La band si esibirà live il 4 aprile alla Corte dei Miracoli a Siena
Foto di Caterina Nencini
Ok Siena, nella rubrica Ok Musica, dedica spazio agli artisti del nostro territorio.
I Miss Up Mind sono una band composta da Mattia Cella alla chitarra e al basso, da Niccolò Maggi alla batteria e infine da Riccardo Butini alla voce. Sono solo tre i musicisti che formano questo gruppo eppure questa formazione così essenziale non toglie nulla alla potenza della loro musica. Il trio dal vivo, situazione in cui dimostra perfettamente i numerosi anni di gavetta alle spalle, è una travolgente e ruvida ondata di energia; l'elettricità, data anche dalla forte amicizia tra i componenti, si esprime in un'aggressività che è allo stesso tempo compatta e liberatoria. Nel 2018 è uscito sia digitalmente che fisicamente il loro EP "Noise" contenente sei brani originali. Giovedì 4 aprile alle ore 22:00 la band porterà tutta la sua grinta rock sul palco della Corte dei Miracoli a Siena; l'ingresso all'evento è gratuito per tutti gli studenti universitari.
Avete scelto "Miss Up Mind" come nome rappresentativo del vostro progetto; perché?
Il nome principalmente è nato da un gioco di parole, da un modo di dire in inglese che è "mess up mind". Abbiamo tolto il termine "mess", che significa "incasinato", e lo abbiamo sostituito con "miss" ovvero "perso". Questo pseudonimo rispecchia sia il particolare periodo che abbiamo vissuto quando abbiamo fondato la band, sia quello che stiamo tuttora vivendo, anche a causa (o per fortuna) della nostra formazione non convenzionale.
Come vi siete avvicinati alla passione per la musica e quali sono stati i vostri percorsi?
Prima del nostro incontro ognuno di noi aveva avuto esperienze professionali e non nell'ambito musicale. La formazione del nostro progetto ha portato ad un cambiamento significativo del nostro modo di pensare, spingendoci a mescolare tutto quello che fino a quel momento avevamo appreso individualmente e conducendoci ad un'evoluzione inaspettata della nostra musica.
Come si è formato il gruppo?
Il progetto nasce da una prova improvvisata. Venivamo da tre progetti differenti. Subito c'è stato un feeling molto intenso sia a livello musicale che personale. Da qui è iniziato il nostro percorso oltre ad una grande amicizia.
Quali sono le vostre icone musicali e gli ascolti che vi hanno maggiormente influenzato?
Ci siamo trovati bene tra di noi all'istante perché abbiamo gusti musicali simili: post grunge, grunge, rock, alternative, post rock. Tra gli ascolti principali ci sono i Foo Fighters, Alice in Chains, Muse e tutta la scena rock moderna. I Royal Blood hanno rappresentato una svolta significativa; abbiamo una formazione ridotta e simile, in cui lo strumentale è composto da basso e batteria con l'aggiunta della chitarra e della voce.
A cosa vi ispirate nella scrittura dei vostri testi? Quali messaggi volete comunicare con la vostra musica?
Riccardo: Sia la musica che i testi esprimono principalmente le nostre emozioni e le problematiche che viviamo tutti i giorni. Non facciamo riferimento ad un contesto specifico, ma ad esperienze e sensazioni personali che il pubblico può interpretare come vuole.
Quali sono gli aspetti positivi e negativi di essere artisti indipendenti?
Un aspetto positivo è che la nostra creatività e il nostro tempo non hanno limiti e scadenze e quindi facciamo "un po' come ci pare". Allo stesso tempo quello negativo è che non essendo "omologati" alla musica commerciale, le possibilità, anche di fare concerti, sono molto ridotte.
Come pianificate la dimensione live del vostro progetto e vivete il rapporto con il pubblico?
Lo scopo principale è trasmettere al pubblico le emozioni che proviamo quando suoniamo. Nei nostri live ricerchiamo un impatto sonoro potente e d'effetto. Viste tutte le difficoltà tecniche che la nostra formazione comporta, stare sul palco non è semplice.
Recentemente abbiamo assistito alla chiusura di due locali importanti per la musica live a Siena. Cosa pensate a riguardo? Secondo la vostra opinione quali azioni potrebbero essere intraprese per promuovere la musica dal vivo nella nostra città?
Personalmente riteniamo che nella nostra città è rispecchiata la situazione che è presente in altre; la musica sta cambiando e così anche quella dal vivo, che non è più apprezzata come un tempo, diventando una forma di cultura che si sta perdendo. Purtroppo i locali non vengono sostenuti nella maniera corretta soprattutto dagli enti, che invece di venire loro incontro tendono a limitare le loro possibilità. La volontà di fare, sia delle band che degli appassionati, c'è ed è tanta; consideriamo questo periodo solo di passaggio e perciò è importante non abbattersi.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Abbiamo un disco in cantiere e l'obiettivo è pubblicarlo per la fine dell'estate. Sarà (ci auguriamo) un lavoro molto curato e professionale, che ci servirà per presentarci al meglio nella scena musicale attuale. Il nostro obiettivo o sogno è quello di affermarci con la nostra musica sia a livello nazionale che internazionale. Cerchiamo di fare comunque un passo alla volta, guardando ciò che abbiamo di fronte senza farci troppe aspettative e precluderci alcuna strada.
Francesca Raffagnino