Alla commemorazione hanno partecipato il sindaco, il colonnello De Pace e il generale Masciulli della Legione Carabinieri Toscana.
Si è svolta il 17 giugno a Radicofani la commemorazione dei martiri Partigiani, carabiniere Vittorio Tassi e del giovane Renato Magi e dei militari della Legione Straniera caduti in combattimento in quella località
Era presente il comandante della legione carabinieri Toscana generale di Brigata Massimo Masciulli. Di seguito il discorso del Comandante Provinciale dei Carabinieri Colonnello Stefano di Pace:
“Signor Sindaco, Signor Generale, distinte Autorità, sono particolarmente onorato anche quest’anno di prendere la parola in questa cerimonia, che ormai supera il semplice momento della memoria, inserendosi concretamente nella vita di questa realtà urbana. Consentitemi pertanto di esprimere il mio ringraziamento alla locale Amministrazione comunale per il contribuito offerto nell’organizzazione della ricorrenza odierna e per tutte le altre iniziative avviate per mantenere vivo il ricordo di questo terribile olocausto, destinato a costituire, soprattutto per le giovani generazioni, esempio luminoso di condotta e azione. Un ringraziamento particolare, a Lei Signor Generale, Comandante della Legione Carabinieri Toscana, che con la Sua partecipazione assolutamente valorizza questo momento, semplice nella sua forma come semplice era il nostro Carabiniere Vittorio Tassi che oggi con orgoglio commemoriamo, insieme a Renato Magi, ucciso nello stesso giorno. La mia gratitudine anche ai Sindaci dei Comuni dell’area dell'Amiata e Val d’Orcia qui presenti e a tutti coloro che oggi hanno voluto stringersi attorno alla città e ai Carabinieri di Radicofani, testimoniando ancora una volta l’affetto e il forte legame con la nostra Istituzione. Un saluto affettuoso desidero infine rivolgere, alla signora Annida Tassi, figlia del nostro Carabiniere, e a Renato Magi, nipote omonimo dell’altro Eroe. La ricorrenza odierna segna 75 anni da quel tragico episodio, allorquando i soldati nazisti riuscirono a catturare, nei pressi del podere «Sterposi», Renato MAGI, rinvenendogli indosso due bombe a mano. Il Car. Vittorio Tassi, che nascosto aveva assistito all’accaduto, si presentò senza alcuna esitazione ai tedeschi nel disperato tentativo di scagionare il compagno. “Questo è un ragazzo – disse - non sa neppure che portava con sé due bombe”. I soldati non gli credettero e arrestarono anche lui, accerchiando la vicina casa colonica, ove catturarono altri cinque partigiani e tutti coloro che vi erano rifugiati, fra cui i famigliari di Tassi. Al termine degli interrogatori, furono rilasciati i vecchi, le donne e i bambini, ma non i cinque partigiani che furono immediatamente condannati a morte, nonostante le loro reiterate dichiarazioni di innocenza. Non appena Vittorio Tassi fu certo che i tedeschi non sarebbero receduti dal proposito di fucilarli, compì, a distanza di poche ore, il secondo sublime sacrificio di sé. Chiese di parlare al Comandante del reparto, al quale, fissandolo spavaldamente negli occhi, disse: «Io solo, fra quanti voi avete arrestato oggi, sono partigiano e vostro nemico. Tutti gli altri sono dei poveri contadini…”. Il secco e deciso atteggiamento del Carabiniere produsse l’effetto che l’Eroe si riprometteva. I tedeschi decisero di liberare i cinque uomini catturati nel casale «Sterposi», ma non Magi, né tanto meno il Tassi. Il 17 giugno 1944, i due furono fucilati. E’ un episodio lontano nel tempo quello che vi ho appena ricordato, che, come tanti altri accaduti in quel periodo, testimonia il prezzo di vite umane pagato dall’Arma nel secondo conflitto bellico per preservare le popolazioni, vittime della rappresaglia nazista. Esempi come quello di Vittorio Tassi, dei Carabinieri martiri di Fiesole e dello stesso Salvo d'Acquisto hanno la forza di restare per sempre nella memoria e rappresentano motivo di riflessione soprattutto per i giovani, perché sono il germoglio di quelle idee e di quei valori, che costituiscono il punto di riferimento per tutta la Nazione. Con il suo comportamento, difatti, Vittorio Tassi ci ha lasciato una testimonianza di altissimo senso del dovere. Non c’è purtroppo limite al coraggio, alla generosità, al rischio, quando