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LA BATTAGLIA DI CHIUSI DI SCENA AL TEATRO

News inserita il 21-06-2017

Nella notte del 21 Giugno 1944 la cittadina etrusca è stata testimone di un violento scontro tra tedeschi e alleati

Ogni teatro racchiude al suo interno migliaia di storie, tante quante il numero di spettacoli che vengono messi in scena, ma non solo, potremmo aggiungere la storia di tutti coloro che vi sono passati: spettatori, attori, musicisti... Storie ordinarie e straordinarie. Il teatro comunale di Chiusi potrebbe narrarne davvero moltissime sin dal giorno della sua inaugurazione, avvenuta il 26 giugno 1938 alla presenza di molte autorità provinciali e locali. Tre giorni più tardi, mercoledì 29 venne messa in scena la prima opera teatrale: “Amico Frizt” dove a dirigere l'orchestra “Sinfonia delle maschere” era proprio il grande maestro da cui il teatro prende il nome: Pietro Mascagni. Tra le tante storie, fatte di personaggi illustri e opere meravigliose, il teatro di Chiusi ne racchiude una particolarmente nera e infausta, che avvenne solo sei anni dopo la spensierata serata inaugurale. Era sempre un mercoledì, quando la città di Chiusi venne occupata da una pattuglia alleata di truppe sud-africane , la notte del 21 Giugno 1944. La mattina seguente una compagnia tedesca dislocata a pochi chilometri dalla città entrò a Chiusi con l'ordine di riprenderla per consentire la ritirata ai reparti tedeschi che combattevano a sud della città.

Così alle prime luci del nuovo giorno la compagnia alleata, che si era insediata all'interno del teatro, si trovò sotto attacco tedesco. Tre erano i carri armati che bombardavano l'edificio, e i colpi lo scossero facendo cadere parte del tetto. Riuscendo a crearsi un varco i tedeschi provarono, invano, ad entrare. Nonostante gli alleati fossero riusciti a respingere l'assalto tedesco, rimanere all'interno dello stabile sarebbe stato un suicidio, ma l'ultima speranza della compagnia di uscire dal teatro nascondendosi nel fumo fu miseramente disillusa, poiché una volta fuori si trovarono a quindici metri di distanza da sei cannoni puntati verso di loro. Dopo circa quattro ore e mezzo di battaglia, alla compagnia non restava che la resa. Ciò che era rimasto delle quattro mura del teatro racchiudeva uno spettacolo terrificante: un pavimento coperto da sangue e calcinacci che a loro volta celavano i corpi dei morti e dei feriti. Quest'ultimi furono portati nella piazza dove era stato allestito un pronto soccorso e furono proprio i soldati tedeschi a curare i feriti sudafricani.

Un racconto di guerra come molti altri che segnarono quel periodo, alcuni finiti per essere dimenticati, altri messi per iscritto per essere lasciati ai posteri. Così ha fatto Giulietto Betti con “Chiusi 1943-1946”, una ricostruzione storica della Chiusi di quegli anni. Un modo per aiutare la consapevolezza e la memoria, come le due lastre attaccate alla parete del teatro di fronte all'ingresso: la prima “a ricordo del sacrificio di sangue e di rovine che nella notte tra il 21 e 22 giugno 1944 si produsse in questo teatro nell'aspro scontro tra una pattuglia alleate di truppe sudafricane liberatrice e tedeschi occupanti” e la seconda appesa in occasione della visita di un gruppo di reduci Sudafricani che cinquant'anni più tardi tornò al teatro per rendere omaggio ai compagni caduti. A Chiusi il teatro rende sempre un po' più vivo il paese, molti Chiusini gli devono bei ricordi e grandi emozioni che arricchiscono la loro storia ed è per questo che non dovremmo dimenticarci della sua.

Elisabetta Crezzini

 

 
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