POGGIBONSI, RIAPRONO LE SCUOLE MA RESTA CHIUSA LA MEDIA DI STAGGIA

News inserita il 14-09-2018 - Poggibonsi

L'estate è il periodo dei lavori di adeguamento e ristruttuarazione, adesso terminati o quasi, mentre la scuola media della frazione è chiusa per problemi strutturali

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Lunedì riaprono le scuole nel comune di Poggibonsi, un appuntamento importante per genitori e ragazzi, il piccolo esercito di quasi 4000 alunni è pronto per rientrare nelle aule, alcune delle quali rimesse a nuovo.
Sono state cinque le scuole del territorio interessate dai cantieri per un investimento di oltre 1 milione di euro, i lavori sono già stati completati in gran parte. Per quanto riguarda l’intervento presso la scuola elementare Vittorio Veneto, 200mila euro, questo rappresenta l’ultima tranche di un complesso di lavori eseguiti negli anni scorsi con un progetto di miglioramento strutturale. Restano da completare interventi sulla facciata e allestimento. Alla scuola elementare Pieraccini è stata sistemata una porzione di area del giardino mentre in tre materne sono stati effettuati lavori di adeguamento strutturale ed efficientamento energetico.
Resta aperta la questione della scuola media di Staggia, temporaneamente chiusa in seguito agli esiti delle verifiche statiche commissionate dal Comune. L'attività scolastica riprenderà in via temporanea negli spazi della vicina scuola elementare Bernabei che ospiteranno quattro classi delle medie, e alle Marmocchi di Poggibonsi che ospiterà le due classi terze, prevedendo il trasporto dei ragazzi in modo gratuito dalla frazione al capoluogo. Le aule sono già state preparate, ma l'obbiettivo è di adeguare l'edificio di Staggia per cui è già stato approvato e presentato al bando MIUR per la formazione del Piano Regionale triennale 2018/2020 per l’edilizia scolastica, il progetto di fattibilità tecnico economica.
L'amministrazione si dovrà impegnare per garantire un servizio scolastico all'altezza in questa situazione di temporaneità, e soprattutto dovrà fare in modo che questa non diventi ordinaria come spesso accade nel nostro Paese.

Filippo Landi

 

 

 

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