si indossa l’uniforme del Carabiniere. E questo lo sappiamo bene. Più difficile è 3 senza dubbio dimostrarlo. E Vittorio Tassi ci ha lasciato anche in questo una testimonianza di assoluta coerenza. “La vita del Carabiniere è fatta di dovere, di rinunzie e di disciplina” disse il militare al Magi pochi giorni prima di morire. “Quella del Carabiniere è una missione, come quella del sacerdote o del medico. Bisogna pensare sempre agli altri, sempre al prossimo e mai o quasi mai a sé stessi. La gioia è una sola, una sola ma grande, tanto grande da ripagare ogni sacrificio. La gioia di avere sempre la coscienza pulita e le mani nette. Viene uno in caserma, per esempio, e ti dice che non ha soldi per far curare la moglie malata, o che gli si è incendiato il pagliaio e non ha più foraggio per le sue bestie. Tu devi fare il possibile per rincuorarlo: parli col medico, col farmacista, col proprietario di una fattoria vicina e cerchi di fare ottenere al disgraziato qualche aiuto, magari trascurando la tua stessa moglie che è altrettanto malata e abbisognevole del tuo aiuto”. “Ma tutto questo è bello, è molto bello” rispose Magi. “Io credo che quando la guerra sarà finita, le cose torneranno come prima, ed anzi dovranno migliorare specie per la povera gente come noi. Perciò ti ripeto che vorrei proprio fare il Carabiniere. Ma io vorrei fin d’ora qualche affidamento”. Sono pagine bellissime, tratte da testimonianze dell’epoca e da manoscritti che lo stesso Vittorio TASSI era solito curare, che leggo sempre con grande commozione come la lettera scritta dal militare alla moglie prima della fucilazione. Durante quel colloquio, avvenne un gesto bellissimo che forse pochi conoscono e che io stesso riscopro ogni giorno quando rinnovo il mio giuramento e il mio impegno alla mia linea gerarchica, ai miei Carabinieri e alla mia famiglia. Vittorio Tassi tirò fuori dalla tasca un misterioso involucro amorevolmente conservato. Lo liberò lentamente dalla carta che l’avvolgeva e mostrò due alamari da Carabiniere, segno distintivo dell’appartenenza all’Arma, da lui posseduti in quel turbinoso periodo di sconvolgimenti. Tassi se ne applicò uno sul bavero e ne fissò simbolicamente l’altro sul petto di Renato Magi. Poi stringendogli fortemente la mano disse “Tieni è tuo. Da questo momento sei l’aspirante Carabiniere Renato Magi. Giura fedeltà all’Italia, all’Arma. Giura di mantenere il segreto della nomina fino alla fine della guerra e di restare onesto e leale, sempre”. 4 “Lo giuro” urlò commosso Renato Magi. Sono questi i Carabinieri… Signori Sindaci qui presenti, che anche oggi rinnovate all’Arma amicizia e affetto e che in tante occasioni avete mostrato commossa ammirazione per il Car. Vittorio Tassi e per Renato Magi, i Vostri Carabinieri, i militari che prestano servizio nei territori dei Vostri Comuni, sono questi. Uomini e donne che hanno scelto di dedicare la propria vita al servizio del prossimo, per difendere la libertà e garantire la vostra sicurezza, così come fece 75 anni fa Vittorio TASSI. Uomini e donne che quotidianamente vivono attivamente la comunità in cui operano, servendo con equilibrio, solidarietà verso chi ha più bisogno e che ogni giorno rinnovano con il loro comportamento e il loro sacrificio, talvolta spinto fino al supremo olocausto, la fedeltà al giuramento prestato, consapevoli e responsabili del proprio ruolo, così come lo era il Car. Vittorio Tassi. E Voi, Carabinieri di Radicofani, siate orgogliosi del giuramento prestato, siate fieri di ciò che fate ogni giorno per la Comunità affidata alla Vostra vigilanza. “Tutto ciò è bellissimo”, disse Renato Magi che desiderava fermamente di indossare la nostra Uniforme e di essere Carabiniere in un momento in cui gli eventi avrebbero condotto la persona a valutare e a pensare ad altro. Voi avete il privilegio di indossarla e siete dei Carabinieri. Rinnoviamo pertanto sulla tomba di questi Eroi il nostro giuramento e il nostro impegno verso le Comunità e le popolazioni, che ci circondano di affetto e considerazione e che si aspettano da noi di essere garantite nella sicurezza e nei propri diritti. E’ questo il senso della nostra missione e della nostra storia, così come Vittorio Tassi e Renato Magi ci hanno insegnato".