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STORIA DEL PALIO: BUBBOLO

News inserita il 19-07-2018

La vita di Aldo Mantovani, tra vittorie, risse e coltellate.

Nei tempi antichi, non era raro sentire i senesi, magari al termine di un alterco, dire la famosa e minacciosa frase “ti metto le budella in mano come fecero a Bubbolo ”. Ma da dove deriva questo colorito detto? E chi era Bubbolo?

Bubbolo, al secolo Aldo Mantovani, fu un noto fantino dei primi anni del XX secolo, che deve il suo soprannome ad un vezzo di infanzia, cioè quello di indossare sempre degli abiti con attaccati dei campanellini, o “bubbolini”. Debuttò in Piazza appena diciannovenne nello straordinario della “stampa francese” del 1910 e, fino al 2 luglio 1936, data della sua ultima apparizione, vinse 4 volte: nell’agosto 1911 nel Drago, nell’agosto 1914 nella Tartuca, nel luglio 1926 nella Pantera su Giacca e nell’agosto 1931 nell’Oca con Tordina. Dal carattere focoso e spesso al centro di risse nel centro cittadino (famosa la scazzottata con i contradaioli del Nicchio che lo rimproveravano di aver tenuto un comportamento ostile verso la loro contrada durante una carriera), Bubbolo è rimasto celebre, oltre che per i suoi successi sul Campo,  per un episodio cruento che lo vide protagonista nel Palio di agosto del 1919. La tratta di quel Palio favorì la Tartuca con Scodata e la Selva con Stellina. Quest’ultima, così come accaduto a luglio, provò ad accaparrarsi il Mantovani, ma lui preferì andare in Tartuca, forse anche a causa di uno screzio avuto con il barbaresco selvaiolo Calvani per l’entità di una mancia. In Vallepiatta si alternarono allora più fantini, finché la scelta di Nappa sembrava quella definitiva. La sera della vigilia, la dirigenza tartuchina intercettò Nappa e riuscì a comprarlo a suon di fogli da mille. La cosa non sfuggì però ai selvaioli che, per la provaccia, fecero sparire Nappa e si presentarono con Randellone, ingaggiato con il preciso intento di provocare Bubbolo. Tra i due nacque una discussione che si tramutò, durante i tre giri, in una lite a suon di cazzotti e spintoni, che proseguì anche terra mentre, poco lontano dai duellanti, anche selvaioli e tartuchini cominciarono a scambiarsi “opinioni” poco amichevoli. La Giunta Comunale si riunì subito e squalificò i due fantini per il Palio di quella sera, costringendo Selva e Taruca a ripiegare rispettivamente sul Moro e su Picino. A poche ore dalla carriera, Bubbolo, che voleva veder chiaro nella vicenda, accompagnato dai fratelli e da un cugino, si recò in Vallepiatta per chiedere spiegazioni sull’accaduto (o, come sostenuto dai vecchi della Selva, per farsi giustizia sommaria). A questo punto le versioni sull’accaduto sono decisamente contrastanti; la più accreditata vuole che il gruppo dei Mantovani venisse raggiunto da alcuni selvaioli, tra i quali c’era il Calvani, per nulla contenti della sgradita presenza nel loro territorio a poche ore dal Palio. Ne scaturì rapidamente una zuffa ed all’improvviso spuntò un coltello con il quale furono feriti Bubbolo, che risultò il più grave, e due suoi fratelli. Con “le budella in mano”, Bubbolo fu immediatamente condotto al Santa Maria della Scala, dove venne sottoposto ad un delicato intervento chirurgico mentre, in Piazza, la Selva conquistava la vittoria proprio davanti alla Tartuca.
Il dopo Palio nel rione di Vallepiatta risultò però poco festoso: tutti i dirigenti furono fermati dai carabinieri ed interrogati fino a tarda notte, il Calvani arrestato. Bubbolo intanto si stava riprendendo dopo un lungo, ma perfettamente riuscito, intervento, e ad al medico che gli chiedeva come stesse, sembra che, con un beffardo sorriso pieno di amarezza, rispose: “sònano le ‘ampane, ha vinto la Selva!”

Davide Donnini

Foto tratta da www.ilpalio.org

 

 

 
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