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L'EROICA ATTRAVERSO LE PAROLE DI GIANCARLO BROCCI, L'IDEATORE DELL'EVENTO

News inserita il 26-08-2015

 

A poco più di un mese dall'evento, in programma a Gaiole in Chianti domenica 4 ottobre, ripercorriamo l’affascinante storia di un successo italiano esportato in ogni angolo del mondo.

 

A poco più di un mese dalle emozioni de L’Eroica, in programma a Gaiole in Chianti domenica 4 ottobre, ripercorriamo l’affascinante storia di un successo italiano esportato in ogni angolo del mondo con un’intervista a Giancarlo Brocci, ideatore dell’evento.

Quando è iniziato il suo interesse per la bicicletta e per il ciclismo?

<Il mio interesse per il ciclismo data dall'età della ragione. Al Barrino, luogo ben presente nella mia infanzia in Gaiole in Chianti, di ciclismo si parlava sempre e si scorrevano i giornali. Come spesso ho raccontato, mi facevano leggere al lunedi mattina sia "La Nazione" che "Il Mattino" di Firenze quando ancora non andavo a scuola ed ero un precoce autodidatta. Ancora si parlava di Bartali e Coppi, a distanza ormai di anni; ma il duello era ben vivo. Il mio primo tifo fu per Vittorio Adorni, i miei primi giochi i giri d'Italia coi tappini>.

Lei è un ciclista praticante? Che esperienze ha maturato in passato?

<Con la bicicletta, oggi, ho un rapporto come con gli amici veri: la frequento molto meno di quanto vorrei. Non sono stato un ciclista praticante da giovane, purtroppo; ho cominciato con continuità "grazie" ad un crociato rotto, all'età incombente ed al controllo degli effetti di un appetito robusto; ma si era già ad inizio terzo millennio. Poi ho fatto un po' di tutto, relativamente ai miei ovvi limiti di potenza. Mi sono proposto come cicloturista di lunga lena ed in quel campo ho accumulato tante medaglie: due Parigi-Brest-Parigi, una Bergamo-Roma- Bergamo, una Mille1 Miglia, una Bordeaux-Parigi, due Trondheim-Oslo, sei Prestigi consecutivi (2001-2006). Poi Roubaix, Liegi, Fiandre, Marmotte, Etape du Tour, Vuelta de Cuba, Cape Argus, due robe matte in California, varie Granfondo del Deserto. Diciamo che le più dure e lunghe alla portata dei "normali" le ho fatte tutte, fino alla rottura del bacino in una caduta banale alla Maratona delle Dolomiti del 2007. Ma più che quella rottura hanno potuto, nel limitarmi la carriera, le altre imprese organizzative. Soprattutto l'esperienza del Giro Bio>.

Come le è venuto in mente di organizzare L’Eroica?

<Come raccontato, io sono stato prima di tutto un appassionato letterario e suiveur del grande ciclismo. I più importanti giornalisti e scrittori si erano cimentati nel racconto delle gesta epiche dei Giganti della Strada ed io ho messo assieme un' imponente biblioteca di quella straordinaria letteratura. L'idea de L'Eroica fu un omaggio ai miti di quei tempi ed ai sogni che avevano alimentato in generazioni intere di persone modeste.L'Eroica si legò a quell'idea di mito, alle sue romantiche radici ed alla salvaguardia delle ultime strade bianche>.

All’inizio pensava ad un successo così travolgente?

<Non era possibile pensare a nient’altro che ad una condivisione di passione con gente semplice e perbene; l'idea era quella che si stesse perdendo l'essenza stessa dello sport, sempre più produzione contraffatta di spettacolo. Di sicuro non potevo immaginare che così tanti condividessero nel profondo questi valori>.

Come si è sviluppata L’Eroica negli anni?

<Le date fondamentali, le fasi di crescita e sviluppo de L'Eroica, al di là delle primissime copertine, sono coincise con:

a) 2001 - La scelta dell'Azienda per il Turismo di Siena di condividere il progetto del turismo in bici e di spingere per un percorso permanente lungo che uscisse dall'ambito Chianti.

b) 2004 - il nuovo sponsor Brooks che invita all'evento diverse testate straniere e mette in bici eroica una quindicina di giornalisti, con ovvi ritorni mediatici cosmici.

c) 2007 - La prima Montepaschi Eroica, ovvero il portare i professionisti a misurarsi con le strade non asfaltate e con un modo desueto ma terribilmente affascinante di cimentarsi con la destrezza del controllo del mezzo. E' stato il quid che ha "sdoganato" L'Eroica agli occhi di qualsiasi tipo di pedalatore.

d) 2009 - Aver escluso ogni tipo di bici moderna, rendendo l'evento assolutamente unico e "fidelizzando" il nostro popolo.

e) dal 2013 in poi - La mondializzazione, la nascita di altri eventi eroici all'estero, l'arrivo di sponsor ed imprenditori in grado di valorizzare un marchio ormai planetario>.

Come è nata L’Eroica nel Mondo?

<La prima nata è stata una chicca esotica: la Japan, grazie alla proposta ed al lavoro di due giapponesi "italiani" come Aki ed Emi. Per noi tutti eroici una prima volta assoluta il viaggio nel Sol Levante, alle pendici del Monte Fuji.L'Inghilterra è stata, da subito, altra cosa, concepita da managers di valore assoluto come attrazione di un contenitore magnifico e già rodato per un'idea straordinaria di Festival del Vintage. Era una predestinata, alla seconda edizione è stato boom.California e Spagna sono frutti delle passioni di Wesley e Willy: due ambienti di grandi vini e strade di terra spettacolari, grandi attenzioni mediatiche, un esordio da circa 700 iscritti e tanto gradimento.Eroica Primavera è lo sviluppo in chiave senese del possibile evento-festival, in stile Britannia: Buonconvento ed i suoi dintorni si sono dimostrati adatti, così come il gruppo guidato da Franco Rossi>.

Lei pensa che L’Eroica possa svilupparsi ancora di più?

<Credo che ormai un po' tutti pensino a sviluppi ulteriori de L'Eroica e della sua filosofia, non solo io. Intanto si è già messa in ponte l'edizione Sud Africa ed andiamo in Uruguay a vedere le carte di una proposta che pare di enorme suggestione. C'è il triangolo Benelux, ci sono domande da Svizzera, Russia, stiamo valutando Australia ed altro, sono molti gli eventi che chiedono di diventare partner de L'Eroica>.

Qual è il sogno della sua vita a pedali?

<Chiudo con la naturale prosecuzione del punto precedente: il mio sogno, da subito, non era certo inventarmi un evento sportivo che funzionasse. L'idea, da innamorato (che appassionato è persino poco) partiva dal concetto per niente modesto che riscoprendo le proprie radici, la bellezza della fatica, il gusto dell'impresa, il Ciclismo si convincesse di avere un grande futuro. Oggi siamo assolutamente certi che lo progetteremo a partire dalla riscoperta di una storia magnifica, in grado di tornare a far sognare i giovani e la gente pulita>.

L'EROICA, UNA POESIA SCRITTA CON LA BICICLETTA

DAL 1997 L'EROICA È UN ESEMPIO DI VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO AMBIENTALE, DI STILE DI VITA SOSTENIBILE, DI CICLISMO PULITO. UN MONDO DOVE OGNUNO FA L’EROICO A MODO SUO: L’IMPORTANTE È DIMOSTRARE CHE CI SI PUÒ SACRIFICARE COL SORRISO PER UNA PASSIONE SANA. (Giancarlo Brocci)

 

 
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