"SALVATAGGIO MPS POTREBBE COSTARE 717 EURO A OGNI SINGOLA FAMIGLIA ITALIANA"

News inserita il 20-02-2021 - Attualità Siena

Consumerismo No Profit fa i conti sulle ricadute degli interventi pubblici sulla banca per le tasche dei contribuenti

Il salvataggio di Monte dei Paschi di Siena potrebbe costare in totale 717 euro ad ogni singola famiglia italiana. A fare oggi i conti è Consumerismo No Profit, associazione dei consumatori che ricorda i numerosi interventi pubblici per salvare l’istituto di credito senese e quelli che lo Stato si appresterebbe a mettere in atto.

Nel 2017 lo Stato italiano ha salvato la banca spendendo 5,4 miliardi: 3,85 miliardi per iniettare mezzi freschi nella banca tramite la ricapitalizzazione precauzionale e 1,5 miliardi per comprare le azioni della banca che erano state assegnate ai titolari di obbligazioni subordinate della banca senese – spiega Consumerismo - Oggi il Tesoro è il primo azionista di MPS di cui detiene il 68,24% del capitale: nel 2017 ha pagato 7 euro in media per azione (6,49 euro per l’aumento di capitale e 8,65 euro per i possessori dei bond) quando oggi le azioni valgono 1,25 euro. Lo Stato su queste azioni ha perso 4,4 miliardi di euro ovvero l’82% di quanto investito.

Considerando i soldi finora persi dallo Stato rilevando questa partecipazione in MPS e gli italiani, che sono circa 60 milioni, a ogni contribuente banca MPS è costata finora 73 euro (o 167 euro per famiglia considerando che la famiglia media italiana è composta da 2,29 componenti).

Tutto qui? No. Perché sulla banca pesano 10 miliardi di cause legali ovvero la mina contenziosi. Fra questi fra i più rilevanti è quello aperto fra il Monte dei Paschi di Siena e la Fondazione Mps, che ha chiesto alla banca nel complesso 3,8 miliardi di euro.

Secondo il quotidiano MF di questi soldi sta pensando di farsi carico ancora lo Stato perché altrimenti sarebbe impossibile riuscire a trovare un’altra banca disposta a comprare o fondersi con MPS. Se lo Stato dovesse farsi carico di questi ulteriori 10 miliardi di cause, il contribuente italiano spenderebbe altri 166 euro (o 383 euro a famiglia). Ci sono poi altri 2,4 miliardi di crediti fiscali che lo stato regalerà a Banca MPS per invogliare un’altra banca a comprarla. Fanno altri 40 euro a testa (o 91,80 a famiglia).

Fine del salatissimo conto per il contribuente italiano? Ancora no. Parte dei crediti marci ovvero deteriorati di banca MPS sono finiti in una partecipata pubblica, la AMCO che dovrà trovare come valorizzarli al meglio: parliamo di oltre 8 miliardi. Secondo alcuni operatori del settore Amco la controllata del tesoro che rileva i Non Performing Loans (crediti deteriorati) li paga fino al 20% in più. Il che è come dire che paga 8 miliardi qualcosa che gli altri operatori comprerebbero a 6,6. E questa differenza chi ce la mette? Sono soldi pubblici, quindi ancora il contribuente a cui aggiungiamo un ulteriore conto di 33 euro (76,5 euro a famiglia).

Sommando tutto il salvataggio della più antica banca in attività nonché la più longeva al mondo potrebbe costare fino a 717 euro ad ogni famiglia italiana – calcola Consumerismo.

"Bisogna iniziare a chiedersi su cosa vuole investire questo Paese se sul passato o sul futuro - osserva Roberta Rossi Gaziano, contributor in Investimenti Finanziari e Analisi Prodotti per Consumerismo No Profit -  Salvare una banca tradizionale, i posti di lavoro, gli sportelli, tutte cose legate a un modo “vecchio” di fare banca in un mondo che va verso il fintech o puntare sul futuro lasciando che sia il mercato e non lo Stato a decretare vincitori e vinti?”

 

 

 

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