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BLOCK NOTES: IN DIFESA DEL NOSTRO TERRITORIO, CON LE ARMI SPUNTATE

News inserita il 28-08-2015


Le catastrofi dovute alle "bombe d'acqua" molte volte sono dovute anche all'incuria dell'uomo e non solo alla forza della natura.


Al di là della facile ironia  sul caldo- caldo che porta la colonnina costantemente oltre i 30 gradi nei mesi estivi, quelli del solleone, e sul freddo rigido che impera in inverno, bisogna prendere atto che le “bombe” d'acqua, termine abusato al posto di nubifragio, sono diventate in questi ultimi anni delle calamità pericolosissime per il nostro territorio, il nostro delicato sistema idrogeologico e per il nostro ecosistema.

A distanza di due anni il centro storico di Buonconvento va ancora sott'acqua...lo stesso accade nella piana dell'Arbia,  alle More di Cuna, Ponte e Monteroni...e anche Asciano soffre maledettamente.

“Stiamo sotto” e quando “piove come le funi” - un modo dire sintetico e quanto mai efficace usato dai nostri nonni -  diventa difficile ripararsi.

Contro la natura e le sue bizzarrie abbiamo moltissime volte le armi spuntate. Ma diciamolo francamente, fra noi, tanto nessuno ci sente, le armi le abbiamo spuntate noi, con i nostri sconsiderati comportamenti nei confronti dell'ambiente nel quale abbiamo avuto, comunque, la fortuna di nascere e crescere.

Lasciamo perdere, per un attimo, i danni prodotti dal progressivo e disastroso surriscaldamento della nostra atmosfera, a fronte del quale gli interventi di singole amministrazioni possono il giusto, ma cosa dire del mancato drenaggio dei nostri corsi d'acqua, della pulitura approssimativa del letto di torrenti, fiumiciattoli e fossi, per non parlare delle sponde delle vie d'acqua, lasciate spesso in uno stato di pietoso abbandono. E' del tutto evidente, poi, che aver costruito nuove periferie in zone alluvionali non sia stata una mossa geniale, ma una “pensata” che non fa certo onore al bravo amministratore che deve usare, almeno, l'accortezza che un buon padre di famiglia ha verso i suoi cari.

 Nel “dramma” c'è solo da andare fieri delle prontezza con la quale amministratori e cittadini si sono mossi e della solidarietà concreta dimostrata da Sindaci e dai dipendenti dei servizi di pronto intervento e volontari...a sostegno dei Comuni più colpiti. Credo che la gente dei nostri bellissimi borghi e campagne abbia sentito intorno a sé il calore e l'appoggio di tutti i Senesi.

Ma ora dobbiamo guardare avanti, senza piangere sul latte versato, dando da subito le gambe ad un progetto condiviso da tutte le amministrazioni del territorio senese, capace di rendere più sicuro il nostro ambiente. Difendendo la nostra ricchezza agroalimentare, impegnandosi solidalmente in un disegno fattivo e, perchè no?, innovativo.

Credo che sia giunta l'ora di spostare verso la salvaguardia del territorio somme finora destinate ad altre attività, a volte non necessarie e qualche volta effimere. Insomma non basta chiedere lo stato di calamità naturale, bisogna guardare seriamente in prospettiva futura.

Lo so, il Monte non potrà darci il contributo economico finanziario negli anni delle vacche grasse atteso, ma, chissà, nelle difficoltà potremmo ritrovarci e potremmo riscoprire quel senso di “solidarietà” che egoismi particolari e territoriali aveva miseramente sfilacciato e disperso.

Concretezza, mi raccomando, dei buoni propositi sono piene, appunto, le fosse.

Roberto Morrocchi

 

 
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