LE STRAVAGANTI E FARLOCCHE CLASSIFICHE DI SANREMO 2025

News inserita il 17-02-2025 - Attualità Siena

I fischi dell'Ariston arriveranno nell'anima?

Come volevasi dimostrare, ultimamente a Sanremo hanno vinto 4 artisti su 5 di Marta Donà: le malelingue ci hanno preceduto e così è arrivata la vittoria di Olly di cui sinceramente e musicalmente potevamo fare tranquillamente a meno.

Tra i veri talenti emersi c'è Lucio Corsi che si presenta allo stile di Ivan Graziani ma vestito da David Bowie, sicuri che non sarà una meteora. Se le case discografiche lo lasceranno libero di espirmersi, ne vedremo delle belle!

Rkomi: sorprendente, con un brano dalla sottile linea malinconica alla Joy Division ma con un arrangiamento elettronico di alto livello e con dei suoni campionati o analogici ben studiati per quello “spleen” che troviamo solo in testi leggendari.

Coma Cose: saranno i Righeira del futuro? Staremo a vedere…intanto con un giro di bass-synth come in  “Photografic” dei Depeche Mode riescono a farci battere il piede a ritmo di drum machine con un testo allegro/triste ma veritiero.

Elodie: bella e brava, ci regala un bel brano sullo stile di “Ancora, ancora, ancora” di Mina; ottimi arrangiamenti elettronici e base quasi dance che si presterà sicuramente a dei remix, melodia e testo piacevolissimi e se non si fosse sbilanciata politicamente la avrebbero votata anche quelli della parte avversa.

Rose Villain: troppo interista per scalare la classifica ma certamente abbiamo sentito cose più brutte in questo Sanremo.

Achille Lauro: ormai il personaggio ha preso la deriva su tutto, dimostrando di essere un artista completo e poliedrico, capace di esibirsi e camuffarsi con tutti i tipi di maschere e di generi musicali. La canzone del Festival prende la piega del successo precedente, “Amore disperato”, difficile riuscire a decidere quale delle due sia meglio.

Cristicchi: ci sentiamo di dire bella poesia ma la musica è un altra cosa, si chiama Festival della canzone.

Sugli ospiti va sottolineata la performance dei Duran Duran, se rimani a galla per 40 anni un motivo c'è.  Uniche note dolenti: chitarrista non all'altezza, Simon le Bon che stona almeno una decina di volte e  anche Roger Taylor che sbaglia su “The Wild boys” una rullata, andando fuori tempo.

Su Giorgia potremmo scrivere un libro, appartenendo lei stessa alla melassa melmosa della musica italiana più tediosa. Dopo milioni di dischi ascoltati in 50 anni, possiamo proclamare che non basta una bella voce per rimanere nella storia della musica; se il brano non dice niente, o come diceva mia nonna: “sa di spremuta di mele secche” (spuma), andiamo poco lontano; la non eccelsa performance su “Skyfall” di Adele, dove è stata surclassata da Annalisa, e i suoi gorgheggi non ci hanno appassionato e quindi poi non dobbiamo lamentarci se ad eccezione dei Maneskin la musica italiana non è esportabile.

Il vincitore Olly andrà al Festival europeo, sinceramente credo che rappresenti solo se stesso anziché la musica italiana attuale.

Dopo questa classifica farlocca, sovvertita nei valori e non rispecchiante la bellezza della canzone, il Conti  nazionale ci ha già detto che al massimo il prossimo anno farà il direttore artistico.

Forse i fischi dell'Ariston arrivano nell'anima.

Buoni ascolti!

Simone Benvenuti

 

 

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