NELLA GIORNATA MONDIALE DELLE API IL MIELE NON FESTEGGIA: CRISI IN TOSCANA

News inserita il 20-05-2019 - Attualità Siena

“Viviamo un periodo più che difficile - spiega alla Montalcinonews Duccio Pradella, presidente Arpat - e pensare che le api dall’inverno erano uscite bene con famiglie in buono stato e poche perdite. Poi ad aprile, al momento del raccolto, a causa delle condizioni meteo sfavorevoli non si è fatto più niente".

Oggi 20 maggio è la giornata mondiale delle api, in tutto il mondo si celebra questa ricorrenza istituita dall’Onu nel 2018. Eppure c’è poco da festeggiare. Il maltempo sta mettendo in ginocchio la produzione di miele e le api non se la passano certo bene. Una situazione drammatica un po’ in tutta Italia, Toscana compresa. “Viviamo un periodo più che difficile - spiega alla Montalcinonews Duccio Pradella, presidente Arpat (l’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani che rappresenta circa 28.000 alveari) - e pensare che le api dall’inverno erano uscite bene con famiglie in buono stato e poche perdite. Poi ad aprile, al momento del raccolto, a causa delle condizioni meteo sfavorevoli non si è fatto più niente. La produzione è pressochè azzerata, in Maremma c’è stato qualche risultato con l’erica ma in generale c’è preoccupazione. Gli apicoltori hanno dovuto nutrire le api a maggio, se non cambia il tempo siamo messi male, in Toscana come in tutta Italia. Metà stagione è andata, c’è solo da sperare che qualcosa cambi. Anche a Montalcino e in Valdorcia direi che il trend è questo, l’anno scorso ci fu una bella produzione di trifoglio mentre ad oggi siamo fermi. Abbiamo comunque tante varietà e se a giugno e luglio il clima è quello giusto non tutto è perduto. L’acacia credo che ormai sia pregiudicata, anche il vento ha dato molto fastidio. I produttori, alcuni, hanno iniziato ad abbassare i prezzi e poi c’è la questione del miele straniero. Invito a comprare miele toscano e italiano, non perché quello straniero sia pessimo ma perché è prodotto con regole e garanzie diverse”. Un appello lanciato nei giorni scorsi anche da Coldiretti: “Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero - ha consigliato il presidente Ettore Prandini - spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica”. Coldiretti aveva espresso preoccupazione per la raccolta di miele “azzerata”. “La pazza primavera - ha spiegato Coldiretti - ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”. Servirebbe un’inversione climatica al più presto. Ma ormai appare impossibile raggiungere le 22.000 tonnellate di produzione nazionale dello scorso anno. Coldiretti ha spiegato che esistono oltre 50 varietà di miele e che “nelle campagne italiane ci sono 1,2 milioni di alveari curati da 45.000 apicoltori tra hobbisti e professionali con un valore stimato in più di 2 miliardi di euro per l’attività di impollinazione alle coltivazioni”. E un export che lo scorso anno, con 27,8 milioni di chili, aveva segnato un +18%. Numeri che, di fronte alla realtà di oggi, appaiono soltanto come un lontano ricordo.

 

 

 

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