PERDE ANELLO AL DISTRIBUTORE: CARABINIERI LO RITROVANO GRAZIE AD UN VIDEO

News inserita il 13-02-2016 - Cronaca Siena

Il prezioso era stato preso da uno straniero che è stato prontamente rintracciato tramite il filmato delle telecamere di sicurezza della stazione di servizio.


Tenere troppo ad un oggetto materiale, per quanto importante, può essere sbagliato e anche controproducente. Così Adriana, il nome è di fantasia, una trentatreenne senese, qualche giorno fa, giunta a far carburante presso un distributore cittadino situato in viale Toselli, si toglieva un anello dal dito proprio perché ci teneva troppo. Si trattava di un bellissimo anello in oro bianco, con zaffiro ovale blu al centro, circoscritto da brillanti, del valore di almeno 6000 euro. Come spesso accade, quell’oggetto, al di là del valore materiale, aveva anche un valore sentimentale per la persona che lo indossava. Non volendo che quel gioiello potesse puzzare di nafta, come era solita fare, Adriana lo estraeva dal dito e lo collocava sul sedile fra le gambe, riproponendosi di rimetterlo, una volta terminate le operazioni di rifornimento. Si trattava di una manovra già compiuta tante volte, anche se forse lo si sarebbe potuto mettere in un posto migliore. Nel discendere dall’auto, infatti, il prezioso carambolava fuori dall’abitacolo, andando a parare sull’asfalto, senza che la giovane se ne accorgesse. Presa poi da altri pensieri, completato il rifornimento di gasolio, la donna montava alla guida, dimenticandosi dell’anello. Circa un’ora dopo, resasi conto dell’accaduto ed ipotizzando correttamente che il gioiello potesse essere andato smarrito presso quel distributore, la ragazza tornava sui suoi passi, ma dell’anello al distributore non vi erano tracce. Adriana correva allora dai Carabinieri della Stazione di Viale Bracci, sperando che questi potessero in qualche modo risolvere il problema, anche se in cuor proprio temeva che ormai qualcuno potesse aver raccolto l’oggetto ed essersene impossessato. I Carabinieri raccoglievano la denuncia di smarrimento, completa di una compiuta descrizione dell’oggetto e ragionavano sul da farsi. In altri casi, situazioni analoghe erano state risolte visionando i filmati dei tanti sistemi di videosorveglianza dei quali, per buona sorte la città abbonda. I fatti erano recentissimi e dunque l’impianto di quella stazione di servizio doveva conservare ancora quelle immagini. Si poteva così distinguere chiaramente come il conducente del primo furgone sopraggiunto alla partenza della ragazza, avesse subito individuato l’oggetto prezioso, l’avesse raccolto e lo avesse messo in tasca. Il furgone risultava intestato a una ditta e non a una persona fisica. I militari dell’Arma contattavano il titolare della ditta e gli chiedevano chi si fosse trovato ad essere alla guida di quel furgone, quel giorno a quell’ora. L’imprenditore chiedeva un po’ di tempo per fare due accertamenti e il giorno dopo, a quarantotto ore dallo smarrimento, si presentava in caserma un cittadino straniero, impiegato presso quella ditta. L’uomo portava con se in viale Bracci l’anello scomparso, chiedendo di poter consegnare personalmente l’oggetto alla ragazza, che sopraggiungeva pochi minuti dopo, incredula per la grazia ricevuta. La ragazza offriva anche del denaro, come riconoscimento allo straniero, ma questi orgogliosamente rifiutava. I militari non possono oggi sostenere che questi volesse trattenere per se il gioiello rinvenuto. Per arrivare a questa conclusione e denunciarlo, avrebbero dovuto attendere ancora un paio di giorni e metterlo alla prova ma il vero scopo era quello di ritrovare l’anello di Adriana, e questo è stato conseguito. Lo straniero avrà certo altre occasioni in futuro per confermare a tutti, anche al proprio datore di lavoro, di essere una persona dabbene.

 

 

 

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