OK MUSICA: LA PSICHEDELIA ELETTRONICA E POST ROCK DEI BRAIN RAGU

News inserita il 22-03-2019 - Ok Siena - Rubrica OK musica

"La nostra strada è legata in modo indissolubile alla sperimentazione e alla necessità di rispondere come prima cosa alle nostre esigenze creative"

Foto di Martina Salvatore 

Ok Siena, nella rubrica Ok Musica, dedica spazio agli artisti del nostro territorio. 

È fantastico scoprire quante realtà culturali e artistiche pullulano la nostra città e provincia; un numero che purtroppo è superiore alle occasioni in cui queste possono esprimersi concretamente e incontrare il pubblico. Una cosa è certa; la tensione creativa e la produttività di idee del nostro territorio rappresentano un patrimonio irrinunciabile, da non lasciarsi assolutamente sfuggire e da valorizzare con attenzione. Tra le ricchezze di cui prendersi cura c'è la musica; tantissimi sono i progetti nati e cresciuti su queste colline e in mezzo a band folk, rock, alt pop ci sono anche loro, i Brain Ragu, che portano con sé una ventata fresca dal mondo dell'elettronica. Il gruppo è formato da Simone Nati ai synth e alla drum machine, Giorgio Fatica alla chitarra e Mattia Cella al basso e nel 2017 ha pubblicato sotto la Cononut Records l'omonimo EP di debutto. Il disco è stato registrato e mixato da Dan Sanfufano e masterizzato da Francesco Poggianti. A gennaio del 2019 con la medesima etichetta la band ha realizzato il secondo progetto di cinque brani "Anything you say may be used against you". A caratterizzare la musica di questo trio sono i ritmi poderosi, le dimaniche poliedriche della chitarra e i synth elettronici che si ripetono in un loop in cui l'entrata in scena di minimi particolari trasforma l'evoluzione dei brani. Tutto è modernamente compatto, ogni dettaglio è sapientemente scelto con il fine di creare delle tracce liquide, che come le onde prima travolgono, successivamente circondano e infine si ritirano dissolvendosi. 

Avete scelto "Brain Ragu" come nome rappresentativo del vostro progetto; perché? 

Simone: Brain Ragu è uno stato di estremo disordine mentale; è una condizione dalla quale è quasi impossibile ottenere una coerenza ma che si trasforma, con un testa-coda iperbolico e per un istante, in una circostanza dove tutto appare chiaro e compiuto. 

Come vi siete avvicinati alla passione per la musica e quali sono stati i vostri percorsi? 

Giorgio: Beh, possiamo dirti come ci siamo avvicinati alla passione per "questa" musica. Veniamo da territori musicali molto eterogenei (blues, punk, hip hop) dove ognuno di noi ha empatizzato molto con la propria scena di appartenenza, per cui devo dire che il collante per noi è stata l'elettronica. Credo che il percorso che ci ha portati, come musicisti, nei Brain Ragu sia stata la curiosità di sperimentare su questa musica facendone un percorso diverso e stimolante. Volevamo allontanarci dalle regole della band classica ma intendevamo mantenerne l'essenza. Per questo motivo ciascuno di noi ha fatto un proprio studio di questo genere musicale e ha portato la sua idea all'interno del progetto. 

Foto di Martina Salvatore

Come si è formato il gruppo? 

Giorgio: L'idea dei Brain Ragu come un progetto artistico capace di creare musica originale è nato non appena siamo diventati un trio. Inizialmente volevamo mantenere la libertà di una jam band, poche regole e tanta musica. Successivamente però ci siamo resi conto che molte delle idee potevano trasformarsi in veri e propri brani compiuti. Da questa consapevolezza è nata l'esigenza di comporre "Anything You Say May Be Used Against You".

Quali sono le vostre icone musicali e gli ascolti che vi hanno maggiormente influenzato? 

Giorgio: Le influenze musicali sono tante e molto varie. Sarò breve e conciso, promesso. Inizialmente la new wave dei New Order è stata essenziale per capire il connubio tra elettronica e post-punk. Massive Attack, Digitalism, Soulwax, per citare alcuni tra i nomi più noti nel panorama dell'elettronica europea, hanno dato maggiore consapevolezza al groove ed alla psichedelia presenti nei nostri brani. Gli elementi melodici in stile post rock alla Mogwai ed Explosions in the Sky, invece, sono stati una prerogativa dei brani più recenti. L'inserimento di melodie più articolate è stata la svolta per superare l'approccio LO-FI avuto nel primo EP. 

