FUSIONI DEI COMUNI, SAN GIMIGNANO DICE NO ALLE IMPOSIZIONI DALL’ALTO

News inserita il 01-04-2016 - San Gimignano

Il primo cittadino Bassi: «Il nostro è un Comune nato nel 1199 e finchè rimarrò sindaco non permetterò a nessuno di chiuderlo d’imperio».


La città delle torri dice no all’ipotesi di fusione tra Comuni. E’ stato approvato a larga maggioranza in Consiglio comunale una mozione presentata dal Centrosinistra per San Gimignano contraria al riordino degli assetti istituzionali imposto dall’alto. «San Gimignano è e rimarrà in difesa degli enti locali così come li identifica la Costituzione, e cioè autonomie locali  – sottolinea il sindaco Giacomo Bassi -. Così recita l’art. 5 della Costituzione: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento”. Piuttosto che farci calare dall’alto operazioni di fusioni anacronistiche, lo Stato ci liberi dalla burocrazia imperante nelle amministrazioni comunali e porti avanti politiche serie e obbliganti sulle funzioni associate. Non può esistere nessun tatticismo economico o giustificazione storica che possa indurre a delle fusioni dei Comuni dettate dall’alto; deve esserci un percorso condiviso tracciato dal filo dell’identità territoriale e della rappresentanza. San Gimignano – conclude Bassi - è un Comune nato nel 1199 e finchè rimarrò sindaco non permetterò a nessuno di chiuderlo d’imperio».

«Smantellare i piccoli Comuni e privare le realtà locali delle istituzioni di maggiore prossimità agli abitanti può costituire una grave ferita per la democrazia, può innescare processi di “desertificazione civica”, e contrasta con la necessità di rilancio economico e sociale delle aree rurali e interne» si legge nel documento approvato che poi esprime «dissenso sull’impostazione, di natura prettamente contabile-amministrativa e priva di ogni considerazione di altri valori, che caratterizza l’approccio che Governo centrale e regionale hanno assunto su questo specifico tema e sulle asserite, ma non dimostrate, rilevanti economie che scaturirebbero da processi di fusione».

Nella mozione s’invita inoltre la Regione Toscana «ad abbandonare eventuali progetti di fusioni “imposte”, di fatto o per legge, a Comuni che le rifiutino, ed a valorizzare ogni elemento di natura sociale, territoriale ed economica che caratterizza ogni singolo Comune, nonché a sostenere la rete dei piccoli Comuni».

 

 

 

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