SIENA IN PIAZZA CONTRO LA FAME NEL MONDO NEL NOME DI DON ORESTE BENZI

News inserita il 15-10-2025 - Eventi Siena

Il 19 ottobre torna "Un Pasto al Giorno": storie, testimonianze e solidarietà per ricordare il diritto di nutrirsi di chi vive ai margini

A Siena torna l'iniziativa "Un Pasto al Giorno"

Oltre 670 milioni di persone hanno sofferto la fame nel mondo lo scorso anno, e secondo le stime saranno ancora 512 milioni nel 2030. Numeri che rendono lontano l’Obiettivo Fame Zero, il secondo dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030. A confermarlo è il Rapporto 2025 sulla sicurezza alimentare nel mondo, pubblicato a luglio da FAO, IFAD, UNICEF, WFP e WHO.

La situazione non risparmia neanche l’Italia: secondo il Rapporto Caritas “La povertà in Italia” 2025, sono 5 milioni e 694 mila le persone in povertà assoluta, pari al 9,7% della popolazione. Quasi un italiano su dieci vive senza le risorse necessarie per un’alimentazione adeguata, un’abitazione sicura o abiti dignitosi. L’Italia si posiziona al settimo posto in Europa per incidenza della povertà, con un tasso del 23,1% in crescita rispetto al 22,8% del 2023. In Toscana, secondo i dati ISTAT 2023, il 5% della popolazione vive in povertà assoluta, una cifra che restituisce la dimensione concreta del problema anche a livello regionale.

Un Pasto al Giorno: solidarietà nelle piazze

In questo contesto torna il 19 ottobre nelle piazze italiane — anche a Siena — l’iniziativa solidale “Un Pasto al Giorno”, promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. In Toscana la Comunità gestisce 16 strutture tra Case Famiglia, Case di accoglienza e Centri di aggregazione, accogliendo oltre 60 persone.

Quest’anno l’evento assume un significato speciale: celebra il centenario della nascita di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità e ispiratore della campagna, che da quarant’anni porta cibo, dignità e speranza a chi vive ai margini, in Italia e nel mondo. Lo slogan scelto per l’edizione 2025 è “Una tavola ci unisce: insieme contro la fame nel mondo”, non un simbolo vuoto, ma un richiamo alla realtà di milioni di persone che ancora oggi non possono sedersi a tavola.

La nascita di un progetto concreto

Tutto iniziò nel 1985 quando Elisabetta Garuti, missionaria della Comunità in Zambia, raccontò a don Oreste che con appena 10mila lire al mese si poteva garantire almeno un pasto al giorno a chi stava morendo di fame. Da quell’intuizione nacque il progetto “Un Pasto al Giorno”, prima come sostegno alle missioni della Comunità, poi, dal 2009, come evento pubblico.

Oggi la manifestazione è presente in centinaia di piazze in tutta Italia e consente di distribuire sette milioni e mezzo di pasti ogni anno, dalle mense italiane ai centri nutrizionali in Kenya, dalle Case Famiglia in Sud America alle missioni nei Paesi in guerra.

“La fame non è un problema lontano, ci riguarda tutti da vicino”, sottolinea Matteo Fadda, responsabile generale della Comunità. “Iniziative come questa ricordano che la giustizia parte dalla condivisione. Offriamo non solo un pasto, ma anche relazione, presenza e possibilità: un atto di giustizia che rimette al centro i diritti degli ultimi”.

Gadget e messaggio simbolico

Quest’anno sarà distribuito in piazza un portachiavi con il volto di don Oreste in stile comics, realizzato da uno dei ragazzi della Comunità. La lavorazione ha coinvolto anche cooperative sociali e centri di lavoro della Comunità, dove vengono accolte persone con fragilità o in difficoltà. I colori del portachiavi richiamano una delle più celebri frasi di don Benzi: “Datevi ognuno un colore, poi vedete di metterlo insieme a quello degli altri tutti i giorni. Siete un arcobaleno che fa luce”. Un gesto simbolico e visivo, per ricordare che anche piccoli atti di condivisione possono ricostruire legami e comunità.

Testimonianze e storie dal vivo

Il 19 ottobre, oltre ai banchetti e ai gadget, le piazze italiane ospiteranno testimonianze e incontri. Racconti drammatici ma concreti, che restituiscono il volto umano dei numeri sulla fame e la povertà. E ci sarà la storia di don Oreste, il “prete dalla tonaca lisa” che ha sempre scelto di stare dalla parte degli ultimi, insieme a quelle di centinaia di donne e uomini impegnati a difendere la dignità di chi è più fragile. Le Case Famiglia, modello rivoluzionario di accoglienza ideato da don Benzi, diventano così luoghi di condivisione di tempo, pane, fatica e speranza. (Foto Stefano Amadei HQ)

 

 

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