In groppa a Banzay, il fantino sardo, al quarto trionfo sulla pista, porta in trionfo Sant'Andrea.
“Occhio a Gavino Sanna, perché vince sempre negli anni dispari”. Questo era il monito, scherzoso ma non troppo, che i contradaioli di Sant’Andrea riservavano nei giorni scorsi alle altre 11 contrade di Fucecchio in attesa del palio. E, questa sera, il fantino natio di Burgos ha tenuto fede alla statistica, riportando dopo soli 4 anni il drappellone a Sant’Andrea, adesso sola in testa all’albo d’oro con 7 vittorie, e diventando, con 4 successi all’attivo, il fantino più vincente della storia in Buca.
Andando per ordine, nella prima batteria la sorte aveva inserito Torre (Zamura ed Adrian Topalli), Porta Bernarda (Zucarello e Valter Pusceddu), Massarella (Assalto ed Antonio Mula), Borgonovo (Sultano da Clodia e Carlo Sanna), Ferruzza (Arathon Baio e Francesco Caria) con Querciola (Austesu ed Alessio Migheli) di rincorsa. Sono bastati 15 minuti al mossiere Calamassi per dare il via alla batteria, grazie anche alla grande tranquillità dentro i canapi. All’ingresso di Querciola, Massarella, Ferruzza e Borgonovo sono state le più veloci ad uscire ma, alla prima curva del gommaio prima Torre, passata in terza posizione poi Querciola hanno sfruttato l’allargamento di Sultano per superare Borgonovo. Le prime tre hanno allungato in scioltezza con Massarella che ha, infine vinto la batteria si Torre e Ferruzza. Dietro, invece si scatenava la bagarre per il quarto ed ultimo posto valido per la finale con Borgonovo, tutto all’esterno, che è finito in piena spinta su Querciola allo steccato, con Porta Bernarda nel mezzo alle due. Le contrade sono arrivate molto vicine tra di loro e la giuria ha impiegato oltre 10 minuti per decifrare il fotofinish (che, dal vivo appariva abbastanza chiaro) che ha regalato la finale a Borgonovo.
Samo (Tiepolo e Giosuè Carboni), Cappiano (Silbomba ed Antonio Siri), Sant’Andrea (Banzay e Gavino Sanna), Botteghe (Chiosa Vince e Giuseppe Zedde), Porta Raimonda (Compilation e Simone Mereu) e San Pierino (Blue Star e Dino Pes) sono state le protagoniste della seconda batteria. Dopo un abbassamento precauzionale, la partenza valida ha visto lo scatto di Sant’Andrea, Samo e San Pierino, volato in terza posizione dalla rincorsa. Banzay e Tiepolo hanno allungato conquistando diverse lunghezze di vantaggio, ipotecando di fatto l’accesso in finale, seguiti a distanza da San Pierino, alla fine quarto sul traguardo ma mai a rischio esclusione. Nell’ultimo mezzo giro si è concretizzata la rimonta di Cappiano, penalizzato da una involontaria cavallata subita da Samo subito dopo la mossa e risalito prepotentemente per linee interne tanto da superare, tra l’ultima curva e l’arrivo, sia San Pierino che una deludentissima Porta Bernarda, fuori dalla finale, così come Botteghe, staccata e mai in corsa.
Alle mosse rapide e tranquille delle batterie ha fatto da contraltare una finale dalla mossa infinita e complicatissima nella gestione. “La fortuna è cieca ma la sfortuna ci vede benissimo”, deve aver pensato Andrea Calamassi quando ha aperto l’ultima busta, vedendo che le quattro rivali qualificate erano tutte accanto. La sorte ha infatti messo Samo al primo posto seguito dalle avversarie Massarella e Torre, poi Sant’Andrea, le altre due nemiche Cappiano e Ferruzza, San Pierino e Borgonovo di rincorsa. A dare maggiori grattacapi al mossiere, più che il comportamento delle nemiche, interessate ad andare via anziché infastidirsi a vicenda, è stato San Pierino, che costantemente cercava di trovare un posto in basso, prendendo due richiami in breve tempo. Dopo una prima mossa falsa, il clima tra i canapi si è scaldato ed anche i cavalli hanno iniziato ad innervosirsi, in particolar modo quello di Ferruzza, relegato dai veterinari in seconda fila per qualche calcio di troppo. La mossa ritenuta valida è stata perfetta con tutte le contrade, tranne Samo che ha avuto un’esitazione fatale, che hanno fiancato con prontezza. A prendere la testa Sant’Andrea, seguito da Ferruzza, partita alla grande, seppur in seconda fila e Cappiano, con Borgonovo che provava la risalita esterna, interrotta però con una rovinosa caduta allo steccato opposto, evitata per centimetri da San Pierino. Antonio Siri, con la forza della disperazione ha provato in ogni modo ad avvicinare Sant’Andrea ma ogni tentativo è stato vano, così come inutile è stata la progressione di Torre, alla fine giunta terza.