IL FUTURO DEI TRAPIANTI: SIENA E LA TOSCANA COME MODELLO NAZIONALE

News inserita il 25-11-2022 - Attualità Siena

Barretta: "Bisogna proseguire su questa strada perché i centri di eccellenza fanno crescere tutta l’azienda ospedaliera"

festival della salute siena

I centri trapianti di Siena sono un'eccellenza, riconosciuti a livello nazionale dal Cnt che anche nell'ultima valutazione ha espresso giudizio positivo. E' un traguardo raggiunto grazie alla collaborazione attiva tra i vari dipartimenti che ogni giorno si impegnano per la cura del paziente.

Il Policlinico Santa Maria alle Scotte è il riferimento in Toscana per i trapianti di cuore e polmone, ma è all'avanguardia anche per il trapianto di rene. Le professionalità del personale medico e infermieristico e le attrezzature avanzate consentono di prendere in carico il paziente all’inizio del percorso che porta al trapianto per poi seguirlo nel post operazione. La medicina negli ultimi 20 anni ha fatto enormi progressi per migliorare la qualità della vita del trapiantato, rimane il problema delle donazioni, che ancora non è completamente entrato nella cultura italiana. E’ quanto è emerso dal convegno “Il futuro dei trapianti: Siena e la Toscana modello nazionale” svolto oggi al San Niccolò nell’ambito del Festival della Salute.

“La nostra azienda da circa 20 anni è leader in Toscana per i trapianti di cuore e polmone – ha detto in apertura Antonio Barretta, dg AOU Senese -. Merito dei dipartimenti di riferimento ma anche di tutti i reparti che sono coinvolti nell’assistenza del paziente. Bisogna proseguire su questa strada perché i centri di eccellenza fanno crescere tutta l’azienda ospedaliera. Abbiamo ricevuto di recente la valutazione positiva del centro nazionale trapianti, questo ci spinge a proseguire anche con le collaborazioni che abbiamo con gli altri centri toscani di Pisa e Firenze. Un lavoro di squadra che fa della Toscana un modello nazionale”.

Quando si parla di trapianti si deve immaginare il lungo percorso che porta alla donazione e la celerità del momento in cui si rende disponibile un organo.

“Il sistema è consolidato – ha spiegato Sabino Scolletta, direttore dipartimento emergenza-urgenza e dei trapianti AOU Senese -. Da oltre 20 anni ci muoviamo in questo campo e ogni singolo professionista ha un ruolo preciso all’interno della rete. Quando riceviamo la notizia della disponibilità di un organo attiviamo tutti i professionisti interessati, i tempi sono stretti per intervenire. E' un servizio multidisciplinare che coinvolge tutti i dipartimenti”.

I pazienti in lista di attesa sono seguiti dall'equipe del reparto di cardiochirurgia e grazie alle nuove tecnologie hanno una speranza di vita.

“L’attività di trapianto è cambiata con l’evoluzione tecnologica – ha spiegato Massimo Maccherini, responsabile programma regionale trapianto cuore e VAD AOU Senese -. Abbiamo iniziato con sistemi molto rudimentali, oggi con l'assistenza ventricolare riusciamo a curare i pazienti in attesa di donazione. Gli interventi in un anno sono circa 25. Il trapiantato è destinato ad avere una vita molto lunga, dopo aver subito l’intervento dovrà sottoporti a controlli periodici, all’inizio per evitare il rigetto, poi per monitorare la sua situazione clinica”.

L'azienda ospedaliera universitaria di Siena ha continuato ad effettuare trapianti anche durante la pandemia, ovviamente con tutte le dovute precauzioni.

“All'inizio non sapevamo come muoverci anche perché il polmone era l'organo più colpito dal covid e quindi per le donazioni c'era da capire se potevano essere idonee – ha raccontato Luca Luzzi, responsabile centro trapianti di polmone AOU Senese -. L’infezione del virus nel polmone poteva inficiare la procedura del trapianto. Poi abbiamo capito che anche il donatore post covid poteva essere proposto per l'espianto. Quest’anno siamo ritornati ai nostri standard nei trapianti, purtroppo però il numero non è sufficiente a rispondere alla domanda di chi ha bisogno. Il 30 per cento dei possibili organi non vengono utilizzati per opposizione alla donazione. Manca la cultura”.

Se per i trapianti di cuore e polmone è necessario un donatore deceduto per il rene è possibile la donazione da un vivente. “Ci sono accertamenti approfonditi da svolgere sia sul donante che sul ricevente – ha illustrato Guido Garosi, responsabile centro trapianto di rene AOU Senese – per tutelare la salute di entrambi. Purtroppo ci sono casi di incompatibilità anche se oggi esistono degli strumenti tecnologici per superare le difficoltà come quelli di una coppia immunologicamente non compatibile”.

Entrare nella lista di attesa per il trapianto non è facile: ci sono dei parametri che portano l'équipe a valutare caso per caso.

“Il percorso della selezione dei pazienti è molto complessa – sono le parole di Serafina Valente, direttrice dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare AOU Senese -, uno dei parametri è l'età che deve essere inferiore ai 65 anni, poi c'è uno screening che ci permette di indirizzare la persona verso il trapianto”.

 

 

 

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