STORIA DEL PALIO: MISCELLANEA PALIESCA
News inserita il 08-08-2015
Avvenimenti curiosi nelle carriere dei secoli scorsi.
Nel Palio di luglio 1684 all’Istrice fu assegnato un cavallo così
scarso che, dopo essere stato provato in Piazza fu restituito dai dirigenti. Il
giorno successivo, dopo animata discussione in contrada fu ripreso, ma
rimandato definitivamente indietro con la volontà di non voler correre. I
giudici, considerato il comportamento scorretto della contrada, si rivolsero
alla Biccherna che intimò alla contrada di Presentarsi in Piazza e di non
strapazzare il cavallo pena il pagamento del danno.
Nel luglio 1730 il cavallo del Nicchio si fermò davanti al
palco dei giudici senza superarlo nonostante i ripetuti incitamenti del
fantino. Sopraggiunse la Selva che superò il palco e le fu assegnato il Palio.
I nicchiaioli inferociti strapparono il Palio dalle mani dei selvaioli
sostenendo che il cavallo si era fermato allo sparo del mortaretto che indica
la fine della corsa. Ma la Biccherna, sentite le dichiarazioni dei testimoni e
quella del fantino del Nicchio, confermò la vittoria della Selva.
Il 2 luglio 1749 vinse l’Aquila, ma il Drago, secondo
arrivato, si appellò alla Biccherna pretendendo il Palio sostenendo che
l’Aquila, alla partenza non era allineata ma si trovava qualche braccia indietroperché aveva un cavallo furioso. Ma i giudici confermarono la vittoria
dell’Aquila che sì, era partita indietro, ma “dentro il canape e a linea retta
dell’ottavo posto che gli toccava in sorte”.
Nei giorni scorsi abbiamo visto come fu fatto divieto ai
fantini di scendere appositamente da cavallo per favorire la vittoria dello
scosso. Ma nell’ottocento era consentito che il cavallo sciolto fosse condotto
al canape se il fantino fosse caduto nelle fasi di mossa. Ciò successe
nell’agosto 1837 quando il fantino della Lupa cadde durante la prima mossa ed
il cavallo fu condotto da solo al canape e nel 1853 con l’Aquila. Il 17 agosto
1789 addirittura due furono gli scossi portati al canape da soli per infortunio
dei fantini nelle mosse precedenti: quelli del Drago e della Pantera.
Nel 1860 fu deciso di disputare un Palio straordinario per
la venuta di Vittorio Emanuele a Siena. La carriera si doveva correre il 26
aprile ma, causa un temporale la corsa fu rimandata al giorno successivo alle8.30 di mattina per permettere al sovrano, che sarebbe dovuto ripartire in treno
alle 11.30, di assistere al Palio.
Davide Donnini
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