SOUNDREEF, CALA IL SIPARIO SU UN’ANNATA DA “MINIMO SINDACALE”

News inserita il 24-04-2018 - Mens sana Basket

Mecacci, e Kyzlink, salvano l’A2 con 6 vittorie nelle ultime 9 giornate, ma al palasport è mancato il divertimento

Il sipario sulla stagione 2017/18 cala con un pizzico di rammarico per non aver centrato i playoff, ma per quello che si è visto nel corso di sette mesi vissuti pericolosamente, tempestati di saliscendi ed errori, qua e là anche di giornate che un sorriso ed un applauso lo hanno strappato, è proprio il caso di tenersi stretto il “minimo sindacale” della permanenza in serie A2.

Soundreef in vacanza con un record di 14 vinte e 16 perse e con un finale da sei vittorie nelle ultime nove partite che indica i progressi compiuti grazie al lavoro di Matteo Mecacci e del suo staff su un roster assai complicato da mettere a regime. Un’inversione di tendenza, quella degli ultimi due mesi, che sul parquet assume soprattutto le sembianze di Tomas Kyzlink, uomo della provvidenza (17.1 punti di media) pescato con una buonissima intuizione dal club nel momento in cui la prospettiva era quella di giocarsi la salvezza ai playout: addizione, il fromboliere ceco, che tatticamente ha riequilibrato ruoli e gerarchie, producendo progressi nella metà campo difensiva e così permettendo alla Mens Sana di chiamarsi fuori, con una settimana di anticipo, dalla melma degli spareggi per evitare la retrocessione.

Non ci si è divertiti molto al palasport (meno che mai in trasferta…), a differenza di qualche dichiarazione, positiva e speranzosa ma forse un poco azzardata, sentita circolare durante l’estate scorsa. Comunque la si pensi e comunque la si rigiri, vanno in archivio le serate di talento cristallino (magari solo quello, ma è bastato per salvare la baracca) regalate da Ebanks, l’esplosione a 360° di quel Giovanni Vildera che nell’estate del 2016 era arrivato a Siena “per completare la squadra” (così stava scritto sul comunicato che ne annunciava l’ingaggio assieme al buon Pichi, quest’anno sesto uomo a Catanzaro, al piano di sotto), la rinascita di Sandri e gli scatti di orgoglio, talvolta sopra le righe ma meglio quelli dell’apatia, di un Saccaggi ritrovatosi di nuovo a fare gli straordinari causa crac del ginocchio di Ale Cappelletti.

Vanno in archivio pure le tante ombre su di una panchina (Borsato, Casella, Lestini) il cui valore aggiunto, quando si è prodotto, si è prodotto col contagocce, il flop assoluto di un Turner a tratti molto più che irritante (per i compagni, per il contesto, anche per se stesso) e certi errori compiuti nell’impostazione dell’annata (mercato fatto in due, forse anche tre fasi a causa di un budget arrivato a metà estate, come del resto il restyling societario). Nonché la discutibile gestione del rapporto con coach Griccioli, che dati certi presupposti era preferibile risolvere ben prima di arrivare ad un esonero dopo appena cinque giornate: una decisione, alla resa dei conti, che si deve ancora capire a chi abbia giovato.

Ci sarà tempo, e modo, di riflettere su tutto, intanto alla Mens Sana (che deve decidere se quella contro Tortona è stata, o meno, l’ultima partita di gestione Mecacci e che ha soli due giocatori sotto contratto, Simonovic, cui un altro anno di maturazione a Siena farebbe solo bene, e Cepic, oltre al rientro dal prestito di Masciarelli: Dario ha giocato quasi 30’ a partita segnando 11.6 punti nella sua Pescara in B) va dato un futuro certo. Lo sta mettendo in piedi da tempo la famiglia Macchi, ma è sicuro che servano nuovi sponsor pronti a legare il proprio nome al brand Mens Sana, qualunque cosa venga fuori dall’aumento di capitale che Siena Sport Network e le altre componenti del club, se ce la faranno a sostenerlo, dovranno affrontare a breve.

Matteo Tasso

foto Mens Sana Basket 1871

 

 

 

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