Passaggio che secondo il segretario aziendale Anaao non pone fine ai problemi
L’inaugurazione dell’inizio del IV e ultimo lotto di lavori per il pronto soccorso di Nottola è stata l’occasione per incontrare chi questo progetto lo ha voluto, patrocinato e seguito in questi lunghi anni. A fare gli onori di casa il direttore Generale D’Urso, che ha partecipato a disegnare il percorso di costruzione del progetto che offre allo stabilimento un cardine forte su cui costruire un futuro di sanità per tutto questo territorio.
I cenni alla necessità di governo del territorio come elemento portante per assicurare la qualità e la sostenibilità del pronto soccorso, sul nesso tra qualità di questa struttura e crescita dell’ospedale e sulla necessità impellente di rendere più efficiente la rete ospedaliera, sono stati per questa segreteria aziendale un segnale importante che segue agli incontri pubblici che Anaao ha avuto su questi temi e sul futuro di questo ospedale. Certo, i fatti devono seguire alle belle parole e il completamento del progetto del pronto soccorso è un bell’esempio di coerenza, laddove ricordiamo che la logistica è importante ma conta poco se non c’è un adeguato reclutamento di personale.
Su questo tema, che rimane inevaso, perché inevase sono le radici del problema della fuga dei professionisti e della scarsa attrattività di alcune sedi, poco si sta facendo.
Un segnale positivo viene dai concorsi smart, in cui nel bando si definisce una sede specifica e tutele per il professionista riguardanti la formazione e la possibilità di spostamenti di sede dopo un certo numero di anni, e questo per Nottola potrebbe essere una chiave di svolta. Forse bisognerebbe cominciare a pensare ad una estensione di questo modello a tutte le assunzioni previste per ospedali come quello di Nottola o altri con medesime problematiche.
Esso offre un pattern concorsuale che dà ai giovani professionisti garanzie di formazione e di crescita professionale che, insieme al coraggio di scelte sulla rete ospedaliera, forti ma necessarie per la sostenibilità del sistema e per la sicurezza delle cure, potrebbe davvero scardinare lo stallo in cui versa la sanità ospedaliera nel territorio.
Per compiere questo salto di qualità è tuttavia indispensabile un cambio di passo nella qualità della politica, che deve vincere l’attuale miopia prodotta da campanilismo e burocrazia e darsi un paio di occhiali che infondano slancio e prospettiva. I professionisti hanno un patrimonio di know-how ed idee da offrire a tale scopo, i cittadini hanno orecchie giuste per ascoltare e non solo mani per applaudire promesse utili giusto a chi le fa. Aspettiamo la politica, quella con la P maiuscola.