Esordio (ore 19) sul campo del Don Bosco Crocetta in un girone che proporrà ai biancoverdi trasferte lunghe e complesse
Tornare a giocare lontano da casa, dopo sei anni, fa una certa impressione. L’ultima Mens Sana a mettere il naso fuori dai confini della Toscana (d’accordo, un paio di volte è capitato di sconfinare a La Spezia, ma sempre di girone toscano si è trattato, nel 2022 come pochi mesi fa) era quella edizione 2018/19, frantumata a metà campionato dai vizi di una gestione finanziaria sciagurata, subentrata a una situazione già complessa che, quasi subito, aveva freddato gli entusiasmi della prima ripartenza datata 2014: l’ultimo viaggio biancoverde fu una sonora sconfitta (92-62) a Treviglio, maturata tutta quanta nel quarto periodo e antipasto dell’ammutinamento generale che un paio di settimane dopo, era il mese di marzo del 2019, costrinse Paolo Moretti a mandare in campo dodici ragazzini dodici (tra di loro Edo Pannini e Pippo Toscano, oggi rispettivamente al sesto campionato da capitano e al secondo da assistente allenatore dei coach Betti) nel triste commiato casalingo contro Biella.
Fine dell’amarcord, anche perché da ricordare c’è ben poco (o forse tutto: un monito a non ripetere per l’ennesima volta certi errori, non è sbagliato tenerlo lì, a disposizione), e invece sta per giocarsi la “prima” di questo play-in out…sorvoliamo su nomi e formule di questa B Interregionale, rischiamo di non uscire più da quel loop che accompagna le nostre vite da quando abbiamo sentito pronunciare, per la prima volta, il fatidico mantra “il basket italiano è in salute”…con il Don Bosco ad attendere Note di Siena nel suo piccolo impianto nel quartiere Crocetta, un elegante incastro di viali alberati e bei palazzi a due passi dal centro del capoluogo piemontese nel quale quasi mezzo secolo fa partiva il viaggio cestistico di un certo Stefano Vidili. Torino, Collegno, Varese, Gallarate, Serravalle Scrivia e Genova le tappe del tour che rimetterà la Mens Sana sulla cartina del basket interregionale dopo anni trascorsi a Firenze-Castello, Impruneta, Montespertoli, Fucecchio e, detto sempre col massimo del rispetto per tutti, chi più ne ha, più ne metta.

I sei viaggi fuori dal Granducato saranno quasi tutti quanti al sabato sera (mai scordare che siamo in un campionato solo formalmente professionistico, nel quale per molti il lunedì è una giornata sul posto di un lavoro diverso dal basket), fatta eccezione per una pesantissima trasferta a Collegno di mercoledì (il 12 marzo) e l’approdo domenicale a Genova del 27 aprile. Gli impianti nei quali si giocherà sono di…categoria: escluso il palazzetto della stessa Collegno, dotato di due tribune capienti, e quello dei Seagulls genovesi (che però nel corso della stagione si sono spostati più volte sui campi cittadini), Torino, Varese e Gallarate giocano in tre piccole strutture, mentre quella di Serravalle Scrivia è una palestra con giusto una manciata di posti disponibili per gli spettatori. Impossibile, insomma, per i tifosi biancoverdi ripetere trasferte nutrite come quelle di Arezzo, Lucca o Castelfiorentino, ma questo non scoraggerà la voglia di viaggiare al seguito della Mens Sana, almeno quando sarà possibile farlo.
Tutto il resto dovrà dirlo il campo. La base di partenza è buona (14 punti portati dietro dalla prima fase, meglio ha fatto solo Crocetta con 16), ma l’ammucchiata a ridosso di Note di Siena (che nel frattempo ha perso in maniera definitiva Matteo Neri e pare decisa a valutare ancora per qualche giorno se e come tornare sul mercato) fa comprendere quanto complicata, e lunga (12 partite) sarà la strada da percorrere per strappare uno dei tre primi posti e mettere subito la parola fine sul discorso salvezza. L’alternativa è andarsela a giocare nei playout, che però sarebbe meglio scansare per non andare incontro a nuove pressioni come quelle (mal) sopportate nell’ultima settimana di regular season: in serie C, per la cronaca, finiranno in tutto tre squadre, una direttamente a fine play-in out, le altre due al termine dei playout.
Matteo Tasso