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STORIA DEL PALIO: 2 LUGLIO 1937

News inserita il 17-01-2019

L’accordo svelato favorì la vittoria della Lupa.

Alla metà degli anni ’30 dello scorso secolo, subito dopo lo scioglimento del TONO, si costituì una nuova alleanza tra quattro contrade (Aquila, Drago, Lupa e Montone), detta la “piccola quadruplice”, che portò alle componenti numerosi benefici, non solo per ciò che riguarda le vittorie sul Campo, ma anche sotto il profilo economico. Visti i ripetuti successi della piccola quadruplice, la Torre, che non vinceva dal 1910, e che in più di un’occasione aveva sfiorato la vittoria, riuscì nell’autunno del 1936 ad avvicinarsi a questo particolare sodalizio, al fine di poter finalmente conquistare l’agognato cencio.

Il Palio del 2 luglio 1937 avrebbe dovuto essere quello dell’apoteosi torraiola, ma la tratta scompaginò tutte le carte in tavola. Nella stalla di Salicotto finì infatti la modesta Masina, che venne affidata a Bubbolino, mentre i cavalli migliori, Ruello, Folco e Aquilino andarono rispettivamente a Onda, Lupa e Tartuca. La dirigenza torraiola non si scoraggiò ed a suon di biglietti da mille provò a sistemare le cose, piazzando Tripolino nella Lupa e lo Sgonfio nell’Aquila, promettendo altresì cospicue somme di denaro alle altre consorelle in caso di vittoria. Ma il patto, che ovviamente doveva restare segreto, fu incautamente svelato: si narra infatti che l’euforia giocò un brutto scherzo al priore della Torre che, nelle notte precedente la carriera, durante una partita a carte ai Rozzi, divulgò inavvertitamente alcuni dettagli dell’accordo che, in pochi minuti, si diffusero a macchia di leopardo in tutta la città, mandando a monte un anno di lavoro della dirigenza. Infatti, nell’immediatezza del Palio, Tripolino, senza neppure troppe spiegazioni, fu esortato a tirare a vincere dalla sua dirigenza, e lo stesso accadde ad altri fantini. Alla mossa, comunque, le cose sembravano mettersi bene per la Torre; aiutato dal fedele Sgonfio che spinse tutti verso il basso, Bubbolino, di rincorsa, riuscì a cogliere la miglior partenza possibile, prendendo in pochi metri la testa seguito da Pietrino nell’Istrice che si limitava a guardare le spalle alla Torre, senza portarle nessuna attacco. Ma nell’ultimo giro, Tripolino spinse a fondo Folco che, con un passo superiore, superò in poche battute Istrice e Torre, riportando così il drappellone in Vallerozzi. Il dopo palio fu assai turbolento con i torraioli delusi che diedero sfogo alla loro rabbia invadendo le strade della Lupa inscenando violenti scontri con i lupaioli. Alla fine però, i più delusi furono i fantini che, con la vittoria della Lupa finirono con l’incassare molti meno soldi di quelli che avrebbero senz’altro messo in tasca con la vittoria di Salicotto.

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 
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