La stagione dei biancoverdi, Covid-19 permettendo, potrebbe essere concentrata in poche settimane
I canestri del palasport rimangono abbassati almeno fino al 15 gennaio, nel rispetto dell’ultimo Dpcm sul quale si adottano misure concernenti l’attività sportiva dilettantistica di squadra in ambito federale. Sul fatto, però, che la Mens Sana (come del resto il Costone e, al piano di sopra, la Virtus) torni ad allenarsi da lunedì 18 e che tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo venga alzata la prima palla a due del campionato di C Silver non esistono prospettive concrete, tutt’altro: la previsione più ottimistica è quella di un ritorno in campo a primavera, primavera inoltrata probabilmente, cercando di concentrare la stagione (con modalità e tempistiche, ovviamente, ancora da studiare) in una manciata di settimane ed evitando di rimandare il tutto a ottobre 2021, ma certo è che quest’ultima ipotesi (l’annullamento cioè dell’intera annata) è da prendere in seria considerazione viste le dinamiche di una pandemia da Covid 19 ancora perdurante. La salute e la sicurezza di tutti vengono prima della voglia di tornare a tirare a canestro, che è tanta nell’ambito della prima squadra biancoverde e che forse serpeggia ancora di più tra le fila del settore giovanile, sulla cui attività purtroppo il silenzio rimane assoluto in mancanza di quelle condizioni di sicurezza che, ad oggi, come non permettono il rientro a scuola di buona parte della popolazione studentesca, non possono garantire ai ragazzini e ragazzi neppure il ritorno in palestra.
L’ultima Mens Sana vista in campo rimane quella che, all’inizio di marzo, aveva vinto una fondamentale partita contro Impruneta, mettendo un tassello decisivo nel cammino al vertice della propria ripartenza dal campionato di Promozione.
I numeri che la Mens Sana porta in dote, infatti, sono sproporzionati per un contesto dilettantistico. Un pubblico che ha “sfondato” quota 1000 presenze in un campionato sostanzialmente dopolavoristico come la Promozione e che in questi mesi di lockdown cestistico ha sottoscritto 140 abbonamenti a scatola chiusa (mettendo cioè in conto la possibilità di non assistere ad alcuna partita) è un patrimonio che va ben oltre la categoria e un punto di forza quando si tornerà a giocare, magari riaprendo anche ai tifosi le porte del palasport.
Matteo Tasso