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I PITTORI STRANIERI DEL PALIO DI SIENA, LA STORIA CONTINUA

News inserita il 09-08-2018

I 16 artisti internazionali che hanno omaggiato la Festa

Il fascino che la bellezza e la cultura italiana suscitano nel mondo è tanto grande quanto l’urgenza di tenerlo sempre a mente per non rischiare di dimenticarsene e trascurarlo. Perciò non deve destare troppo stupore che una tradizione come il Palio, anche se istituito dai senesi per i senesi, richiami l’attenzione di persone provenienti da culture diverse e lontanissime, anche dal punto di vista geografico, dalla nostra. Dal 1975 a oggi sono sedici gli artisti stranieri che hanno accolto la difficile sfida di cimentarsi nella pittura del Drappellone, rimasti folgorati dal clamore della piazza gremita, dal calpestio dei cavalli frementi per la corsa e dal tripudio di colori in festa. Da questo incontro tra Siena e l’estero sono venute alla luce delle opere d’arte che si fanno portavoce della commistione di culture diverse che sulla seta convivono in armonia senza confondersi. Il primo autore di questa artistica fusione fu Sho Chiba (1926 - 1987), che dipinse il palio del 2 luglio 1975, vinto dalla contrada dell’Istrice. Nato a Iwate, città del nord del Giappone, aveva iniziato la sua carriera come pittore a Tokyo quando nel 1958 arrivò a Siena, affascinato dalla sfumatura di colore che porta il nome della città e dalla sua cultura. Tra i più grandi pittori orientali contemporanei e tra i dirigenti dell’associazione Italia - Giappone nel Drappellone da lui realizzato confluiscono manifestamente le sue origini in uno scambio visivo tra le espressioni artistiche dei due paesi.
Il Palio non si spinge soltanto fino alle sponde d’Oriente, ma incontra anche alcuni protagonisti delle più importanti correnti artistiche del secondo dopoguerra. Joe Tilson, Jim Dine e Manolo Valdés, rispettivamente tra i maggiori esponenti della Pop art britannica, americana e spagnola, interpretarono l’antica tradizione paliesca mescolandola con i caratteri della loro personalità e del loro movimento, che ha segnato la storia dell’arte contemporanea. Ciò è appurabile, ad esempio, osservando il modo particolare con cui Joe Tilson ha rappresentato lettere, date ed elementi decorativi sul retro del Drappellone vinto dalla contrada del Bruco il 16 agosto 1996.
Uno dei fondatori di un’altra corrente artistica, la Figuration Narrative, sviluppatosi negli anni Sessanta, rimase positivamente colpito da Siena e, in particolare, dallo spettacolo delle crete; Gérard Fromanger. Nato a Pontchartrain in Francia nel 1939, partecipò nel 1964 all’esposizione a Parigi Mythologies quotidionnes, con cui venne inaugurato il movimento in reazione al dilagante successo della Pop art. La sua arte militante e attenta all’impegno sociale, che si concretizzò anche durante il sessantotto parigino con la produzione di manifesti e di un film di propaganda con Godard, si pose al servizio della realizzazione del Drappellone per la carriera del 16 agosto 1989, dedicata ad una celebrazione importante; il II centenario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino elaborata nell’anno di inizio della Rivoluzione francese. In occasione delle ricorrenze, infatti, questi artisti non dovettero soltanto sondare e assimilare in poco tempo la complessità della tradizione paliesca per farne un’opera pittorica degna, ma in aggiunta omaggiare dignitosamente personaggi e anniversari importanti per la storia della città e d’Italia, sempre comunque culturalmente distanti da loro. È il caso dell’artista e sacerdote statunitense John Baptist Giuliani, che pitturò il Drappellone per la carriera del 2 luglio 2001 come una panoramica sulla città dall’idealistico studio del dedicatario Pietro Andrea Mattioli, oppure dello scultore, pittore e incisore bulgaro Ivan Dimitrov, che riportò una poesia di Mario Luzi sul retro del cencio dipinto in sua memoria e vinto il 16 agosto 2014 dalla contrada della Civetta. Da ricordare anche il belga Jean-Claude Coenegracth, che fece confluire la sua conoscenza della pittura fiamminga e dell’eredità di Albrecht Dürer nel Drappellone per la carriera del 16 agosto 2016 dedicato ai 70 anni dal diritto di voto alle donne in Italia, e l’artista anglo-balinese Sinta Tantra che, nel realizzare il cencio destinato all’anniversario della nascita di Giovanni Duprè, prese a modello l’opera Saffo dello scultore per inserirla all’interno di uno spazio architettonico costellato di geometrie e colori, che denotano il suo stile. Alcuni di questi pittori, nel tentativo di reinterpretare in chiave personale questa tradizione senese così antica, cercarono dei punti di contatto con la loro cultura; Eduardo Arroyo, originario di Madrid e autore del Drappellone per la carriera che vide il trionfo della contrada della Pantera il 16 agosto 1991, collegò il mescolamento di sacro e profano, rito e gioco e l’elemento popolare nel Palio alle feste spagnolesche del Cinque - Seicento e cercò di riprodurre questa spettacolarità che entrambe condividevano. L’artista libanese Ali Hassoun, in occasione del 750° anniversario della Battaglia di Montaperti, volle ricordare in una contaminazione pittorica di culture quegli arcieri saraceni, guardie fedeli della casata di Svevia, che parteciparono allo scontro.
Questa tradizione senese ha rappresentato anche un’occasione per dimostrare la passione per la storia dell’arte italiana, su cui alcuni di loro hanno condotto studi approfonditi; il colombiano Fernando Botero, mentre apprendeva la tecnica dell’affresco all’Accademia di Belle Arti a Firenze, perfezionò la sua arte copiando opere di Giotto, Piero della Francesca e Andrea del Castagno. Nel Drappellone del 16 agosto 2002 da lui dipinto le figure presentano quelle forme rotondeggianti che contraddistinguono la sua arte. Il polacco Igor Mitoraj (1944 – 2014) era un grande amante e conoscitore della cultura classica e la sua passione per i personaggi mitologici è ben visibile nel cencio vinto dalla contrada della Tartuca il 16 agosto 2004 in cui pitturò anche un centauro alato coronato d’oro che allude alla tensione brutale verso la vittoria. A testimoniare ulteriormente il fascino internazionale che questa emozionante corsa è in grado di suscitare sono la distanza culturale e geografica degli ultimi due artisti; Alison Roux di origini sudafricane e l’abile acquarellista e illustratore di testi di Kafka, Borges e Prévert Jean-Michel Folon (1934 – 2005), nato a Uccle in Belgio.
Ad un altro pittore belga, di fama internazionale e tra i maggiori neo-espressionisti, Charles Szymkowicz è stata assegnata la realizzazione del Drappellone per la carriera del 16 agosto 2018.
Non resta che attendere la presentazione di venerdì 10 agosto per vedere cosa la contaminazione di culture diverse ha nuovamente prodotto.

Francesca Raffagnino

 

 
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