MENS SANA AL VIA, TRA I DUBBI E LE CERTEZZE DI UN’ANNATA TRANSITORIA

News inserita il 29-09-2022 - Mens sana Basket

Oggi al palasport (ore 19.30) su il sipario sulla nuova stagione biancoverde. L’obiettivo è testarsi nel campionato di C Gold

Mens sana basket

I soldi per rimettere piede nel basket professionistico non ci sono, è bene ribadirlo a chi ancora si illude (o, cosa ben peggiore, illude gli altri) che questa Mens Sana, la terza venuta alla luce dopo il crac del 2014 e il dissesto del 2019, possa in qualche modo riagganciarsi a un mondo nel quale ha vissuto per quasi mezzo secolo e dal quale manca ormai da una manciata di anni, la percezione dei quali cresce a dismisura in tutti quelli che ancora, nonostante tutto, seguono con affezione le sorti biancoverdi.
Si parte, partiamo (scusate l’intromissione, ma l’appartenenza è una cosa seria) con questa certezza a pochi giorni dalla prima palla a due del torneo di C Gold, ennesimo avanzamento di carriera per una Basketball Academy che in tre stagioni è risalita dalla Promozione a quella che una volta si chiamava serie C1, per la verità senza mai vincere un campionato (il primo anno ci ha messo lo zampino il Covid, cinque mesi fa il Costone e qualche limite strutturale che non si è riusciti a mascherare fino in fondo) però rispondendo sempre “presente!” (sarebbe stata un’offesa all’intelligenza dire altro) agli inviti di crescita recapitati in viale Sclavo da Fip Toscana. Una certezza che porta con sé la necessità di sviluppare idee per provare a essere competitivi non tanto nel presente (dalla C Gold non retrocede nessuno, quest’anno), quanto in un futuro a breve-medio termine: la Mens Sana edizione ‘22/’23, insomma, non ponendosi altri obiettivi se non quello di testare tutta una serie di giocatori, perlopiù giovani, su una ribalta assai competitiva rispetto alla C Silver appena affrontata, rappresenta un esperimento nuovo a queste latitudini (non sempre si sono vinti scudetti e coppe, tutt’altro, mai però si è partiti con l’idea di guardare poco o nulla la classifica), un esperimento che nell’immediato sembra esser stato recepito (nonostante un paio di “ventelli” sul groppone, la squadra ha avuto un buon seguito in tribuna durante la coppa e le promozioni messe in atto sul prezzo degli abbonamenti stanno muovendo numeri non altisonanti ma comunque, come sempre, non paragonabili alla categoria) e che solo col passare dei mesi si potrà valutare in termini di effetti su una tifoseria poco abituata, a qualunque livello, a metabolizzare le sconfitte della squadra del cuore.
Stasera alle 19.30 presentazione ufficiale di tutto il mondo Mens Sana Basketball Academy, poi la prima palla a due, domenica pomeriggio (ore 18), al palasport contro Valdisieve, sulla carta (dicono gli addetti ai lavori) un’avversaria con la quale la formazione allenata da Pierfrancesco Binella può competere, a differenza di altre (Cecina, La Spezia, Castelfiorentino, dicono sempre gli addetti ai lavori, ma anche le concittadine Virtus e Costone) decisamente fuori portata e di altre ancora (Prato, Lucca, Arezzo, Legnaia e Quarrata, date la colpa agli addetti ai lavori, ancora loro, se poi le cose dovessero andare diversamente) per avvicinarsi alle quali servirà disputare un’annata al di sopra delle aspettative. Per puntare alla promozione al piano di sopra, che nel ‘23/’24 si chiamerà Interregionale, sono necessari giocatori di esperienza e qualità che solo alcuni clubs possono permettersi dall’oggi al domani (le due Montecatini, che nella scorsa primavera sono salite in B, hanno sforato abbondantemente i sei zeri in fatto di budget, ma ci sono società anche in questa stagione che possono mettere 70, 80, forse anche 90 mila euro sul piatto della bilancia senza battere ciglio), l’alternativa è disporre di un settore giovanile strutturato (la Virtus, in questo, a Siena fa scuola ormai da anni) attraverso il quale, nel tempo, sia costruire una prima squadra competitiva, sia formare quei giocatori che, ceduti altrove, portino nelle casse del club i cosiddetti parametri.
Rispetto a queste due tipologie di azione, oggi la Mens Sana non è in alcun modo in grado di seguire la prima strada (gli sponsor che affiancano la società ne consentono l’attività ed una piccola ma costante crescita, ma grilli per la testa non se ne possono avere: si andrebbe senza freni a sbattere, in meno di dieci anni, verso il terzo fallimento, senza alcun dubbio quello definitivo), mentre può cercare di trovare una sintesi tra l’idea di far maturare il proprio dna (Pannini e Milano nascono cestisticamente nell’Academy, Sabia è al terzo anno in questo gruppo, Tognazzi, Menconi e Bovo al secondo), andare a pescare altrove qualche opportunità futuribile (i 2.16 di Dorin Buca sono una scommessa destinata a dare frutti, se ben giocata), prendere nota sulla competitività a questi livelli di innesti nuovi (Empilo e Bacci), chiedere ai senatori (Benincasa e Iozzi) di mettere un pizzico di esperienza al servizio della squadra.
Con ogni probabilità…la speranza è sbagliarsi e di grosso…tutto ciò non è sufficiente per presentarsi ai nastri di partenza dell’annata con le spalle coperte (l’addio a Sprugnoli, al quale va un forte ringraziamento per i tre anni trascorsi in viale Sclavo, rende la coperta cortissima, e non solo perché Tognazzi e Milano hanno davanti a sé ancora qualche mese di convalescenza), né di fissare obiettivi differenti (arrivando undicesimi si disputerebbero i playoff) da quelli già dichiarati, cioè un’annata in tutto e per tutto transitoria.
Certo non è il modo migliore per tenere viva l’attenzione nei confronti della “vecchia Mens Sana” da parte del suo amato zoccolo duro, né per attrarre nuovi appassionati, soprattutto giovani.

Meno che mai , la lingua batte dove il dente duole, all’interno di un impianto sportivo che sì ha fatto la storia e al quale tutti siamo affezionati, ma nel quale la manutenzione strutturale ordinaria e straordinaria, passata nelle mani del Comune di Siena dopo la donazione del diritto di superficie da parte della Polisportiva, è chiamata a risolvere problemi (su tutti la messa a norma del tetto) che si trascinano da anni e ad adoperarsi per restituire all’utenza quei servizi e quel comfort che nell’attualità sono lontanissimi dagli standard. Perché, va ripetuto, serve anche un campo di gioco a norma, se si vuol pensare di tornare nel basket professionistico.
Matteo Tasso
foto Mens Sana Basketball Academy

 

 

 

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