Quali sensazioni, idee o messaggi vorreste comunicare al pubblico? 

Simone: I nostri brani nella loro eterogeneità ci riportano a mondi futuri e lontani. Alcune nostre tracce sono molto aggressive e ruvide, altre sono più rarefatte e morbide. Suonandole ci piacerebbe che il nostro pubblico si perdesse in una speciale trance spirituale dalla quale emergere con una percezione diversa della realtà.

Video di Soppalco Records e Soppalco Games

Durante i live fate ampio uso dei visuals. A cosa vi ispirate nella costruzione dell'immagine del vostro progetto? Visivamente cosa sono i "Brain Ragu"? 

Mattia: Si, durante le nostre esibizioni live proiettiamo scene di film e cartoni animati cult che, accostati alla musica, mirano a suscitare nell'ascoltatore emozioni segnanti come euforia, paura e angoscia. Cerchiamo di creare quindi un contatto diretto tra noi e chi ci sta ascoltando. La cosa interessante è che tutto ciò funziona. L'idea è nata dopo alcuni concerti; notavamo che il pubblico cercava qualcosa con lo sguardo mentre suonavamo e, dal momento che abbiamo spesso composto brani partendo da immagini, colori, visuals animati e live action, abbiamo pensato di creare questo percorso audiovisivo. Nella costruzione dell'immagine del progetto (come un po' dello stile musicale) stiamo cercando di presentarci come un ibrido tra una formazione rock e dei producers. Dal vivo amiamo anche dipingerci il viso con colori fluo per creare delle maschere e sul palco usiamo tutti gli strumenti come fossero sintetizzatori.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi di essere artisti indipendenti?  

Simone: Sono convinto che nella realtà musicale che vivono i Brain Ragu essere indipendenti rispetto al mercato tradizionale della musica non sia una opzione ma l'unica possibiltà, quindi non mi sono mai posto questa domanda. In altri contesti sacrificare parte della libertà artistica, a fronte di possibiltà economiche maggiori per registrare, distribuire e pubblicizzare la propria musica, potrebbe avere un senso. Ma la nostra strada è legata in modo indissolubile alla sperimentazione e alla necessità di rispondere come prima cosa alle nostre esigenze creative e dunque ci mette nella condizione di non poter sacrificare neanche un briciolo della nostra libertà e di poter suscitare un eventuale interesse solo in contesti indipendenti.

Foto di Massimiliano Nardozza

Recentemente abbiamo assistito alla chiusura di due locali importanti per la musica live a Siena. Cosa pensate a riguardo? Secondo la vostra opinione quali azioni potrebbero essere intraprese per promuovere la musica dal vivo nella nostra città? 

Mattia: La chiusura di questi due locali dovrebbe far riflettere un po' tutti. Chi crede fermamente in una Siena con un'identità importante, parlo degli eterni orgogliosi di questa città, deve iniziare a capire che non basta essere uno dei centri storici più belli del mondo per rendere una città piacevole e attraente sia per chi ci vive sia per chi ci vuole venire a vivere, ma bisogna dedicare sforzi e investimento anche sulla cultura. Non si sta parlando di abbassare i prezzi dei musei, ma di dar modo di esistere ai posti dove la cultura fluisce attraverso le persone come i centri di aggregazione giovanile, per cui mancano i fondi (come ad esempio Officina Giovani, il vecchio centro in Piazza della Posta ormai chiuso da tempo), e i locali di musica dal vivo dove la gente può conoscere nuove realtà. E non si parla solo di musica; venivano organizzate mostre, corsi, presentazioni di libri e proiezioni di cortometraggi. Senza questi locali le persone non escono, non conoscono e quindi non scoprono e non imparano. Non sappiamo quali azioni debbano essere intraprese, ma di sicuro bisogna trovare il modo di tutelare questi luoghi di scambio e interazione, per il bene della città e di chi ci vive.

Quali sono i vostri progetti futuri?  

Mattia: Oltre a cercare di aumentare la nostra attività live stiamo già lavorando ad un nuovo disco in cui forse cambieremo completamente approccio, ma per ora è solo un'ipotesi. Seguiteci e lo scoprirete!

Francesca Raffagnino

 

 

 

 

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