La voce dei manifestanti: "Beko, se ci sei batti un colpo!". Presidio davanti ai cancelli in Viale Toselli
In un clima di crescente tensione e preoccupazione, i lavoratori dello stabilimento Beko di Siena hanno aderito allo sciopero nazionale di due ore, proclamato dal Coordinamento Nazionale di FIM-FIOM-UILM, nella giornata di giovedì 12 settembre. La protesta nasce in risposta alla recente decisione di Beko Europe di chiudere due siti produttivi in Polonia, una mossa che comporterà la perdita di 1.800 posti di lavoro e che ha generato inquietudine anche tra i dipendenti italiani.
Incertezza e mancanza di comunicazione
A complicare la situazione è la mancanza di un piano industriale chiaro per l'Italia, unita all'assenza di una data certa per un incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT). Questa lacuna ha alimentato un crescente senso di insicurezza tra i lavoratori, in particolare tra quelli dello stabilimento senese di viale Toselli. I dipendenti temono che la chiusura degli stabilimenti polacchi possa essere un preludio a ulteriori tagli anche in Italia, alimentando preoccupazione.
La voce dei lavoratori senesi: "Beko, se ci sei batti un colpo!"
Durante lo sciopero, i lavoratori di Siena hanno istituito un presidio davanti ai cancelli dell'azienda, manifestando il loro dissenso e la loro frustrazione per una situazione sempre più incerta. La Rsu Beko Europe Siena ha espresso chiaramente il disagio dei lavoratori dichiarando: "VOGLIAMO CHIAREZZA SUL NOSTRO FUTURO!"
Alcuni dipendenti hanno aggiunto: "Quando Arcelik ha acquisito il 75% di Whirlpool, eravamo fiduciosi che la situazione sarebbe migliorata. Ma da allora nulla è cambiato. Stiamo ancora facendo i conti con la cassa integrazione e non abbiamo ricevuto alcun piano industriale da parte di Beko. La nuova proprietà è totalmente assente, non si è mai fatta vedere e non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali."
Un futuro incerto
Le motivazioni dello sciopero sono molteplici e complesse. Oltre alla chiusura dei siti polacchi, i sindacati denunciano un atteggiamento arrogante da parte della multinazionale turca, accusandola di non rispettare i principi fondamentali della democrazia industriale. In particolare, criticano il modus operandi unilaterale dell'azienda, che sembra voler evitare il confronto con le parti sociali e la contrattazione collettiva.
In risposta a queste preoccupazioni, le organizzazioni sindacali locali – Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm-Uil e la RSU – stanno sollecitando un incontro urgente presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. L'obiettivo è aprire un tavolo di confronto con l'azienda e cercare soluzioni condivise che possano garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e una maggiore trasparenza sul futuro degli stabilimenti italiani.
Un'azione di protesta per i diritti dei lavoratori
Questo sciopero rappresenta un atto di protesta deciso e determinato, con l'intento di richiamare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica su una situazione che i lavoratori considerano non più sostenibile. Le preoccupazioni riguardano non solo il destino degli stabilimenti italiani, ma anche la difesa dei diritti acquisiti e il rispetto dei lavoratori in un contesto in cui il dialogo sembra essere stato messo da parte.
La vertenza è destinata a proseguire finché non arriveranno risposte concrete, sia da parte dell'azienda che dalle istituzioni, per garantire un futuro più stabile ai lavoratori di Beko Europe. Presente anche una rappresentanza della maggioranza del comune di Siena (De Angelis, Anichini e Paolo Salvini) e dell'opposizione (Anna Paris, Mazzarelli, Ferretti, Masi, Micheli). Le interviste video ai rappresentanti sindacali: Miniero della Fiom (video), Martini della Uilm (video), Cesarano della Fim (video).
L.C.