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"NOI, BLOCCATI IN SPAGNA": L'ATTESA DELLA STUDENTESSA ERASMUS PARTITA DA SIENA

News inserita il 19-03-2020

“Non si è avuta la reale percezione dell'emergenza Coronavirus fino alla chiusura delle frontiere”. Angela Calandra racconta a Ok Siena timori e speranze di chi vive attualmente nella penisola iberica

“Non si è avuta la reale percezione dell'emergenza fino alla chiusura delle frontiere. Gli spagnoli stanno seguendo le procedure e le direttive imposte dal governo. Avrebbero potuto fare qualcosa prima, ma non è troppo tardi per agire e nel complesso sono soddisfatta”. A parlare è chi la situazione la sta vivendo sulla propria pelle, una studentessa Erasmus partita da Siena con la voglia di “crescere in tutti i sensi” e l'idea di “visitare un posto nuovo, conoscere una cultura diversa e viverla in prima persona” che si trova adesso bloccata in Spagna, così come i suoi colleghi, dall'emergenza Coronavirus. Un mostro invisibile difficile da contenere e altrettanto da arrestare che sta cambiando le vite di tutti noi. “La situazione qui è grave, ma sto bene – ci racconta Angela Calandra, 20enne studentessa dell'Università di Siena -. Sono arrivata qui a settembre, non mi sarei mai aspettata tutto questo. Sono però certa che ne usciremo”.

Ha preso consapevolezza dell'emergenza sentendo della situazione in Italia o quando si è ritrovata a viverla in prima persona in Spagna?

“Ho iniziato a riflettere sull'argomento venendo a conoscenza dei casi in Italia, quando hanno chiuso progressivamente la Lombardia e tutto il Paese ho capito la reale portata di un'emergenza inizialmente sottovalutata”.

In Italia il problema è venuto alla luce prima e con più forza rispetto agli altri paesi europei. Lì negli ambienti universitari si parlava di ciò?

“Si discuteva di com'era la situazione, esprimendo ognuno il proprio punto di vista. Non ho però mai sentito qualcosa di più grande: era un discorso circoscritto solamente ai pochi intimi della classe, non a tutta l'università”.

Ha sentito altri studenti Erasmus in territorio spagnolo?

“Ho parlato del tornare in Italia con una ragazza che studia ad Alicante, la mia stessa città. Lei era a sua volta in contatto con altri studenti: alcuni volenterosi di lasciare la Spagna, altri non del tutto convinti”.

Quali indicazioni vi sono arrivate per un eventuale rimpatrio?

“Ci è arrivata una mail in cui venivano spiegati i vari progetti in cantiere e un modulo da compilare qualora si volesse far ritorno in Italia. L'ambasciatore italiano qui in Spagna ha detto che si può partite via nave da Barcellona o tramite voli organizzati dal governo italiano da Madrid o altri aeroporti. Il problema sarebbe poi per chi, una volta giunto in Italia, debba far ritorno a casa propria”.

E voi studenti come dovreste raggiungere il luogo di partenza?

“Dovremmo farlo a spese e responsabilità nostre. Su questo aspetto non c'è stata data nessun'altra indicazione, se non che linee di trasporto interne sono funzionanti”.

Farà ritorno in Italia?

“No, avrei difficoltà nel tornare a casa una volta a Roma o Milano. Ho quindi chiesto se fosse disponibile un trasporto diretto al sud, ma non ho mai avuto risposta. Piuttosto che rischiare ho dunque preferito aspettare, sperando che la situazione migliori”.

Ha paura di rimanere bloccata in Spagna?

“Sicuramente. Per quanto possiamo esserci ambientati qua, anche noi Erasmus abbiamo bisogno di tornare nel nostro Paese”.

Molti studenti lo hanno fatto tempestivamente.

“Avevano paura di restare bloccati, è del tutto comprensibile e li capisco perfettamente”.

In tutto ciò l'università di Siena come vi supporta?

“Ci mandano continuamente mail con aggiornamenti, come ad esempio il modulo sul rimpatrio e le parole dell'ambasciatore italiano. Al tempo stesso ci tengono al corrente su tutti gli sviluppi e le idee e sono reperibili per via telematica”.

Si aspettava un maggior appoggio da parte delle istituzioni universitarie e governative?

“Non posso lamentarmi, ci tengono aggiornati su tutto e basta andare sul sito dei vari ministeri per reperire informazioni. Un appoggio in più è però sempre gradito”.

Giacomo Principato

 

 
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