Con 135 cardinali chiamati al voto, il mondo guarda a Roma: inizia il conto alla rovescia per il nuovo Papa
Vaticano - Con la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile all’età di 88 anni, si è ufficialmente aperta la Sede Vacante. La Chiesa cattolica entra così in un momento di transizione profondo e solenne, in attesa dell’elezione del suo nuovo pastore. È il tempo del silenzio, della preghiera e della preparazione al Conclave.
La Sede Vacante e il ruolo del Camerlengo
Il primo passaggio formale è la conferma della morte del Papa da parte del Camerlengo, il cardinale Kevin Farrell. A lui spettano alcuni gesti simbolici: rompere l’anello del Pescatore – sigillo personale del pontefice – e chiudere gli appartamenti papali. Durante questo periodo, tutte le attività governative del Vaticano sono sospese, e l’amministrazione ordinaria è affidata proprio al Camerlengo.
Nel frattempo si organizzano i funerali, che si celebrano entro sei giorni, seguiti dai novendiali, nove giorni consecutivi di messe in suffragio.
Verso il Conclave: chi vota e come
Con la Sede Vacante ormai avviata, cresce l’attesa per l’inizio del Conclave, l’assemblea dei cardinali chiamata a eleggere il nuovo Papa. Secondo le regole della Chiesa, solo i cardinali che non abbiano compiuto 80 anni al momento della vacanza della sede apostolica possono votare. Attualmente gli elettori sono 135, un numero che supera il limite dei 120 fissato da Paolo VI, ma più volte superato dai suoi successori tramite deroga.
La distribuzione dei cardinali elettori è globale: 53 provengono dall’Europa, 24 dall’Asia, 18 dall’Africa, 17 dal Sud America, 16 dal Nord America, mentre America Centrale e Oceania ne contano 4 ciascuna. Una composizione che riflette la dimensione universale della Chiesa cattolica.
Il Conclave nella Cappella Sistina
I cardinali si riuniranno a Roma, nella Domus Sanctae Marthae, e da lì entreranno in Conclave nella Cappella Sistina, dove resteranno isolati dal mondo esterno. Comunicazioni vietate, segretezza assoluta. A guidare i lavori sarà il cardinale vescovo più anziano tra gli elettori, Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato vaticano.
Le votazioni si svolgono due volte al giorno. Per essere eletto, un candidato deve ottenere almeno i due terzi dei voti: in questo caso, 90 su 135. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate: il fumo nero indica che non si è ancora giunti a un accordo, mentre il fumo bianco annuncia l’elezione del nuovo Papa.
L’annuncio del nuovo Pontefice
Quando uno dei cardinali accetta l’elezione e sceglie il proprio nome da Papa, il cardinale protodiacono si affaccia dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro e pronuncia la storica formula: “Habemus Papam”. È il momento in cui il nuovo Pontefice si presenta per la prima volta ai fedeli e al mondo.
Chi potrebbe essere il nuovo Papa?
Tra i nomi più citati per la successione di Papa Francesco spiccano due italiani: Pietro Parolin e Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Molto quotato anche il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, che potrebbe diventare il primo Papa asiatico della storia. Altri nomi in circolazione includono Michael Czerny, Jean-Claude Hollerich, Pierbattista Pizzaballa, Timothy Dolan, Robert Sarah e Gerhard Ludwig Müller.
Una scelta che guarda al futuro
L’elezione del nuovo Papa è un momento cruciale non solo per la Chiesa cattolica, ma per l’intero panorama internazionale. Oltre due miliardi di fedeli attendono ora di conoscere chi guiderà la Chiesa in un’epoca segnata da grandi sfide globali e spirituali. Con il Conclave ormai alle porte, lo sguardo del mondo è di nuovo puntato su Roma.
L.C.