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STORIA DEL PALIO: PEPPINELLO

News inserita il 20-03-2020

La breve, ma intensa carriera di Giuseppe Vivenzio.

Cinque carriere corse e due vinte; questo il curriculum di Giuseppe Vivenzio detto Peppinello, una delle tante meteore di Piazza che, al contrario di molti altri fantini, ha lasciato una traccia indelebile nella storia della nostra festa. Le prime due carriere del Vivenzio, che fece la sua prima apparizione sul tufo nella batterie del luglio 1963 su Arianna, furono trionfali. Peppinello debuttò proprio su Arianna nel luglio 1964 (quando esordì anche un certo Andrea Degortes, allora detto Penna Nera), e fu subito vittoria, in un Palio che vedeva favorite la Tartuca con Ettore e Canapino, il Nicchio con Zaffira e Tristezza e l’Oca con Selvaggia e Mezzetto. La corsa non ebbe storia e fu dominata da Peppinello che, grazie ad una partenza al fulmicotone (Arianna saltò addirittura il canape), prese la testa e condusse in scioltezza i tre giri, portando nel Drago di Kinda Barzellotti la terza vittoria consecutiva in 3 Palii corsi, eguagliando il record fatto registrare dalla stessa contrada di Camporegio tra il 1889 ed il 1890. Ad agosto, Vivenzio fece il bis in una carriera rimasta nella storia per i suoi tumultuosi eventi. Peppinello disputò la prima prova nell’Oca su Selvaggia, ma non sentiva la fiducia del popolo di Fontebranda. Così, la sera stessa, dopo la cena, il fantino riuscì ad eludere la sorveglianza degli ocaioli e si allontanò dalla contrada. Intercettato da alcuni torraioli, fu immediatamente condotto a Luriano, a casa dell’allora capitana della Torre, mentre in Fontebranda si vivevano momenti difficili, con i dirigenti che provarono in ogni modo a scendere Vittorino dal Leocorno, ma alla fine dovettero accontentarsi della monta di Bozzolo. Il momento che cambiò quel Palio fu per la provaccia quando Solitario, il fantino della Chiocciola, cadde e si infortunò seriamente, tanto da non poter disputare l’imminente carriera. Capitan Bruttini riuscì ad ottenere dalla Torre Peppinello, ma la cosa non fu gradita dai contradaioli di Fontebranda che, quando la notizia si sparse in città, si rivoltarono così ferocemente che la segnatura dei fantini fu addirittura posticipata al pomeriggio e Peppinello (che per motivi relativi alla sua incolumità, non poté neppure partecipare alle successive due cene della vittoria) fu dispensato dal presenziare sul soprallasso alla passeggiata storica. Gli ocaioli però, non potevano però sapere che il fantino che in quel momento avrebbero voluto linciare, sarebbe stato il loro salvatore. La carriera fu infatti dominata, almeno fino al terzo Casato dalla Torre con Daria e Rondone, la stessa accoppiata che difese i colori di Salicotto anche nel luglio precedente. Peppinello, che subito dopo la mossa prese un calcio proveniente dai palchi da parte del barbaresco monturato dell’Oca, cadde a S. Martino quando era quinto, ma la rimonta di Danubio fu sensazionale e si concretizzò, tra lo stupore e la rabbia dei torraioli, che addirittura sostenevano come lo scosso avesse fatto solo due giri, una volta superato l’ultimo Casato. Da quel momento, la stella di Giuseppe Vivenzio si offuscò pian piano: ritroveremo Peppinello al canape solo in altre tre occasioni, e sempre da comprimario: nel luglio 1965 nella Pantera su Gisella quando, suo malgrado, assistette alla prima vittoria di Aceto nell’Aquila, che provò, senza molto successo, ad ostacolare alla mossa, nell’agosto 1967 nell’Aquila su Pasquino e nel Palio della Luna del 1967 nel Leocorno su Braccobaldo, quando cadde al primo Casato. Nel mezzo, tante prove per Istrice, Montone, Onda, Aquila, Leocorno, Drago, sino alla sua ultima presenza, per la prima prova nel luglio 1974 per la Chiocciola su Robin Hood.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 
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