"Colpire le ricchezze delle mafie e restituirle alla società"
Monteroni d'Arbia, giovani di Libera mettono all'asta (simbolica) i beni confiscati alle mafie
Seduti in cerchio nella piazza della Resistenza di Monteroni d’Arbia, un centinaio di ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia ha dato vita a un’asta molto particolare. Nessun oggetto da vendere, ma una provocazione forte e chiara: i beni confiscati alle mafie devono tornare a essere patrimonio della collettività.
L’iniziativa si è svolta in occasione del raduno nazionale dei giovani di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti, e ha voluto richiamare l’attenzione sull’urgenza di un vero riutilizzo sociale e istituzionale dei beni sottratti alla criminalità organizzata. Non a caso, il tutto è avvenuto proprio in un territorio simbolico: Monteroni d’Arbia, a pochi chilometri da Suvignano, dove si trova uno dei più grandi beni confiscati alle mafie del centro-nord Italia.
«Colpire le ricchezze delle mafie e restituirle alla società è fondamentale – spiegano Giulia Bartolini e Lorenzo Pezzini, referenti di Libera Toscana –. Servono azioni concrete per evitare che questi beni restino abbandonati. Devono diventare spazi di sviluppo economico, sociale e ambientale». Ma i timori non mancano: «C’è il rischio concreto che si stia cercando di cambiare paradigma, mettendo in discussione non solo l’uso sociale dei beni confiscati, ma anche l’intero impianto delle misure antimafia introdotte dal 1965 e rafforzate dalla legge Rognoni-La Torre».
In Toscana la situazione è complessa: sono 252 le particelle catastali già destinate a un nuovo uso, ma ancora 323 immobili restano sotto la gestione dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. E sono appena 13 le realtà sociali che attualmente li utilizzano per progetti sul territorio.
«A Siena, da almeno dieci anni, l’infiltrazione mafiosa è in crescita – avverte Giovanna Vannetti di Libera Siena –. È ancora più importante, quindi, trasformare i beni confiscati in luoghi vissuti, accessibili, segni concreti di un passaggio di testimone: dalle mafie alla cittadinanza».
L’evento rientra nella mobilitazione nazionale di Libera “Fame di verità e giustizia”, che sta attraversando tutta l’Italia per portare alla luce temi troppo spesso dimenticati. Dopo le tappe di Firenze e Pisa, il cammino è arrivato a Monteroni d’Arbia, dove venerdì 27 giugno prenderà il via la formazione nazionale dei giovani dell’associazione. E sarà proprio Suvignano, il bene simbolo sottratto alla mafia, ad ospitare questa nuova fase di impegno civile.