"FORESTE DI PINO NERO FUORI DAL LORO AREALE NATURALE POSSONO SUPPORTARE LA BIODIVERSITÀ"

News inserita il 18-04-2025 - Attualità Siena

Studio internazionale coordinato dall’Università di Siena pubblicato su Global Ecology and Biogeography

Un nuovo studio internazionale, coordinato dall'Università di Siena e pubblicato sulla rivista Global Ecology and Biogeography, ha rivelato che le foreste di pino nero (Pinus nigra), anche se si trovano al di fuori del loro areale naturale, possono ospitare livelli di biodiversità vegetale simili a quelli delle foreste native. Lo studio è stato condotto da 22 università e centri di ricerca, nell'ambito delle attività del National Biodiversity Future Center (NBFC).

I ricercatori hanno esaminato oltre 1.360 foreste di pino nero in tutta Europa, confrontando quelle situate nel loro areale nativo con quelle piantate al di fuori, spesso come parte di rimboschimenti. È emerso che fattori come la fertilità del suolo e l’umidità, inclusa quella derivante dalle precipitazioni, sono determinanti nella composizione della vegetazione, più che l'origine geografica del pino.

Gianmaria Bonari, botanico all’Università di Siena e coordinatore dello studio, ha spiegato: "I nostri risultati dimostrano che, in ambienti appropriati, le foreste di pino nero, anche se fuori dal loro areale originale, possono svolgere un ruolo ecologico simile a quello delle foreste native, senza danneggiare habitat di valore, come i prati aridi."

Il ricercatore ha inoltre sottolineato che molte di queste foreste fuori areale si trovano in aree dove il pino nero era naturalmente presente durante il Pleistocene, prima che il cambiamento climatico e l'intervento umano ne riducessero l'areale. "Ciò suggerisce che queste formazioni potrebbero rappresentare un 'ritorno' in ambienti storici, un caso ben diverso dalle piantagioni di specie esotiche," ha aggiunto.

Lo studio evidenzia anche come alcune piantagioni, spesso ignorate nelle strategie di conservazione, possano avere un valore ecologico importante, offrendo habitat per numerose specie vegetali.

Questo lavoro fa parte delle ricerche condotte dallo Spoke 3 del NBFC, che si occupa dell'analisi degli ecosistemi terrestri, guidato dal professor Francesco Frati dell’Università di Siena. "La biodiversità resta ancora in gran parte sconosciuta, anche in ambienti come le piantagioni," ha affermato il professor Frati. "La ricerca del NBFC è fondamentale per comprendere i processi ecologici e progettare strategie di conservazione efficaci per preservare la biodiversità e i servizi ecosistemici."

 

 

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