IL GRANDE DRAMMATURGO JEAN-PIERRE THIERCELIN SUL PALCO DEGLI ARRISCHIANTI

News inserita il 27-01-2017 - Sarteano

Incontro con il pubblico del suo spettacolo "Dall'inferno alla luna"

Jean-Pierre Thiercelin incontra il pubblico del suo spettacolo, in scena al teatro degli Arrischianti, sabato 28 gennaio (ore 17.30) nella sala mostre di Sarteano. Si tratta di un attore e drammaturgo francese molto conosciuto Oltralpe, dove le sue piéce per la radio sono trasmesse sulle frequenze nazionali. Nel testo che messo in scena (fino a domenica 29, per la regia di Laura Fatini, ore 21,30) dalla Compagnia Teatro Arrischianti affronta, in maniera diretta, con humor e accenti grotteschi, il problema della trasmissione della memoria dell'indicibile: l'Olocausto. Nel suo "Dall'inferno alla luna" Thiercelin si chiede quale sia il valore delle commemorazioni storiche e delle cerimonie in occasione del Giorno della Memoria, e di come rendere vivo e reale il ricordo di quello che un'intera generazione europea ha vissuto e ormai quasi non ricorda più (o rinnega). Le opere di Thiercelin sono state tradotte dal francese da Gianni Poli per la casa editrice Morlacchi di Perugia. Il libro, e lo spettacolo saranno presentati da Laura Fatini e Vincenzo Sorrentino (autore dell'introduzione alle opere in italiano di Thiercelin). Sarà questa l'occasione, più unica che rara, di poter parlare con un grande personaggio della cultura che verrà dalla Francia per assistere al debutto della compagnia, poco dopo in scena con Francesco Storelli, Gianni Poliziani, Calogero Dimino, Pierangelo Margheriti, Maria Pina Ruiu e Giulia Peruzzi. Un bell'impegno per la piccola compagnia sarteanese, che sempre più spesso si confronta con testi contemporanei e autori internazionali.

 

L'incontro tra Thiercelin e Laura Fatini, avvenuto tre anni fa a Perugia, si concretizza quest'anno a Sarteano. «Nonostante le differenze – commenta l’artista sarteanese - di nazionalità, generazionali e di esperienza, ci siamo subito trovati a parlare una lingua comune, quella del teatro». Quando ormai i testimoni diretti cominciano a mancare, ha senso parlare di campi di concentramento? Nello spettacolo si confrontano con queste tematiche la generazione dei deportati e quella dei loro figli, e alla fine, dei loro nipoti, il tutto intorno ad una vicenda che ha dell'incredibile: quella del barone von Braun, scienziato nazista che dirigeva le operazioni di ricerca presso il campo di concentramento di Dora-Mittlebau, dove si realizzavano i missili V1 e V2. Quello stesso von Braun che fu naturalizzato americano, una volta finita la guerra, e che collaborò, proprio grazie a quanto realizzato nell'inferno di Dora, alla realizzazione del sogno dell'uomo: lo sbarco sulla luna. Lo stesso von Braun che possiamo vedere in immagini di repertorio a fianco di John Fitzgerald Kennedy, o sulla copertina di Time con l'appellativo di Missileman Braun. «Le opere di Thiercelin - prosegue la Fatini - riescono a raccontare in maniera poetica e a volte comica le terribili vicende degli internati e dei deportati. Il mezzo teatrale si presta bene ad evocare nel pubblico emozioni contrastanti e a far pensare ridendo amaramente. A più di 70 anni dall'apertura dei cancelli di Auschwitz questo è, secondo me, l'unico modo per far sì che la memoria non si perda».

 

 

 

 

 

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