storico successo dell’agosto ’80, che stavolta fu affidato al debuttante Gesualdo Bersaglia detto Bersaglia. Vantavano chance di vittoria pure l’Oca, per il secondo Palio consecutivo con Valsandro, che fu montato da Tremoto, il Drago con Torquato Tasso e Canapino ed il Bruco con Ascaro e Cianchino. Meno quotate la Giraffa con Bellino e Moretto, che fu comunque inaspettata protagonista di quella carriera, Civetta, Nicchio e Pantera che, per i modesti Ultor, Arlem e Black Magic, fecero esordire rispettivamente Roberto Petroncini detto Pedro, Alfredo Fontani detto Pispolo e Luigi Migheli detto Musino.

La sera del Palio la sorte, come spesso accaduto in precedenza, relegò Aceto e Panezio di rincorsa, ed il fantino sardo, nella ricerca del momento propizio, esitò non poco prima di entrare. Quando la Chiocciola fiancò, un contatto tra Drago ed Aquila costrinse le due contrade ad una partenza infelice, mentre Giraffa, Pantera, Bruco ed Oca furono le più rapide ad uscire dai canapi, girando in quest’ordine a San Martino. Al Casato, l’Aquila, che nel frattempo stava rimontando, sfruttò un corridoio basso e si ritrovò quinta; intanto l’Oca conquistò la seconda posizione dietro la Giraffa, terzo si posizionò il Bruco che sorpassò la calante Pantera, superata davanti alla Cappella, pure dall’Aquila, senza che Musino opponesse la benché minima resistenza nei confronti della rivale. Al secondo Casato, il tentativo di sorpasso interno del Bruco ai danni dell’Oca finì col danneggiare entrambe le contrade, favorendo la progressione di  Rimini e Bastiano che, una volta conquistata la seconda posizione, si lanciarono all’inseguimento della Giraffa. L’ormai stanco Bellino non poté replicare al volo di Rimini e, poco prima del San Martino finale, l’Aquila prese la testa e concluse vittoriosa la carriera. Veemente quanto inutile fu la progressione della Chiocciola che, nel corso dell’ultimo giro, superò diverse contrade, ma non riuscì ad andare oltre il terzo posto.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 
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