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STORIA DEL PALIO: LE CARRIERE DEL 600 TRA MISTERO E REALTÀ

News inserita il 10-02-2020


Le carriere fino al 1691 sono circondate da un alone di mistero a causa della pochezza di documenti giunti sino a noi.
Orlando Papei sul suo sito www.ilpalio.org, senza avanzare alcuna pretesa, ha provato a far un po' di chiarezza, basandosi esclusivamente su documenti coevi reperiti in vari archivi.
Va premesso che i verbali delle vittorie e il relativo carteggio sono stati redatti dai cancellieri di Biccherna solo a partire dal 1692, ignorando quelli di tutte le Carriere disputate in precedenza, a partire dal 1633 anno in cui è documentato il primo Palio “alla tonda”.
Dal 2 luglio del 1692 disponiamo così di una fonte ufficiale di notizie, la cui piena attendibilità è appena sfiorata dalla negligenza di qualche cancelliere di Biccherna.
Non altrettanto sicuri sono i cenni esistenti sui Palii anteriori al 1692, che raramente sono suffragati da documenti certi e inoppugnabili. Infatti, i testi che analizzano il Palio di questo periodo, sono stati scritti a distanza di molti anni da autori (Zazzeroni, Lisini, Grassi, etc.) che hanno usato più la fantasia del rigore storico e che troppo frequentemente hanno attinto da manoscritti non originali, spesso elaborati da autori vissuti nei secoli successivi al Seicento.
A tal proposito, citiamo: Alessandro Bandiera che nacque nel 1699; l'abate Agostino Prov[v]vedi nel 1746; Antonio Bandini nel 1759; Giusto Gagliardi nel 1768; Antonio Aurieri nel 1788; il Conte Antonio Hercolani probabilmente sul finire del Settecento; Flaminio Rossi nel 1808; Silvio Burgassi nel 1828 e Alberto Comucci nel 1862.
E’ certo comunque che nel periodo esaminato (1633-1691), il Palio non veniva effettuato con la regolare cadenza di due volte all'anno come oggi, ma piuttosto era organizzato in occasione di festeggiamenti, celebrazioni e ricorrenze.
Soltanto nel 1656, stando a quanto riportato dal Collegio di Balia, ma più correttamente nel 1659, quando una delibera della Biccherna accettò la proposta dei Deputati della Festa di Provenzano, venne stabilito che il Palio venisse corso ogni anno, il 2 di luglio, mentre per la regolarità di quello di agosto si dovrà addirittura attendere i primi dell'Ottocento.
Come è noto, esiste anche un Albo delle Vittorie compilato dal Comune di Siena, ma anche questo è sostanzialmente frutto degli stessi manoscritti, piuttosto che di ricerche originali. L’Albo è stato più volte aggiornato a seguito di alcuni solleciti presentati a suo tempo dalle Contrade, allorché sono emerse inedite notizie, alle quali lo stesso Comune ha voluto aderire, ma non sempre.
Infatti ad oggi sono ancora pendenti alcuni riconoscimenti richiesti dalle Contrade, primi fra tutti in ordine temporale quelli presentati dall'Onda nel 1891 e dalla Tartuca nel 1895.
Alcune difficoltà sono sorte riguardo all'identità dei fantini vittoriosi di questo periodo: ad eccezione di quello della Torre (Palio del 1656), del Leocorno (1664), dell'Onda (1666, 1669 e 1671), dell'Oca (1673) e dell'Istrice (1688), non si sono trovati dei veri riscontri, e per quanto concerne i nomi di coloro che vengono indicati nelle pagine della prolifica bibliografia paliesca, potrebbero essere soltanto frutto della fervida immaginazione di sedicenti storici che, guarda caso, hanno sempre omesso di fornire le fonti di provenienza delle notizie.

Si ringrazia Orlando Papei per la gentile collaborazione.

foto tratta dal sito www.ilpalio.org

 

 
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