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DA POGGIBONSI A SANTIAGO: DIARIO DI UN CAMMINO (15)

News inserita il 14-04-2018

Da Sarria a O Pedrouzo, la penultima tappa segna il passaggio dal centesimo chilometro a Santiago, come il triangolo rosso del ciclismo è il segno che la meta è a portata di piede. Ormai è un avvicinamento frenetico e colmo di attesa per tutti

Cento, il cippo che ti dà la spinta finale. Mancano solo cento chilometri a Santiago, pochi per chi ne ha già percorsi più di seicento, il segno che ci stiamo avvicinando inesorabilmente. Santiago si avvicina, la gente aumenta e i chilometri diminuiscono, ancora è presto per tirare le somme ma i pensieri su cosa rappresenta ciò che si sta per compiere si fanno insistenti.
Lasciandoci dietro il cippo la strada continua tra boschi, saliscendi e piccoli villaggi senza nome, che talvolta confondono il viandante dando indicazioni sbagliate, sulle distanze e sui tempi. La discesa su Portomarin è lenta ma costante, distesa al bordo della diga di Belsar, è stata ricostruita negli anni 60 quando fu costruito l'invaso che ricoprì la vecchia cittadina. É stato salvato solo parte del ponte sul Minho e la chiesa del paese, entrambi ricostruiti completamente sulla collina dove è stata costruita la nuova città.
Portomarin nuova, è artificiale come lo è il Cammino in questo ultimo tratto fatto di troppa gente e decine di alberghi ristoranti e strutture ricettive che soprattutto in estate si riempono di turisti, con l'andare dei chilometri, sono diventato più solitario, ma è un sentimento che accomuna tutti coloro che sono partiti dall'inizio, il fastidio verso la calca, la folla, la massa turistica che affolla quest'ultimo pezzo è il tratto distintivo tra pellegrino di lungo corso e pellegrino smart, figlio del tutto compreso e compresso in una settimana. E' una distinzione che fa parte del Cammino stesso, non c'è niente da fare, ognuno ha i propri impegni e i tempi da spendere sono spesso limitati.
La Galizia verde e boscosa è una terra affascinante, terra di mare, terra di pescatori, il cui pesce è rinomato in tutta la Spagna, la cucina gallega è basata molto su questo alimento, anche nelle aree montane e decisamente lontane dal mare. Melide è famosa per il polpo, anche se il mare è a centocinquanta chilometri, qua i polpi la fanno da padrone. Le sue polperie si contendono i viandanti, alcuni scelgono una altri l'altra la contrapposizione pare sia polperia cittadina vs polperia per turisti, una è raccomandata dai locali, l'altra dalle guide, anche sul polpo pare ci sia da distinguersi tra turisti e non.
La presenza turistica sta diventando una costante, frotte di uomini donne e bambini percorrono il Cammino soprattutto nelle ore mediane, se al mattino presto non si vede nessuno, alle dieci carovane di turisti sciamano lungo i sentieri, il pomeriggio molti arrivano agli ostelli molto tardi altri rischiano di non trovare posto e si arrangiano. Viaggiare senza un minimo di organizzazione confidando nella buona sorte può essere una forma differente di viaggiare, ma si deve sempre aver coscienza di quello che si sta facendo per non correre rischi inutili e trovarsi in situazioni nelle quali non siamo preparati fisicamente e psicologicamente. Basta un po' di sana organizzazione e arrivare a Santiago non è un problema.

Filippo Landi

 

 
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