Il coach della Mens Sana atteso da una giornata particolare nella sua Castelfiorentino: “Non guardiamo la classifica, testa bassa e lavorare”
Lo hanno ribattezzato “il profeta” e gli hanno dedicato pure una t-shirt, che è stata messa in vendita ed è andata letteralmente a ruba, al palasport e non solo. L’ultimo e forse l’unico dalle parti di viale Sclavo ad averne una tutta sua, personalizzata e commercializzata, era stato Stefano Vidili (che per un periodo ebbe al seguito anche un gruppo di tifosi-amici, con tanto di striscione) all’inizio degli anni Novanta, ma se si parla di allenatori biancoverdi un privilegio del genere non era capitato, tanto per dire, a Dado Lombardi, a Ergin Ataman, a Charlie Recalcati o a Simone Pianigiani.
Paolo Betti, 42 anni quasi tutti trascorsi a Castelfiorentino con un pallone da basket nelle vicinanze, è il coach della Note di Siena Mens Sana dall’estate del 2023. Si è presentato in punta di piedi, perché a discapito del soprannome (che peraltro, dicono i tifosi, nasce anche da una vecchia canzone punk dei CCCP) è un uomo di campo e non da profezie.
Betti, la prima cosa che le è venuta in mente vedendo il suo nome scritto su quelle t-shirt qual è stata?
“Che hanno perso la testa! Battute a parte, ho avuto e ho ancora un po’ di imbarazzo, imbarazzo positivo s’intende: è incredibile pensare che i tifosi abbiano avuto un’idea del genere, abbiano speso per realizzarla e siano anche riusciti a venderla. Mi sono emozionato, le ho viste indossate al palasport qui a Siena, ma ne circolano pure a Castelfiorentino”.
In che modo viene percepito, dalle sue parti, tutto questo amore del mondo Mens Sana nei suoi confronti?
“Si informano, chiedono, a volte restano straniti da tutto questo interesse che si percepisce, anche da lontano, nei confronti miei e della Mens Sana in categorie che rimangono comunque lontane dal professionismo come la C o la B Interregionale. C’è stupore per la passione che ruota attorno alla squadra e alla società, per un numero come quello dei quasi 700 abbonamenti venduti ed è rimasto negli occhi di tutti il muro di gente che ha riempito il palasport durante la finale dello scorso campionato”.
Come se lo immagina il ritorno, domenica prossima, da avversario a Castelfiorentino?
“Già ci sono stato qualche volta per tornei e amichevoli estive e per qualche allenamento infrasettimanale durante lo scorso campionato, però quella di domenica, è vero, sarà la prima vera partita ufficiale e penso la vivrò in una maniera diversa. Vediamo l’effetto che farà, sarà una strana sensazione anche trovarsi di fronte un allenatore col quale siamo nati assieme”.
Samuele Manetti è stato il suo vice per diverse stagioni in effetti…
“Non è solo una questione di basket, siamo realmente nati assieme, il 17 febbraio del 1982, nello stesso ospedale e a distanza di poco più di un quarto d’ora. Siamo amici da sempre, stessa scuola, compagni di squadra quando giocavamo, stessa panchina, quella dell’Abc, con il sottoscritto capo allenatore e lui assistente, artefice sempre di un grande lavoro”.
C’è un rapporto stretto tra Castelfiorentino e l’Abc?
“La storicità della pallacanestro a Castelfiorentino esiste, è un dato di fatto. Ormai siamo alla terza generazione di vissuto cestistico, si va dai nonni ai nipoti, è qualcosa sicuramente di radicato nel paese”.
Dire Abc è un po’ dire Betti?
“Mio padre Nedo, assieme a Mario Gilardetti (i due impianti del paese valdelsano ne portano non a caso i rispettivi nomi, ndr), fondarono la società nel 1966. Scherzando, ma non troppo, dico che la sua famiglia eravamo noi e l’Abc: in settimana la sera alle 7, da ragazzino, mi saliva in auto e andavamo a vedere cosa faceva la prima squadra che si allenava, il sabato seguivamo le partite delle giovanili e la domenica la gita fuori porta per tutta la famiglia Betti era andare al seguito in trasferta. Ho vissuto l’Abc da giocatore e poi da allenatore, ho sempre dato una mano ai colori gialloblu quando ho potuto e credo che, prima o poi, per me arriverà anche il momento del ritorno”.
A proposito, tornano da avversari a Castelfiorentino anche Belli e Pucci…
“Penso sarà una giornata particolare pure per loro, che all’Abc sono stati tanto e bene. Quando giocava a Castelfiorentino, Andrea Cempini (bomber di razza sbocciato nella Virtus Bologna di Ettore Messina, con oltre 15 mila punti realizzati in una lunghissima carriera trascorsa tra la A e la C, ndr) diceva sempre che se torni in un posto dove sei stato male, quella partita la giochi sicuramente bene, mentre quando i ricordi sono positivi non è facile gestire le emozioni, il fatto che la gente ti accolga con affetto e altro. Credo serviranno, un po’ a tutti, la giusta concentrazione e magari la capacità di isolarsi dal contesto”.
Abc in fondo alla classifica. Come se lo spiega?
“Non la guardiamo, la classifica. Guardiamo invece al fatto che in tutte le partite fin qui disputate sono sempre stati avanti nel punteggio e anche con margini importanti: è un gruppo giovanissimo, la mancanza di risultati credo sia dovuta alla necessità di acquisire esperienza in categoria, ci aspetta una partita molto difficile, nella quale sarà fondamentale rimanere concentrati”.
La Mens Sana invece è in vetta. Cambia qualcosa questo primato inatteso?
“Assolutamente no, anzi siamo tornati a lavorare come se quegli ultimi tiri liberi contro San Miniato non ci fossero stati e avessimo perso la partita: è la prima cosa che ho detto ai ragazzi in settimana. Mettersi a pensare adesso alla classifica sarebbe sbagliatissimo, il campionato è appena iniziato e bastano due, tre settimane di blackout per scendere e ritrovarsi quasi in fondo. Certo il primato non può non farci piacere, ma l’atteggiamento deve essere testa bassa e lavorare”.
Matteo Tasso