LA FOTOBIOMODULAZIONE CON LUCE BLU È ARRIVATA ALLA VULNOLOGIA DI NOTTOLA

News inserita il 17-06-2025 - Attualità Siena

L'innovativo strumento serve a trattare le ferite difficili complesse

All'ospedale di Nottola arriva la luce blu per curare le ferite difficili

Un nuovo strumento all’avanguardia è entrato in funzione all’ospedale di Nottola, negli ambulatori dedicati al trattamento delle lesioni complesse e del piede diabetico. Si tratta di un dispositivo che utilizza la luce blu per stimolare la guarigione delle ferite, una tecnologia innovativa basata sulla cosiddetta fotobiomodulazione.

Il macchinario sfrutta fasci di luce LED a bassa intensità, senza uso di farmaci o sostanze chimiche, per attivare i naturali meccanismi di rigenerazione della pelle. Il risultato è una guarigione più rapida ed efficace, sia per le ferite croniche che per quelle acute. La tecnologia, già sperimentata con successo anche in progetti di continuità assistenziale tra ospedale e territorio nella Valdichiana Senese, si affianca ad altri trattamenti avanzati già presenti nella struttura.

«Il nuovo dispositivo a luce blu è solo l’ultima delle tecnologie high-tech di cui disponiamo», spiega Monica Gonnelli, infermiera specialista in wound care. «Tra le altre tecniche che utilizziamo ci sono la terapia fotodinamica con luce rossa, bisturi ad ultrasuoni, sistemi per l’ossigenazione locale delle ferite, innesti di sostituti cutanei, medicazioni avanzate e sistemi di bendaggio specifici».

Il dispositivo agisce in profondità attraverso un’interazione tra la luce e particolari molecole presenti nel sangue e nella pelle. Questo processo attiva la rigenerazione cellulare, senza effetti collaterali, ed è particolarmente indicato per le ferite difficili da curare, come ulcere o lesioni diabetiche.

L’ambulatorio di Vulnologia di Nottola, attivo nella cura delle ferite complesse, ha effettuato oltre 700 visite specialistiche e più di 3.600 trattamenti solo tra marzo e dicembre 2024.

«Siamo orgogliosi che il nostro ambulatorio sia stato selezionato per partecipare a uno studio clinico internazionale di fase IV, insieme ad altri 65 centri nel mondo», sottolinea il responsabile Cosimo Maglio. Lo studio, in doppio cieco, prevede l’utilizzo di cellule staminali autologhe (cioè dello stesso paziente) per trattare ulcere venose resistenti alle terapie tradizionali.

Con l’introduzione della luce blu e la partecipazione a importanti progetti di ricerca, l’ospedale di Nottola si conferma sempre più un punto di riferimento nella cura avanzata delle ferite.

 

 

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