Studiosi a confronto sulla rappresentazione dei territori. All'Università di Siena
A Siena si discute di mappe che cambiano il mondo: al via il convegno "Mappe ribelli"
Le mappe non servono solo a trovare la strada. Sempre più spesso diventano strumenti per raccontare i territori, aiutare le comunità e persino promuovere la pace. È questo il cuore del convegno “Mappe ribelli. La cartografia come strumento di indagine, mediazione e pace”, che si terrà a Siena il 28 e 29 maggio presso l’Aula D della sede universitaria di Fieravecchia, in via Roma 47.
L’iniziativa è promossa dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni culturali dell’Università di Siena, in collaborazione con altri dipartimenti dell’ateneo e con l’Associazione dei Geografi Italiani. Oltre ai geografi, prenderanno parte all’incontro studiosi di varie discipline e cartografi attivi in importanti testate geopolitiche internazionali.
Il convegno si aprirà il 28 maggio alle 10 con la sessione “Cartografia, geopolitica, pace”, in cui si parlerà del ruolo delle mappe nei contesti di conflitto. Le rappresentazioni geografiche possono infatti aiutare a comprendere meglio situazioni complesse e diventare uno strumento utile nei processi di mediazione e negoziazione.
Un altro tema centrale sarà la cartografia partecipativa, che coinvolge direttamente le comunità locali nel processo di mappatura. Se ne discuterà nella sessione “Cartografia, comunità locali, sviluppo”. Qui la mappa diventa qualcosa di più di un documento tecnico: è uno strumento per dare voce alle persone, rafforzare legami e promuovere il cambiamento dal basso.
Il 29 maggio si aprirà invece con una riflessione sulla cartografia storica, nella sessione “Cartografia storica, fruizione, valorizzazione”. Verranno presentati progetti digitali realizzati in Toscana, Trentino-Alto Adige e Veneto, pensati per rendere più accessibili al pubblico le mappe del passato, utili sia nella didattica che nella pianificazione del territorio.
A chiudere l’evento sarà la sessione “Cartografia, ricerca, strumenti”, in cui studiosi non specializzati in geografia racconteranno come utilizzano le mappe nei loro lavori, soprattutto legati a paesi del Sud globale. Un’occasione per scoprire come la cartografia possa essere uno strumento trasversale, capace di unire ricerca, impegno sociale e innovazione.