GIUSEPPE ZEDDE CONQUISTA IL PALIO DI ASTI

News inserita il 18-09-2017 - Palio

Gingillo e Bomario da Clodia trionfano per San Lazzaro. Contestato l'operato del mossiere.

E’ di Giuseppe Zedde l’ultimo acuto della stagione paliesca 2017. Gingillo ha infatti vinto il Palio di Asti montando Bomario da Clodia per i colori di San Lazzaro. Un palio dominato, tanto in batteria quanto in finale, da parte di un Gingillo impeccabile che già aveva vinto nel 2008 per San Lazzaro, e di un Bomario in gran forma che ha regalato l’ennesima soddisfazione alla scuderia di Fabio Fioravanti.

Ha provato fino all’ultimo a contrastare la vittoria dell’accoppiata giallo verde una eccellente Preziosa Penelope che, dopo il doppio smacco subito a Siena, ha tentato di far valere la sua classe sulla difficile pista di Piazza Alfieri, al cospetto dei migliori mezzosangue in circolazione, ma si è scontrata contro un avversario apparso ieri imbattibile. Ma più che le prestazioni dei mezzosangue, debuttanti ad Asti, a far discutere è stata, e certamente sarà nei prossimi giorni, la pessima gestione della mossa da parte di Giancarlo Matteucci, rientrante ad Asti dopo oltre 10 anni che, con mosse discutibili e richiami piuttosto affrettati, ha lasciato vari borghi scontenti, innescando di conseguenza polemiche e contestazioni.

1° batteria. Musi lunghi per l’operato del mossiere già nella batteria iniziale che vedeva schierati Viatosto (Ser Bona e Salvo Vicino che all’ultimo aveva sostituito il rinunciante Andrea Mari), Santa Caterina (Questurino e Sebastiano Murtas), San Marzanotto (Tay Tay ed Andrea Farris), Canelli (Remoerx e Massimo Columbu), Nizza (La Via da Clodia ed Alessandro Cersosimo), Tanaro (Tosca Prepotente e Sandro Gessa) e San Martino – San Rocco (Preziosa Penelope e Francesco Caria). Al momento dell’abbassamento valido San Marzanotto restava arretrato e virtualmente fuori corsa. Prendeva la testa San Martino - San Rocco e la batteria si trasformava in una vera e propria prova di forza di Preziosa Penelope che ha spaziato a piacimento vincendo per dispersione, lasciando a debita distanza Canelli, una delle meno accreditate alla vigilia che ha colto un ottima qualificazione alla finale assieme a Nizza, brava a respingere ogni attacco di Tanaro, prima delle escluse eccellenti assieme a Santa Caterina. Caduto nelle retrovie Viatosto.

2° batteria. Anche la mossa della seconda batteria ha lasciato molti strascichi polemici. Al via Castell’Alfero (Unidos e Donato Calvaccio), San Silvestro (Polonski e Luigi Bruschelli), San Damiano (Tabacco ed Antonio Siri), Moncalvo (Portorose e Federico Arri), San lazzaro (Bomario da Clodia e Giuseppe Zedde), Baldicheri (Tidoc e Simone Mereu), San Secondo (Bonantonio da Clodia ed Alberto Ricceri). Dopo un primo abbassamento precauzionale e l’arretramento in seconda fila di Baldicheri per volontà dei veterinari, Matteucci ha dato buona la mossa quando San Damiano si trovava completamente girato, estromettendolo così dalla corsa. I tre giri hanno avuto poca storia con le posizioni già assestate dopo pochi metri con San Lazzaro, San Secondo e Moncalvo che non hanno avuto problemi a conquistare la qualificazione. Grande rammarico per Baldicheri, primo degli esclusi autore di una grande corsa dopo la penalizzante partenza e per San Damiano che non ha proprio avuto la possibilità di correre. Nulla da fare anche per Trecciolino, mai vincitore in Piazza Alfieri, rimasto sempre nelle retrovie.

3° batteria. La batteria sulla carta più equilibrata ha visto al via Santa Maria Nuova (Quisario e Martin Ballesteros), Torretta (Tiepolo e Valter Pusceddu), San Pietro (Piccolo Diavolo e Carlo Sanna), Montechiaro (Tempesta da Clodia ed Andrea Chessa), Cattedrale (Briccona da Clodia e Dino Pes), San Paolo (Matato ed Andrea Coghe) e Don Bosco (Umatilla e Giovanni Atzeni). Non è mancata un po’ di tensione ai canapi con due mosse false e vari richiami da parte del mossiere. La partenza valida ha visto subito l’uscita di scena di Santa Maria Nuova con il canape che si è attorcigliato nelle zampe di Quisario, provocando la caduta di Pampero. Don Bosco è stata la più veloce ad uscire ed ha condotto in scioltezza la batteria. Dietro la bagarre per gli altri posti in finale ha premiato Torretta e Cattedrale con quest’ultima che nel corso del terzo giro ha superato il calante San Pietro. Da segnalare la caduta di San Paolo alla prima curva. Al termine della batteria vibranti e prolungate sono state le proteste dei dirigenti e dei rionali di Santa Maria Nuova nei confronti del Capitano del Palio circa l’operato del mossiere, da loro ritenuto responsabile della caduta di Ballesteros, anche se, rivedendo le immagini, l’incidente appare del tutto fortuito.

Finale. Anche in questa occasione la gestione della mossa è stata assai discutibile. L’ordine stabilito dalla sorte ha visto Canelli al primo posto, poi Don Bosco, San Lazzaro, San Secondo, Moncalvo, Torretta, San Martino – San Rocco, Nizza e Cattedrale. Due richiami assai affrettati hanno costretto San Secondo a partire in seconda fila; stessa sorte anche per Moncalvo, per volere dei veterinari. Dopo due mosse invalidate, quella buona ha visto lo scatto di San Lazzaro, seguito da San Martino – San Rocco e Torretta, mentre Cattedrale restava di traverso e partiva in ritardo. Dopo la prima curva le posizioni vedevano San Lazzaro, Torretta e Don Bosco, mentre Preziosa Penelope, costretta al largo, aveva perso alcuni metri. Nel corso dell’ultimo giro, mentre nelle retrovie cadevano San Secondo e Cattedrale, iniziava la progressione di San Martino – San Rocco che in breve superva Don Bosco e Torretta dall’esterno e si portava alle spalle del battistrada, ma Gingillo faceva buona guardia, venendo così a conquistare il suo quarto sigillo in terra astigiana, e così facendo ha raggiunto Bucefalo in testa alla classifica dei fantini più vittoriosi nel nuovo secolo. Per San Lazzaro, che balza in vetta all’albo d’oro del Palio moderno, si tratta del sesto successo.

Davide Donnini

 

 

 

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