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OK MUSICA: MESCALA, "LA SPIAGGIA DI CAEN" DEL CANTAUTORE SENESE

News inserita il 31-12-2019

Il 16 dicembre è uscito il suo nuovo EP di cinque brani, disponibile online su Spotify e YouTube

Ha un grande potere evocativo la musica di Mescala, pseudonimo di Giacomo Francini. Ogni volta che premo play e partono in riproduzione i suoi brani dalla forte base acustica e dai testi introspettivi, mi vengono in mente a sprazzi le immagini di un mondo che esisteva non molto tempo fa e che il cantautore senese riporta alla luce con la stessa nostalgia che si riserva ad un passato o ad un luogo in cui siamo stati bene. Dopo aver suonato con il gruppo beat Hashmir e aver formato la band Mescala nel 2014, nel 2017 è iniziato questo suo progetto solista, in cui prende forma artistica la sua passione per la musica e per la fotografia. Il 16 dicembre è uscito il suo nuovo EP di cinque brani La Spiaggia di Caen disponibile online su Spotify e YouTube

Hai scelto come nome d’arte “Mescala”; perché?

Un intreccio di motivi. Una sera stavo strimpellando in salotto e alla TV stavano trasmettendo Lo chiamavano Trinità. L’antagonista, che poi è buffo come tutti i cattivi di Bud Spencer e Terence Hill, si chiama Mescal. In quel periodo, fra le orribili cose che mi piaceva bere, c'era il Mescal (o meglio Mezcal), un rum, che poi tanto orribile non è. In più avevo preso una fissa con la mescalina dopo aver visto Paura e Delirio a Las Vegas (intendo una fissa platonica, non è che mi alzavo la mattina e mi facevo un caffè corretto...). Come è possibile notare, il nome continuava a uscire fuori e alla fine mi sembrò che suonasse bene per una band, perché aveva un "non so che" di italico e di esotico allo stesso tempo, che mi piace molto.

Cosa rappresenta la musica per te? 

La musica è ovunque da sempre per l'umanità, non solo per me. Dunque non la considero semplicemente un hobby o una passione, ma l'essenza stessa del nostro essere umani.

Come ti sei avvicinato alla musica? 

A dir la verità non me lo ricordo, ma so che sin da piccolissimo, stando a quanto dice mia madre, cantavo e ballicchiavo parecchio. Lucio Dalla mi faceva letteralmente impazzire. Però ho cominciato tardi a suonare; a 17 anni abbondanti iniziai con la chitarra e il merito, o il demerito, va agli Oasis.

Quali sono le tue icone e gli ascolti che ti hanno maggiormente influenzato?

Oasis, Lucio Battisti, Tom Waits e Beatles sono gli artisti che mi hanno maggiormente influenzato. Poi quand'ero ragazzino ascoltavo molto anche Queen, Nirvana, Doors e il brit-pop in genere.

So che sei appassionato di fotografia e che partecipi attivamente anche alle riprese dei tuoi video musicali. A cosa ti ispiri nella costruzione dell’immaginario visivo di Mescala?

In realtà i video che ho girato per Mescala (La verità e Signorina in blu) non sono particolarmente vicini all'idea che avrei in mente per la mia musica perché sono troppo colorati. Trovo invece non solo bellissimo, ma anche molto vicino all’idea più malinconica e introspettiva che vorrei avessero i prossimi progetti, il video girato da Tommaso Dironato e registrato live al The Way di Siena. La canzone del video è Prima di partire, la trovate su YouTube se volete darle un’occhiata, è fighissima!

Il 16 dicembre è uscito il tuo nuovo EP "La Spiaggia di Caen". Se ti chiedessi di descriverlo con tre parole, quali useresti?

Allegro, malinconico, polloallemandorle.

In questo nuovo progetto senti di essere in linea con i precedenti o di aver aggiunto degli elementi di discontinuità?

È in linea perché ho scritto i pezzi praticamente nello stesso periodo in cui è uscito il primo disco, due annetti fa, ma è anche diverso perché volevo un suono più elettronico, con meno chitarre e un po' più di synth. Anche se poi alla fine la base acustica rimane forte.

Recentemente abbiamo assistito alla chiusura di due locali importanti per la musica live nel centro di Siena. Cosa pensi a riguardo? Secondo te quali azioni potrebbero essere intraprese per promuovere la musica dal vivo nella nostra città? 

È un bel casino. Manca la cultura dell'ascolto e, tralasciando la penosa questione del Cacio&Pere, che è stata una vergogna gigantesca, i locali in genere non puntano più molto sulla musica dal vivo. Vanno molto di moda i DJ set e non mi sembra che ai ragazzini manchi più di tanto trovare una band su un palco che fa musica e in particolare musica propria, lascio perdere le cover band perché mi fanno c*****. Ci sono tanti gruppi che conosco che non riescono più a trovare molte serate, né a Siena né in altre città. In ogni caso, tornando a Siena, a volte ce ne dimentichiamo e pensiamo di essere New York, ma si parla di un paese di sessantamila abitanti; il bacino di utenza è ristretto e dunque i locali non possono permettersi molti salti mortali, soprattutto senza il sostegno delle istituzioni.

Nel corso del secolo, grazie all’introduzione di nuove tecnologie a portata di tutti e delle piattaforme streaming, la musica ma anche lo stesso fare musica sono stati oggetto di numerosi cambiamenti. Ti senti più un nostalgico o vedi anche negli anni recenti delle cose interessanti e positive? 

Ho quasi quarant'anni, tendo al nostalgico, soprattutto perché la musica mainstream di oggi mi dà la nausea. Però le tecnologie moderne ci permettono di andare oltre e cercare quello che più ci piace. Alla fine su piattaforme tipo Spotify è possibile trovare praticamente di tutto e quando vuoi, il che è una gran cosa. Nel 1995 per ascoltare un disco dovevi comprartelo e non costava noccioline. Quindi meglio oggi, basta spengere la radio che passa quelle m****** moderne. 

Prossimamente ci sarà la possibilità di sentirti dal vivo? Se sì dove e quando?

Sto discutendo con Damiano Magliozzi della Gorilla Punch, che è l'etichetta indipendente di Siena che mi ha prodotto l'EP, e lui ha diversi progetti in divenire che spero possano concludersi bene. Al momento nessuna data in programma quindi, ma ci stiamo lavorando.

Francesca Raffagnino

 

 
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