"Sarebbe il colpo di grazia per il turismo". Urgente una correzione di rotta della pressione fiscale e delle tasse sul settore turistico

Le prime indicazioni sulla prossima legge di bilancio non fanno ben sperare il comparto turistico. Secondo Federalberghi Siena e Provincia e Confcommercio Siena, le misure anticipate dal Consiglio dei ministri andrebbero infatti “in una direzione completamente opposta” rispetto alle attese del settore.
“Non si intravede una riduzione della pressione fiscale, anzi – denunciano le associazioni – si profila un incremento. E noi diciamo assolutamente no”.
Nel mirino c’è la proroga al 2026 delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno, introdotte in via straordinaria per l’anno giubilare. Una decisione che, secondo gli operatori, rischia di pesare duramente sulle imprese ricettive già messe a dura prova dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime.
“In alcuni comuni vicini a Siena – spiegano – si sono già verificati aumenti pesantissimi, con conseguenze immediate per gli operatori che avevano già definito i listini per l’anno prossimo. L’aumento della tassa di soggiorno sarebbe il colpo di grazia”.
Il rinnovo dell’incremento di 2 euro a notte, che doveva restare temporaneo, comporterebbe secondo i calcoli delle due associazioni un rialzo dell’imposta compreso tra il 20% (da 10 a 12 euro) e il 40% (da 5 a 7 euro). “In alcune località interessate dalle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali – aggiungono – si arriverebbe addirittura a un aumento del 140%, da 5 a 12 euro”.
“Si tratta di valori stellari, che non hanno alcun senso e si commentano da soli – proseguono Federalberghi e Confcommercio –. Il costo della vita è già alto e la gran parte degli stipendi delle famiglie è assorbita dalle spese essenziali. Un nuovo aumento della tassa di soggiorno finirebbe per penalizzare ulteriormente il turismo”.
Le due associazioni chiedono quindi un passo indietro: “Confidiamo che questo errore venga corretto già in questa fase, intervenendo sulle bozze della manovra. Chiediamo al Governo di non inasprire la pressione fiscale e di rispettare quanto già previsto dalla legge: una parte del gettito dell’imposta turistica deve essere destinata alla riqualificazione delle imprese del settore. Troppo spesso questa disposizione viene disattesa”.
L’appello a ridurre gli oneri che gravano sulle strutture ricettive: “È necessario contenere i costi e la burocrazia per le imprese incaricate della riscossione dell’imposta. Non si può continuare a chiedere al turismo di sostenere sempre di più senza ricevere nulla in cambio”.




































