GILARDINO: "A SIENA MI SONO SENTITO USATO, IL MIO DESTINO ERA DECISO DA TEMPO"

News inserita il 17-01-2021 - Robur Siena

Le sue parole dopo l'addio in bianconero

Dopo l'addio alla panchina del Siena, Alberto Gilardino ha rilasciato una lunga intervista alla testata giornalistica gianlucadimarzio.com in cui spiega la sua versione sul recente esonero. 

"Quando sono arrivato, i giocatori usavano le maglie di lana con i numeri incollati dietro. Col mio staff abbiamo pensato a isolare la squadra da qualsiasi problema. E i risultati si stavano vedendo".

"C'erano Visioni e obiettivi diverse, sicuramente.

C’è l’amarezza e la tristezza di essere andato via dopo aver creato qualcosa di forte con la squadra. Ho visto i ragazzi con le lacrime agli occhi. Purtroppo sono successe cose davvero inconcepibili. Nell’ultimo mese ho trovato un muro e ho visto venire meno la fiducia nel momento in cui chiedevo una maggiore professionalità e alcuni rinforzi per vincere il campionato".

"Non ho capito bene in questi mesi chi ci fosse dietro alla holding ma questo non è stato un problema. Mi confrontavo a volte con un uomo di fiducia della società. Un russo con cui parlavo, attraverso un interprete, per un’ora: ho sempre ascoltato le sue valutazioni, anche se arrivavano da chi non vedeva il lavoro quotidiano svolto sul campo. Non mi sono mai sottratto al confronto, a differenza di quel che dice il vice presidente Bellandi, il quale sostiene una mia mancata disponibilità a confrontarmi con la società dopo la sconfitta di dicembre col Grassina: una bugia totale per nascondere altre cose. E non so cosa. Credo che il mio destino fosse deciso da tempo".

"All’incontro di lunedì con il presidente Roman Gevorkyan, il traduttore e il vice presidente Bellandi, ero da solo. Grammatica non c’era e nell’ultimo mese ho sentito che il clima era cambiato anche da parte sua. Credo che in molti abbiano usato il mio nome per ricostruire dal niente e poi mi hanno messo da una parte. Ho sentito sulla mia pelle raffreddarsi il rapporto giorno dopo giorno. Con Grammatica, così come con Bellandi. Non con la squadra, che è sempre stata meravigliosa e neanche con Nino Scimone, un team manager eccezionale che ci è sempre stato accanto".

"Sono andato incontro spesso alla società, capendo che eravamo in serie D, ma pretendevo anche nel dilettantismo un minimo di professionalità. Ho chiuso un occhio sulla mancanza di ritiri prepartita, sulle modalità di alcune trasferte o sull’assenza di cene collettive prima delle gare. Abbiamo tenuto duro, nonostante il vitto fosse stato prima promesso, poi tolto e poi rimesso solo in parte. In serie D, con una squadra di 18 under, non sono problemi banali. Ho cercato di indicare la retta via, ma ho trovato un muro totale".

"Credo che fossero necessari alcuni aggiustamenti per vincere il campionato. Anche all’ultima giornata, non con 15-20 punti di vantaggio come sento dire da alcuni esponenti del club. Purtroppo anche diversi giocatori esperti hanno avuto alcuni problemi, un po’ per il covid, un po’ perché venivano da anni difficili. Hanno dato tutti il cuore e per loro farò sempre il tifo. Per loro e per la gente di Siena, che merita altri palcoscenici".

"Mahmudov: Con me ha giocato una partita e fatto anche un gol, ma in questa categoria serve gente che sia in buone condizioni".

 

 

 

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