Al congresso dell’European Society for Medical Oncology in corso a Barcellona i risultati dello studio clinico NIBIT-ML1
L'Oncologia senese protagonista a Barcellona: innovazione nel trattamento del melanoma metastatico al congresso ESMO 2024
L’Oncologia di Siena si distingue a livello internazionale con una presentazione di grande rilievo al congresso ESMO 2024 (European Society for Medical Oncology), tenutosi a Barcellona. Al centro dell’attenzione, i risultati del primo studio al mondo su una combinazione innovativa di immunoterapia e farmaci epigenetici, pensata per quei pazienti affetti da melanoma metastatico che non avevano risposto alla precedente immunoterapia standard.
A dimostrare l’efficacia di questa nuova strategia terapeutica è stato lo studio clinico NIBIT-ML1, realizzato dall’équipe del professor Michele Maio, direttore del Centro di Immuno-Oncologia (CIO) dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese, in collaborazione con la Fondazione NIBIT. Il lavoro è stato presentato a ESMO ed è stato selezionato come Late-Breaking Abstract, un riconoscimento che sottolinea il potenziale impatto dello studio sulla pratica clinica futura. A illustrare i risultati è stata la professoressa Anna Maria Di Giacomo, associata di Oncologia Medica presso l’Università di Siena e coordinatrice dello studio.
Lo studio NIBIT-ML1
Lo studio NIBIT-ML1, finanziato grazie al sostegno della Fondazione AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), ha avuto l’obiettivo di valutare se l’aggiunta di un farmaco epigenetico orale alla combinazione di due immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) potesse migliorare la risposta terapeutica in pazienti con melanoma e tumore polmonare non a piccole cellule, localmente avanzati o metastatici, che avevano sviluppato resistenza ai trattamenti standard.
La professoressa Di Giacomo ha spiegato: «I dati presentati ad ESMO riguardano 36 pazienti affetti da melanoma metastatico. Metà dei pazienti ha ricevuto una combinazione di immunoterapia e farmaci epigenetici, mentre l’altra metà ha ricevuto solo l’immunoterapia. Lo scopo principale dello studio era valutare la risposta obiettiva al trattamento, ovvero la riduzione misurabile del tumore. Abbiamo osservato una riduzione parziale o completa del tumore nel 39% dei pazienti che hanno ricevuto anche il farmaco epigenetico, rispetto al 17% di coloro che hanno ricevuto solo l’immunoterapia».
Un secondo obiettivo importante dello studio era valutare la stabilità della malattia, un indicatore più ampio che non solo misura la riduzione del tumore, ma anche la capacità del trattamento di impedirne la progressione. «La stabilità della malattia è stata raggiunta nel 56% dei pazienti che hanno ricevuto la combinazione tripla, rispetto al 39% di coloro trattati con la sola immunoterapia», ha aggiunto la professoressa. «Questi risultati dimostrano chiaramente che l’aggiunta di farmaci epigenetici può migliorare la risposta all’immunoterapia nei pazienti resistenti».
«I risultati presentati a ESMO rappresentano un importante punto di partenza», ha commentato il professor Michele Maio. «Stiamo attualmente valutando anche i dati relativi ai pazienti con tumore del polmone trattati nello studio. Inoltre, i risultati positivi ci consentiranno di arruolare nuovi pazienti per la fase successiva del trial clinico. Per ora, il trattamento di nuovi pazienti non è ancora previsto».
Maio ha anche sottolineato l’importanza delle analisi molecolari sui campioni biologici raccolti dai pazienti coinvolti nello studio, per approfondire le ragioni del successo o dell’inefficacia del trattamento in alcuni soggetti. «Questa analisi traslazionale, frutto della ricerca no-profit della Fondazione NIBIT, ci permetterà di identificare i pazienti che possono beneficiare maggiormente dell’approccio con farmaci epigenetici. Solo studiando questi meccanismi possiamo ambire a somministrare la giusta cura al giusto paziente, che è la vera sfida della medicina personalizzata in immuno-oncologia».