I FOTOGRAFI DEL PALIO: MASSIMILIANO BRUTTINI

News inserita il 03-06-2025 - Palio

“Scrivo con la mia penna e non con quella degli altri”

Massimiliano Bruttini è un fotografo senese e contradaiolo della Lupa. Da quando era piccolo si è appassionato alla fotografia e da sempre cerca di migliorarsi nel suo percorso professionale. Oggi collabora con varie riviste ed i suoi scatti sono scelti nei Numeri Unici delle contrade vittoriose.

Quando si è innamorato della fotografia?

La curiosità nasce quando ero piccolo.

In quel periodo avevo voglia di scoprire, ma sicuramente un ruolo importante è stato giocato da mio padre quando scattava le fotografie analogiche. Lui ogni tanto mi faceva usare la sua macchina fotografica e mi spiegava qualche tecnica. Stavo imparando le basi. Nel 2009-10 ho acquistato la mia macchina fotografica e da lì ho coltivato la mia passione con l’aiuto di altri colleghi. Ho iniziato a fare scatti in movimento, alla via lattea, il bianco e nero e la paesaggistica perché penso che un fotografo deve essere capace di approcciarsi a ogni tipo di eventualità.

Cosa significa per lei fotografare? 

Ogni fotografo ha approccio diverso. D’altronde, secondo me, la fotografia è un linguaggio, una forma di comunicazione che viene messa in atto quando qualsiasi persona riesce a esporre con un’immagine ciò che non riesce a dire con le parole. Tutti mi hanno sempre insegnato che devi saper parlare con le foto. Gli scatti possono suscitare delle emozioni come lo può fare uno scrittore con un testo: il compito di scatta immagini è riuscire a trasmettere sensazioni. La fotografia, inoltre, per me è praticità perché ti porta a situazioni sempre diverse. Chi immortala momenti deve essere in grado di gestire la propria macchina, qualsiasi essa sia. Non importa avere una macchina fotografica di ultima generazione: gli scatti prima vanno creati con la testa e poi con lo strumento che ci troviamo fra le mani. Mi piace catturare foto in movimento, sportive e, soprattutto, il Palio che mi è molto familiare perché sono contradaiolo

Quale è il suo rapporto con il Palio?

Devo dire che la nostra festa l’ho vissuta sempre esternamente, poi ho intrapreso l’attività da fotografo e mi sono immerso nel Palio non più da semplice contradaiolo. Proprio in occasione delle tradizionali novantasei ore mi piace immortalare le espressioni, i movimenti dei cavalli, la cura dei dettagli e le attenzioni degli economi. La mia Contrada mi ha aiutato molto, specialmente in un momento in cui ero in difficoltà nel quale ho dato molto spunto alla fotografia; la Lupa, infatti, mi ha dato la possibilità di farmi vedere sia al suo interno, facendomi collaborare con il giornalino di Contrada, sia come fotografo di pista. Sempre con la mia contrada ho lavorato anche per immortalare tanti eventi come il cappotto del 2016 e partecipato all’ultimo Numero Unico dell’agosto 2024. Ho collaborato con “Scatti in Campo” e con “TUFO al cuore” e ho avuto l’onore di tenere mostre fotografico all’interno di alcune Contrade.

Ha una sua foto perfetta ed ideale?

Ho partecipato a tanti concorsi. Un aspetto importante che tante persone dicono in buona fede al fotografo è che è facile fare belle foto con una costosa macchina. Ma è un’idea sbagliata. Nel mio caso sono riuscito ad arrivare a un buon livello per un concorso mondiale con una semplice macchina che costa cento euro. Non conta la qualità, ma l’occhio e il momento: in altre parole, serve la prontezza del fotografo. Molti maestri dicono che non esiste lo scatto perfetto perché ci sono delle regole che rendono una foto unica nel suo genere scattando contro le caratteristiche ideali che uno immagine deve avere. Si devono, a mio avviso, infrangere le regole per avere un buono scatto. Di sicuro non ho un fotografo da imitare, spunti o idoli. Penso che siamo una categoria professionale molto egoista; tutti, infatti, pensiamo che gli scatti perfetti sono solo quelli immortalati da noi stessi. Potrei dire che seguo un unico principio: scrivo con la mia penna e non con quella degli altri.

Consiglia ai giovani di intraprendere la carriera da fotografo?

Si, non vedo perché non la dovrei consigliare. Secondo me è importante seguire le proprie idee: infatti, se un ragazzo crede in un ideale, in un sogno o in qualsiasi altra cosa, deve crederci fino alla fine. Se ci sono ostacoli è un segnale positivo. Nei lavori proprio come nel caso della fotografia, che nascono da passioni, se un percorso è troppo facile non è quello giusto. Senza ostacoli nessuno riuscirebbe a migliorarsi. Mai intraprendere una strada perché vista solo come più facile.

Niccolò Ricci

 

 

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